Dalle Murge al mare: ecco Monopoli, la regina must dell’estate tra storie, miti e leggende che parlano di antiche tradizioni

Giovanni Bosi, Monopoli / Puglia
Prima vista dal mare, poi dal cuore del borgo antico. Monopoli, protesa sul mare, è tra le mete più ambite dell’estate. L’Adriatico che lambisce la costa merlettata ti fa scoprire lo skyline delle case imbiancate a calce, del castello e della cattedrale di Santa Maria della Madia, scivolando sul gozzo, la tipica imbarcazione dei pescatori che ancora oggi racconta il carattere di una civiltà marinara più viva che mai. E qui c’è davvero molto da vedere…
(TurismoItaliaNews) Il primo approccio con Monopoli deve necessariamente essere dall’Adriatico. Perché questo è un borgo di pescatori, una città fondata sul mare e dal mare. Essere a bordo di un gozzo governato da un pescatore autentico, che ti fa apprezzare ogni minimo dettaglio e che ti spiega pure come si “inzilla” un polipo da cucinare poi nel modo più tradizionale, è un privilegio autentico. Che tutti possono provare. L’idea è della Pro loco guidata dal presidente Francesco Barnabò, in tandem con l’associazione “Sole Nascente” presieduta da Giampaolo Leonardo, impegnati insieme a conservare la tradizione dei gozzi.
Basta affacciarsi sul porto antico per rendersene conto: una quarantina di piccole barche a remi, dai loro tipici colori celeste e rosso, spesso intitolate a santi, madonne o familiari, e alcune ancora dotate di lampare, sono all’ancora nell’antica insenatura, “ansiose” di prendere in mare e di affascinare chi sceglie di provare questa esperienza. Magari anche per un tuffo in mare, magari proprio lì dove la natura bizzosa ha creato un arco naturale guardando attraverso il quale si ammira il profilo di Monopoli, mentre dalla parte opposta “inquadra” la vicina Vieste.
Esperienza in fondo è la parola giusta: Monopoli è l’attrazione marina delle Murge pugliesi, in provincia di Bari, divenuta ormai una destinazione cult e perfino vip. Non solo spiagge dorate e sabbiose con acque cristalline, e una costa che è una meraviglia della natura: la creatività dell’uomo nel corso dei secoli ci ha messo del suo, donandoci oggi un borgo da scoprire attraverso una visita slow, persino in momenti diversi del giorno, perché il sole muovendosi rende cangianti scorci e prospettive, trasformando Monopoli in qualcosa di sempre diverso. Anche fuori stagione, per intenderci.
Il Castello, costruito nel Cinquecento e parte integrante della fortificazione costiera voluta da Carlo V di Spagna, si impone con la sua architettura sull’estremità di una lingua di terra protesa verso il mare, con al fianco il Muro “Margherita” del porto. Palazzo Martinelli Meo-Evoli, affacciato sul porto antico, è “la quinta veneziana” tra le più fotografate della cittadina. E poi il largo della Cattedrale, una piazza chiusa per tre lati costruita nel 1783-84, delimitata dalla sfarzosa facciata della chiesa, dal Palazzo vescovile e dallo scenografico “muraglione” rientrante, decorato con nicchie che accolgono una decina di statue cinquecentesche provenienti dal Retablo maggiore della Cattedrale abbattuto. Colori, decorazioni, sporgenze, iscrizioni, stemmi, sculture: tutto concorre a rendere il cuore di Monopoli un luogo dal fascino straordinario. Anzi, un insieme di luoghi, perché le stratificazioni accavallatesi nel corso del tempo creano ambientazioni che raccontano vicende, miti e personaggi. E che vorresti incontrare per strada mentre ti perdi nelle storie che ti snocciolano una dietro l’altra…
Proprio la Cattedrale è un esempio in tal senso: il nome è un omaggio alla Madonna della Madia ed è qui che ogni anno in agosto si rievoca l’arriva dal mare dell’icona della Madonna con il Bambino. Il 13 sera una copia va in processione in piazza Plebiscito e il giorno seguente un’altra copia è posta su una zattera, che in serata giunge a Cala Batteria con i subacquei che la scortano con le torce. A raccontare ancor meglio la vicende dell’antica icona c’è la suggestione della Cappella delle Travi, dove sono custoditi i tronchi che costituivano la zattera, la “madia”, su cui arrivò, nel 1117, l’immagine della Madonna.
Neanche a dirlo, il gusto è l’altra eccellenza di Monopoli: una miriade di ristoranti ricavati in spazi di antica costruzione. Fritto di paranza, brodetto di scorfano, o l’impronunciabile “meròsche” (m’rrosc) sono tra i piatti da provare: “Si tratta di quella minutaglia di pesci e crostacei di avanzo sul peschereccio e senza mercato perché per taglia o per qualità non è gradita al consumatore. E che invece è la vera prelibatezza, quella che non compra nessuno ma diventa il piatto principe del pescatore. La zuppa di pesce per eccellenza - ci spiegano - terra e mare qui vengono elaborati sia dalla cucina tradizionale familiare che dalla cucina della ristorazione. Queste le quattro sfaccettature della gastronomia monopolitana che vanta un’antica tradizione tramandata dalle osterie che oggi resistono al fianco di moderni ristoranti sempre attenti, anch’essi, alla tradizione”.
Ma Monopoli è anche agro, campagna: contrade, ulivi secolari, masserie fortificate e chiese rupestri che narrano una città unica. Dunque al di fuori del centro storico c’è un altro mondo da scoprire…
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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