Quell’antica chiesa umbra in cui si veneravano i santi spagnoli: da Bettona un appello per salvarla dall’abbandono

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Giovanni Bosi, Bettona / Umbria

 ARTE  “Aiutateci a consentire il suo recupero: l’antica Chiesa di Sant’Antonio da Padova è uno straordinario patrimonio artistico che merita di tornare al suo splendore”. A Bettona, in Umbria, tutta la comunità è mobilitata per la tutela di questo antico scrigno d’arte francescano. Con l’auspicio di poter rientrare nella ripartizione dei fondi del Fai in vista dell’ottavo censimento de “I luoghi del cuore”.

 

(TurismoItaliaNews) Adesso è come una sorta di cantiere abbandonato a se stesso. In realtà gli enti pubblici proprietari di questo complesso cinquecentesco – la Regione Umbria e il Comune di Bettona – hanno già proceduto al consolidamento strutturale, ma quello che resta da fare è probabilmente la parte più impegnativa ed onerosa: il restauro delle decorazioni, degli stucchi e delle preziose opere pittoriche, la realizzazione degli impianti e persino uno studio ancor più approfondito di questo presidio francescano che si rivela una sorta di unicum in Italia per aver conservato l’originario assetto interno della chiesa in contrasto con i dettati della Controriforma. Siamo a Bettona, l'antica Vettona (fortemente influenzata dalla cultura etrusca), cittadina adagiata su un colle coronato da olivi, nelle propaggini settentrionali dei Monti Martani. Qui la storia ha lasciato tracce importanti, che la comunità locale è impegnata a valorizzare e per la quale il “Museo della Città” rappresenta un vero e proprio baluardo.

Quell’antica chiesa umbra in cui si veneravano i santi spagnoli: da Bettona un appello per salvarla dall’abbandono

Bettona

Quell’antica chiesa umbra in cui si veneravano i santi spagnoli: da Bettona un appello per salvarla dall’abbandonoIn questo contesto la Chiesa di Sant’Antonio da Padova – dotata di convento e relativo chiostro - è diventato un emblema della cultura del territorio: a pochissima distanza dal centro storico, è stata eretta intorno al 1502 su uno sperone che domina la valle e gestita dai Francescani Osservanti, coloro che intendevano vivere secondo la Regola di San Francesco, in povertà, ma in realtà rivelandosi nel tempo un potente centro religioso. A confermarlo sono le grandi firme delle opere d’arte che si trovavano nella chiesa, dal Perugino a Della Robbia, oggi conservate nella Pinacoteca cittadina e probabilmente destinate a tornare al loro posto una volta completato il recupero della struttura.

In effetti oggi l’intero complesso francescano è “devastato” da anni di incuria, sottrazioni e spoliazioni e dal cantiere con cui si è messa mano alla ristrutturazione, rimasta a metà per l’inevitabile mancanza dei finanziamenti necessari per completare la rifunzionalizzazione del giardino e della chiesa - di proprietà del Comune di Bettona – e del chiostro e del convento - di proprietà della Regione Umbria. Se il chiostro, con le sue decorazioni in cui spicca in un medaglione un significativo Sant’Antonio Abate, è di grande interesse, la chiesa si rivela un autentico scrigno, con cappelle decorate dedicate a santi spagnoli come San Pasquale Baylon, San Pedro Regalado e San Pietro di Alcàntara, difficilmente rinvenibili in altre chiese italiane a dimostrazione del forte rapporto dei Francescani di Bettona con la Curia romana fortemente influenzata dagli spagnoli nel Seicento.

Quell’antica chiesa umbra in cui si veneravano i santi spagnoli: da Bettona un appello per salvarla dall’abbandono

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Chi è il Fai

Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità: è questa la missione del Fondo Ambiente Italiano, Fondazione nazionale senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. Il Fai e tutte le persone che lo sostengono sono impegnati quotidianamente a tutelare e valorizzare il patrimonio d'arte e natura italiano, educare e sensibilizzare la collettività, vigilare e intervenire sul territorio.

Il pezzo forte è il raro esempio di parete pre-controriformista presente a ridosso dell’abside della chiesa. Fino alla Controriforma, cioè fino alla metà circa del Cinquecento, la messa veniva celebrata dai religiosi nell’abside, dove si trovava il coro ligneo ora conservato nel Palazzo del Comune. I fedeli, dall'altra parte della parete, sentivano la messa, ma non vi partecipavano attivamente. Per tentare di arginare la Riforma di Martin Lutero, si cercò di ridurre le separazioni tra clero e fedeli e si dette il via all'abbattimento di queste pareti in moltissime chiese. Ma non questo muro. Sul lato posteriore sono così ancora conservate le figure di San Francesco e Santa Chiara, che si staccano da un fondale a pittura illusionistica, con colonne e pareti marmoree; incerto è il destino del quadro, una Deposizione dalla croce, che era posto al centro della parete. Nella parte inferiore, si vedono ancora i piccoli angeli che dovevano decorare i lati dell'altare dove i religiosi celebravano la messa. Le dediche a santi di origine spagnola e portoghese — l'unico italiano è San Giovanni da Capestrano, che introdusse l'ordine degli Osservanti a Bettona — sono proprio la testimonianza del forte influsso che la Spagna esercitò sul papato per tutto il Seicento e colloca il complesso francescano di Sant'Antonio da Padova a Bettona in ambito internazionale. La parete dell'altare maggiore era divisa dalla navata centrale da una bellissima balaustra lignea e sopra l'altare era il dipinto attribuito a Jacopo Siculo "Madonna in gloria e sei Santi" adesso al Museo della Città allestito nelle sale di Palazzo Biancalana e del Palazzotto del Podestà.

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Quell’antica chiesa umbra in cui si veneravano i santi spagnoli: da Bettona un appello per salvarla dall’abbandonoMa ci sono anche altri tesori artistici che arrivano da questa chiesa: nella parete sinistra della navata si aprono due cappelle, una delle quali detta “di San Pasquale Baylon” dove era conservato il dipinto del Perugino “Madonna della Misericordia”, oggi in Pinacoteca insieme al suo “Sant’Antonio” e alla pregevole statua del santo in maiolica attribuita a Luca della Robbia. Sono invece scomparse le pitture che erano posizionate all'interno delle cornici ottagonali che decorano la parete destra e sinistra della chiesa, ad eccezione della scena dipinta raffigurante Santa Chiara che, reggendo il Santissimo Sacramento, impedisce ai pirati di entrare nel convento di San Damiano. Il dipinto al centro della controfacciata ha come tema la morte di San Giuseppe vegliato da Gesù, Maria e angeli. Il dipinto accanto mostra il “Trasporto di San Pedro Regalado al Santuario della Vergine”.

“Il nostro auspicio – dicono a Bettona i volontari del Fai – è che si possa arrivare in tempi rapidi al completo recupero della chiesa di Sant’Antonio da Padova attraverso i fondi resi disponibili dall’edizione 2016 de ‘I Luoghi del Cuore” e per la cui votazione invitiamo tutti a sostenere la candidatura di questo complesso francescano, proprio per la sua rilevanza internazionale”.

Quell’antica chiesa umbra in cui si veneravano i santi spagnoli: da Bettona un appello per salvarla dall’abbandono

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La Pinacoteca di Bettona è ospitata sia nel piano nobile di Palazzo Biancalana, che conserva ancora il carattere di dimora privata ottocentesca, sia nel salone del trecentesco Palazzo del Podestà. Fra i dipinti spiccano il Sant’Antonio da Padova, la Madonna della Misericordia di Pietro Vannucci detto il Perugino, una splendida Natività su tavola capolavoro di Dono Doni e una coppia di tele di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, raffiguranti San Pietro e San Paolo

Per saperne di più
I Luoghi del cuore del Fai
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