Monte Castello di Vibio, l’orgoglioso borgo nella Media Valle del Tevere, punta al turismo esperienziale nel cuore verde d’Italia

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Giovanni Bosi, Monte Castello di Vibio / Umbria

Torri merlate, mura medievali che raccontano un glorioso passato, un patrimonio edilizio che dichiara subito le sue antiche origini, un affaccio sull’Umbria che dona un panorama spettacolare fino a scorgere i monti del Lazio e dell’Abruzzo. E persino il monumento ad un cagnolino che tutti avevano adottato. Il borgo di Monte Castello di Vibio (tra i più belli d’Italia) è una tappa imperdibile nel percorso della Media Valle del Tevere, con grandissime potenzialità di sviluppo e di crescita e una serie di attività che vogliono connotarlo come attrattore ideale per un turismo esperienziale nel cuore verde d’Italia.

 

(TurismoItaliaNews) A ben guardare quando da Monte Castello di Vibio ti affacci letteralmente sull’Umbria, con lo sguardo che si perde all’infinito sulla grande pianura in cui serpeggia il Tevere, sulle colline fino alle più lontane montagne, ti rende conto benissimo del perché il claim della regione è quello ormai consolidato di cuore verde d’Italia. I montecastellesi ne sono consapevoli e dunque orgogliosi di far conoscere il loro borgo, peraltro sempre pronto nel corso dei secoli a ribadire la sua autonomia. Così nel paese, perdendosi per viuzze, piazzette e camminamenti tra torri e mura di protezione, ti rendi conto di come qui ogni pietra sia un libro parlante che racconta una storia tortuosa e di rivendicazioni.

Monte Castello di Vibio, l’orgoglioso borgo nella Media Valle del Tevere, punta al turismo esperienziale nel cuore verde d’Italia

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Monte Castello di Vibio, l’orgoglioso borgo nella Media Valle del Tevere, punta al turismo esperienziale nel cuore verde d’Italia

Il nome Monte Castello di Vibio può apparire curioso: se da un lato connota subito la posizione geografica ed altimetrica del tipico castello medievale, dall’altro svela il suo lontano legame con la “gens Vibia”, la nobile famiglia romana che da queste parti aveva numerosi possedimenti. Oggi sono parte integrante del Parco Fluviale del Tevere, che comprende, oltre il corso del fiume, il lago di Corbara, le gole del Forello e l’oasi naturalistica di Alviano. Senza dimenticare che proprio il Tevere ha visto fiorire sulle sue rive le civiltà degli Umbri e degli Etruschi, e quindi decisivo nella romanizzazione del territorio, oggi costellato di notevoli testimonianze culturali, archeologiche e monumentali.

La posizione strategica di Monte Castello di Vibio è l’odierno valore aggiunto: a due passi da Todi, nella storia ha sempre tentato di affrancarsi dal potere di questa potente città, che ha controllato a lungo il borgo e che in seguito alle ripetute ribellioni alla fine fu costretto a subire l'abbattimento delle mura. Nel 1303 la rocca è stata poi ricostruita dagli stessi Tuderti, che l’hanno inserita nel suo sistema difensivo. In epoca napoleonica il paese ha conosciuto un periodo di splendore, aprendosi alle nuove idee con iniziative di grande importanza, per diventare poi Comune dopo la seconda restaurazione pontificia del 1814. Ma il “guardarsi in cagnesco” con borghi limitrofi è andato avanti per tempo, come accade ancora oggi (ma in realtà si tratta di una goliardica antipatia) con la vicinissima Fratta Todina, altro piccolo borgo che è una bomboniera.

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Cosa c’è dunque da non perdersi quando si visita Monte Castello di Vibio? La Torre Porta di Maggio documenta il glorioso passato ed è stata recentemente restaurata. I suoi merli tipicamente guelfi denunciano che il paese era un feudo papale. Al suo interno sono custoditi tanti cimeli storici (tra cui una lettera autografa di Giuseppe Garibaldi datata 1862 e una spada probabilmente medievale;) da guardare con attenzione prima di salire alla sommità del torre per godersi il panorama. La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, di stile neoclassico, esibisce dipinti del perugino Nicola Benvenuti e del romano Mario Barberis; quest’ultimo li realizzati nel 1943 per proteggere i montecastellesi andati in guerra. Nel mezzo del presbiterio si innalza il grandioso altare maggiore con l’immagine della Madonna dei Portenti con il Bambino in braccio e San Carlo Borromeo; di grande valore sono gli arredi sacri e le reliquie: il braccio Santo dei Santi Filippo e Giacomo – le cui statue trovano posto sull’altare maggiore, e di San Giovanni Battista oltre all’antichissimo fonte battesimale.

La chiesa di Santa Illuminata, costruita su una piccola chiesa preesistente, conserva un Crocifisso la cui origine è svelata da un manoscritto: si narra che il Beato Placido da Monte Castello, seguace di San Bernardino da Siena, prima di recarsi nel convento di Valencia, volle portare in dono al suo paese la testa di un crocifisso ligneo di fattura spagnola risalente al quindicesimo secolo. Naturalmente c’è anche il Teatro della Concordia, che ha reso il borgo davvero famoso: è il più piccolo teatro all’italiana, uno dei più piccoli teatri storici del mondo ed il primo ad aver usato lo slogan il teatro più piccolo del mondo dopo decenni di chiusura. Ha una forma con pianta a campana, tipica per lo stile italiano: è stato costruito nel 1808 per volontà di nove famiglie benestanti, con decorazioni realizzate dal pittore spezzino Luigi Agretti.

Monte Castello di Vibio, l’orgoglioso borgo nella Media Valle del Tevere, punta al turismo esperienziale nel cuore verde d’Italia

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E poi la scultura che ripropone in dimensioni reale, accucciato su una panchina che si incontra lungo il giro delle Mura, il cane Milo. Ti viene voglia di accarezzarlo solo a guardarlo. Questo fedele amico a quattro zampe era conosciuto da tutti nel borgo e il ricordo di Milo è diventato in realtà il pretesto per ricordare Domenica Gentile.

In tema di itinerari il Comune montecastellese è impegnato da tempo nel progetto “Natura, Cultura, Sentieri - La Bellezza vi aspetta” attraverso il quale si intende dare grande risalto a tutte le eccellenze del territorio di Todi e di Monte Castello Vibio, in particolare a quelle ubicate in prossimità del Sentiero del Furioso. In concreto un’iniziativa di valorizzazione mirata all’integrazione del turismo territoriale grazie alla messa a sistema di iniziative (in ambito culturale ed enogastronomico) che ricollegano il territorio urbano a quello rurale. Tanti buoni motivi, insomma, per venire a scoprirlo.

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