Dall’alto di una delle più spettacolari fortezze toscane lo spettacolare panorama a tutto tondo della Val d’Orcia: ecco Radicofani

Angelo Benedetti, Radicofani / Toscana
La sua fisionomia è quella di terra di frontiera e di transito come effetto della posizione strategica lungo il confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio. Un vero e proprio baluardo che svetta a chilometri di distanza e che diventa una sorta di faro in un territorio di incredibile bellezza e dolcezza. La cornice è quella della Val d’Orcia, la protagonista è la Rocca di Radicofani con l’antico borgo.
(TurismoItaliaNews) Lo sguardo la intercetta da lontano e ti rendi subito conto che la sua mole è eccezionale. In cima al poggio su cui sorge da secoli, a 896 metri di quota, a strapiombo sul borgo antico di Radicofani, rende questa fortezza non solo un documento storico vivente nella sua simbiosi con il territorio che sovrasta, ma anche un punto d’osservazione eccezionale a 360 gradi sul Monte Cetona, sulla Val d’Orcia e sul Monte Amiata. E’ un’altra porzione di quella Toscana che non finisce mai di stupire e che ti conquista.
E conquista è del resto la parola più ricorrente per questa rocca a metà strada tra Siena e Viterbo, nata per essere prettamente difensiva su un preesistente castello di origine medievale (citata per la prima volta nel 973) e dunque particolarmente ambita in ogni secolo, inizialmente sotto il controllo dell’abbazia benedettina dell’Amiata, e poi passata di mano nel 1081 con i conti Aldobrandeschi, dando luogo ad una serie di conquiste, riconquiste e controlli, continuamente disputata tra la Repubblica di Siena e Orvieto alleata dei Fiorentini, con la costante intromissione del Papato romano.
La curiosità è fortissima e non vedi l’ora di essere al cospetto della torre che caratterizza la rocca, alimentando (giustamente) la sua nomea di una delle più spettacolari fortezze toscane. “L’area presentava caratteri diversi dal resto della Toscana medievale, dovuti alla debole struttura insediativa, alla bassa densità demografica ed alla forte presenza del potere feudale – ci spiegano durante la nostra visita - la fondazione dell’Abbazia Regia di San Salvatore sul Monte Amiata, nell’ottavo secolo, a controllo della Via Francigena, segnò l’avvio di un ampio processo di antropizzazione, connesso alla sua espansione e al consolidamento patrimoniale tra Val d’Orcia e Val di Paglia, che si è protratto fino al decimo secolo”.
A partire dall’XI secolo, con la ripresa del movimento di uomini e merci lungo la Via Francigena e l’affermarsi del potere delle famiglie feudali, si è determinata una gerarchizzazione della struttura territoriale e socio-economica attraverso l’incremento del sistema insediativo, lo sviluppo dei nuclei posti sul percorso e l’organizzazione del sistema dei castelli. Dal XIII secolo Siena ha assunto un ruolo determinante nel processo di trasformazione territoriale dell’area, posta a metà strada tra la città e la Maremma attraversata dalle maggiori vie di transumanza, favorendo lo sviluppo di un modello di organizzazione fondiaria basato sulla mezzadria poderale, caratterizzata soprattutto dall’allevamento, e il potenziamento delle attività mercantili dei centri lungo la Via Francigena.
In soldoni, un luogo di valore fondamentale in un territorio dinamico e ricco. Radicofani è un vero borgo-strada, un gioiello da scoprire che ha ricevuto il premio di Bandiera Arancione da parte del Touring Club. Da vedere come monumento più notevole dell’antico borgo, è la Chiesa romanica di San Pietro del XIII secolo, danneggiata dall’ultima guerra e restaurata nel 1946; l’interno, con i suoi bassi archi gotici, conserva una splendida collezione di terrecotte robbiane e di statue lignee, tra le quali spicca una Madonna con Bambino di Francesco di Valdambrino. Sul retro della chiesa c’è un piazzale da cui si gode di un meraviglioso panorama verso sud.
Sulla strada principale è da vedere anche la chiesa di Sant’Agata, sul cui altare si conserva un altro grande dossale in terracotta robbiana. Da segnalare anche il Palazzo Pretorio, una robusta costruzione che esibisce orgogliosa diversi antichi stemmi in pietra. Nei Giardini del Maccione c’è una statua dedicata a Ghino di Tacco, personaggio ricordato come il Robin Hood della Val d’Orcia, la cui dimora era l’imprendibile Fortezza di Radicofani, che oggi è sede anche del Museo del Cassero, dove si custodiscono i tesori archeologici rinvenuti in questa area. Lungo la vecchia Via Cassia interessante anche il Palazzo della Posta, una bella villa medicea trasformata da tempo in dogana e che ha ospitato molti illustri viaggiatori.
Il borgo di Radicofani è attraversato, come detto, dalla Via Francigena, nella tappa 36 che da San Quirico d’Orcia arriva proprio qui e nella tappa 37 in direzione di Acquapendente, ultima tappa toscana prima di entrare nel Lazio.