Staffolo: tra le colline del Verdicchio Doc dei Castelli di Jesi, il borgo antico che tramanda anche la memoria dell'attualità

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Giovanni Bosi, Staffolo / Marche

Lo chiamano “il balcone della Vallesina”: da quassù lo sguardo arriva sino all'Adriatico mentre sul lato opposto è la corona degli Appennini a delimitare il panorama su cui spicca la singolare sagoma del Monte San Vicino, uno dei punti di forza della Riserva naturale regionale che ingloba anche il Monte Canfaito. Giocoforza il territorio è di quelli dal grande valore paesaggistico, soprattutto se si considera che l'altro appellativo di cui nel borgo vanno fieri è “Il colle del Verdicchio”. Siamo a Staffolo, in provincia di Ancona.

 

(TurismoItaliaNews) E sì: in effetti se dici Staffolo, dici anche Verdicchio. Quello Doc dei Castelli di Jesi per la precisione, amatissimo per i profumi marcatamente minerali con toni di pesca, ginestra e pane tostato, fresco e vivace al palato. E' la carta vincente su cui il Comune punta decisamente pensando alla promozione, alla valorizzazione e alla conoscenza del territorio attraverso una serie di eventi annuali che proprio nel vino trovano la punta di diamante.

Staffolo: tra le colline del Verdicchio Doc dei Castelli di Jesi, il borgo antico che tramanda anche la memoria dell'attualità

Staffolo: tra le colline del Verdicchio Doc dei Castelli di Jesi, il borgo antico che tramanda anche la memoria dell'attualità

Staffolo: tra le colline del Verdicchio Doc dei Castelli di Jesi, il borgo antico che tramanda anche la memoria dell'attualità

Quando arrivi a Staffolo, dopo aver attraversato le morbide ed eleganti colline che lo circondano, l'immagine che si presenta è quello del borgo marchigiano raccolto ed accogliente, dominato dal mattone a faccia vista, con le sue mura, le antiche Porta Venezia e Porta San Martino, il possente torrione dell'Albornoz costruito nel quattordicesimo secolo. La rinascita civile ed economica del paese va infatti ricondotta all'opera del cardinale Egidio Albornoz, inviato in Italia da papa Innocenzo VI, che era relegato ad Avignone, per ristabilire l'autorità papale su tutto lo Stato Pontificio.

Insomma un paese di grande e lunga storia (i primi insediamenti umani risalgono al Paleolitico), Bandiera Arancione del Touring Club Italiano fin dal 2009 e ora in pole position per entrare anche nel club dei Borghi più belli d'Italia. Una curiosità: il paese visto dall'alto ha una pianta a ferro di cavallo, richiamo “cavalleresco” che si ritrova sullo stemma del Comune sul quale campeggia una staffa; e conformazione dalla quale deriverebbe pure il nome.

Staffolo: Sauro Ragni e Lucia Toccafondo

Staffolo: tra le colline del Verdicchio Doc dei Castelli di Jesi, il borgo antico che tramanda anche la memoria dell'attualità

“Staffolo è una meta turistica che sa farsi apprezzare per la storia, la cultura, l'enogastronomia e il relax che può offrire ai suoi visitatori” tiene a dire il sindaco Sauro Ragni, che incontriamo insieme all'assessore al turismo e alla cultura Lucia Toccafondo. E in effetti passeggiando per strade, vicoletti e piazzette Staffolo riesce a trasmettere subito la sua essenza di luogo votato all'accoglienza; innegabile il fatto che i suoi abitanti ci tengono tantissimo a poter esibire al meglio il posto in cui vivono.

Non solo. Recentemente Staffolo si è imposta all'attenzione nazionale per essere stato il primo Comune italiano a realizzare il “Muro della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi” con il monumento “Noi ricordiamo”. Un muro lungo otto metri con incisi 381 nomi: quelli delle vittime degli anni di piombo. Una scelta importante e con una motivazione di fondo: qui era nato l’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci, ucciso nel 1978 con altri suoi colleghi nella strage in via Fani a Roma, durante il rapimento dell’onorevole Aldo Moro. L’opera bronzea è stata realizzata da Massimo Ippoliti, scultore, docente e coordinatore degli studenti del liceo artistico “Mannucci” di Jesi, che hanno avuto una parte attiva nel progetto, nato da un’idea di Franco Costarelli. "Un luogo per onorare la memoria di chi ha perso la vita in quegli anni" sottolinea il sindaco Sauro Ragni.

Staffolo: tra le colline del Verdicchio Doc dei Castelli di Jesi, il borgo antico che tramanda anche la memoria dell'attualità

Staffolo: tra le colline del Verdicchio Doc dei Castelli di Jesi, il borgo antico che tramanda anche la memoria dell'attualità

Staffolo: tra le colline del Verdicchio Doc dei Castelli di Jesi, il borgo antico che tramanda anche la memoria dell'attualità

Verdicchio, dunque: sono ben 18 aziende le aziende vitivinicole che nel territorio producono il Doc dei Castelli di Jesi, intorno al quale ruota dal 1966 il premio di cultura enogastronomica “Verdicchio d’Oro”, istituito grazie alla collaborazione tra il Comune e l’Accademia Italiana della Cucina. Un appuntamento consolidato, che si tiene solitamente nella seconda domenica di settembre, al quale partecipanto rappresentanti della cultura, del giornalismo e dello spettacolo. “Il nostro evento si propone di mettere a punto nuove strategie e scambiare riflessioni intorno al mondo enogastronomico in tutte le sue possibili declinazioni, anche attraverso il dibattito che precede sempre la premiazione” sottolinea l'assessore al turismo e alla cultura Lucia Toccafondo.

E un buon bicchiere di Verdicchio invita a sedersi a tavola. Magari al ristorante “Vino & Cucina” di Gabriella Scortichini, che da 13 anni a Staffolo tramanda la tradizione della cucina di famiglia accompagnata da qualche rielaborazione. Un esempio? Ravioli con ricotta di pecora, carciofi e guanciale; ravioli con porcini, cappelletti in brodo, maialino arrosto, coniglio in porchetta (il piatto nazionale delle Marche), tagliatelle con oca in potacchio (metodo marchigiano di cottura in padella con rosmarino, aglio, vino bianco, pomodorini, battuto ed olio Evo), castagnole fritte nello strutto, accompagnate con marmellata di arance, cioccolato fuso e mascarpone. Benvenuti a Staffolo!

Staffolo: Gabriella Scortichini

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