[ REPORTAGE ] Malesia, sull’isola dei macachi a caccia di granchi: ecco Monkey Beach nel mare del Penang National Park

Giovanni Bosi, Penang / Malesia
La spiaggia è meravigliosa, un angolo di Paradiso in Malesia. Del resto questo è il Parco nazionale di Penang: qui la natura dà il meglio di sé. C’è anche un altro buon motivo per arrivare in barca da George Town: non solo godersi il mare e farsi una nuotata nello Stretto di Malacca, ma pure guardare da vicino quelli che hanno dato il loro nome a questo posto. Perché appena arrivi, tu li guardi e loro guardano te, pensando chissà cosa. Ovviamente facendo attenzione a improvvisi colpi gobbi di questi furbetti pelosi… Sono i macachi, i primati di Monkey Beach.
(TurismoItaliaNews) In Malesia il Penang National Park è un’attrazione: per la bellezza dei tanti luoghi, per i suoi diversi tipi di abitanti, per le centinaia e centinaia di specie di piante (ne hanno registrate almeno un migliaio) e per i risvolti di interesse geologico, archeologico, storico, etnologico, scientifico e paesaggistico, tutto spalmato su 1.213 ettari di terra e mare. Definirlo un Paradiso terrestre non è dunque esagerato.
Il parco, che si affaccia sullo stretto di Malacca, sulla punta nord-occidentale dell'isola di Penang, si raggiunge agevolmente da George Town, la capitale dello Stato di Penang, così chiamata in onore del re Giorgio III, distante poco più di 40 km; la capitale malesiana Kuala Lumpur è più lontana, circa 390 km. Scienziati, ricercatori e amanti della natura arrivano qui a frotte per esplorare i suoi tesori naturali, come le foreste di mangrovie, le spiagge sabbiose, un lago meromittico stagionale… Un tempo questa era la Riserva forestale di Pantai Acheh, che dall’aprile 2003 è diventata Parco nazionale nell’intento di mettere in pratica una più efficace protezione ambientale da parte del Governo federale.
E poi c’è Monkey Beach, ovvero Teluk Duyung, considerata la spiaggia per eccellenza del Parco nazionale di Penang. Il nome la dice lunga sulla caratteristica di questa lunga e rilassante striscia sabbiosa. Bellissima. Forse l’aggettivo “rilassante” è un po’ improprio se si considerano loro, le simpatiche canaglie che pullulano sugli alberi in attesa di una distrazione del viaggiatore curioso steso al sole. Da perfette scimmiette dagli occhi rapidissimi, questi macachi che da tempo abitano la porzione di isola (dove si nutrono di granchi) sono una presenza irrinunciabile, parte sostanziale del fascino ambientale del Parco e preziosa testimonianza della sua integrità. Anche se ormai integratasi, a ben guardare, con lo sviluppo turistico.
Ad ogni buon conto Monkey Beach è immancabile nell’esplorazione della zona di Penang. (meglio se durante la settimana, dato che nel weekend la scelgono anche i locals).
Arrivare da queste parti a George Town (il cui centro storico insieme a quello di Malacca è incluso nel Patrimonio dell’umanità Unesco) è una vera fuga dalla concentrazione urbana per riconnettersi ad una natura generososa e ammaliante. Provare per credere.
Per saperne di più
www.wildlife.gov.my
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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