Torre Eiffel: una storia d’amore dietro all’intraprendente progetto di Gustave, divenuto il simbolo di Parigi nel mondo
Giovanni Bosi
E’ la storia della nascita di uno dei simboli più famosi ed amati del mondo. L’icona di una delle città romantiche per antonomasia. E rivela come dietro la nascita di questo capolavoro dell’ingegneria e dell’architettura di fine Ottocento, si celi anche un’appassionata quanto travagliata storia d’amore e una personalità complessa come quella del suo ideatore, mosso prima di tutto dal sentimento verso il suo Paese, conosciuto con un’espressione ben nota: la grandeur francese. Ovviamente parliamo di Parigi e della Torre Eiffel, e il pretesto è il film “Eiffel” distribuito da Sky. Da vedere. E poi partire per la capitale…
(TurismoItaliaNews) Un’appassionante Sky Original con Romain Duris ed Emma Mackey inquadrata nella Parigi del 1889, alla vigilia dell’Esposizione Universale svoltasi tra il 6 maggio e il 31 ottobre a Campo di Marte, a dua passi dalla Senna. Quell’esposizione che ha donato alla Francia e al mondo uno dei simboli più cari e fotografati, un po’ come il Colosseo per Roma, il Duomo per Milano o il Big Ben per Londra. Vedere questo film, che è liberamente ispirato alla vita di Gustave Eiffel e del quale racconta l’incontro con una donna precedentemente amata, aiuta moltissimo a comprendere quali furono le dinamiche, le meccaniche e persino le contrarietà di un’opera d’ingegneria pensata per essere provvisoria, ma poi diventata – anche per volere dello stesso ingegnere – definitiva e a ben guardare immortale. Ben 18.038 elementi metallici, 2 milioni e mezzo di rivetti, un peso totale di 10.000 tonnellate sono i numeri che la dicono lunga sulla Torre.
Interpreti della produzione televisiva diretta dal regista Martin Bourboulon sono oltre ad Emma Mackey e Romain Duris, anche Pierre Deladonchamps, Armande Boulanger e Bruno Raffaelli, con le musiche di Alexandre Desplat; il tutto in una maxi-produzione che ha visto mettersi insieme Vvz Productions, Pathé, Scope Pictures, Constantin Film e M6 Films.
Alexandre Gustave Eiffel (Digione, 15 dicembre 1832 – Parigi, 27 dicembre 1923), di cui dunque il prossimo anno la Francia celebrerà il centenario della morte, era oltre che ingegnere anche imprenditore specialista in strutture metalliche. A lui va il merito, unito ad una buona dose di intraprendenza e lungimiranza, di aver subito pensato a qualcosa che diventasse un simbolo di unità del Paese, di riconoscimento e segno di appartenenza. L’Esposizione Universale di Parigi si rivela dunque un’occasione ghiotta (anche se per la verità lui all’inizio era più attratto dalla costruzione di una metropolitana) per attuare un progetto amato ed odiato, apprezzato e ritenuto perfino pericoloso. Di certo il tempo ha dato ragione ad Eiffel. Per costruire la Torre, fra problemi economici, scioperi proclamati dalle maestranze perché sottopagate o impensierite dai rischi (seppur Eiffel ideò ed attuò numerosi sistemi per la sicurezza degli operai) e difficoltà economiche, ci vollero due anni, quattro mesi e sette giorni, per arrivare all’apertura ufficiale al pubblico alle 11:50 del 15 maggio 1889, nove giorni dopo l’inizio dell’Esposizione.
Sulla ricostruzione storica operata dal film, i commenti della critica non sono univoci, tanto che si è liberi di intepretarlo come meglio si crede. Il pregio della produzione televisiva è tuttavia quella di incardinare gli spettatori in una vicenda che è tra le più incredibili di quel periodo storico e di cui tutti oggi abbiamo i risultati sotto agli occhi. Le stampe originali del periodo sono servite per ricostruire in 3D le fasi costruttive della Torre, dando conto dell’evoluzione del cantiere. Un film dunque romantico, per uno dei simboli più romantici del mondo. Dici Tour Eiffel e dici Paris, France e… amore.