A Piacenza uno scrigno prezioso che pochi conoscono: l'Ecce Homo di Antonello da Messina pezzo forte del Collegio Alberoni

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Giovanni Bosi, Piacenza

Ti assale l'emozione quando nella semioscurità del caveau ti trovi face-to-face con l'Ecce Homo di Antonello da Messina. Un capolavoro assoluto dell'arte. Lo sguardo malinconico e deluso di Gesù esprime con forza tutto il dramma della Passione. Questo “quadretto” conservato con ogni possibile cura, è stato realizzato nel Quattrocento dal grande pittore siciliano, il primo a fondere in un difficile equilibrio la luce, l'atmosfera e l'attenzione al dettaglio della pittura fiamminga con la monumentalità e la spazialità razionale della scuola italiana. Siamo nel Collegio Alberoni di Piacenza, a sua volta monumento della cultura. Che in pochi conoscono.

 

(TurismoItaliaNews) I tesori d'arte del Collegio fanno pendant con la mission di questa istituzione voluta nel 1751 dal cardinale Giulio Alberoni per formare sacerdoti della diocesi di Piacenza che non avevano i mezzi necessari per sostenere gli studi. Lo affidò ai Padri Vincenziani, conosciuti durante la sua dimora a Roma. Dalla sua fondazione il Collegio è da sempre dedito alla formazione e al rispetto del suo ruolo, custodendo un ricco patrimonio di arte e cultura. Così quando entri nel grande complesso in Via Emilia Parmense, avverti subito un'atmosfera che sembra non aver subìto alcuna influenza da quel che è accaduto e accade ancora al di fuori.

A Piacenza uno scrigno prezioso che pochi conoscono: l'Ecce Homo di Antonello da Messina pezzo forte del Collegio Alberoni

A Piacenza uno scrigno prezioso che pochi conoscono: l'Ecce Homo di Antonello da Messina pezzo forte del Collegio Alberoni

Ritratto di Giulio Alberoni, la vera icona del fondatore del Collegio dipinta da Giovanni Maria delle Piane, detto il Mulinaretto (1660 - 1745)

Nato seguendo gli insegnamenti dell'Illuminismo e per questo immediatamente all'avanguardia, oggi il Collegio è un punto di riferimento mondiale per quanti hanno la vocazione. Percorri i lunghi, silenziosi corridoi gettando ogni tanto lo sguardo verso il chiostro esterno, immaginandolo immutato in questi 250 anni. “Perché il Collegio potesse funzionare e realizzare le sue finalità il cardinale Giulio Alberoni lo ha fornito dei mezzi economici necessari – ci spiega la nostra guida Claudia Marchionni – lo ha arricchito di opere culturali, scientifiche e artistiche che lo hanno reso famoso nei vari campi della cultura, oltre che nel mondo religioso ed ecclesiale”. Un posto straordinario, imperdibile. E Claudia si rivela la persona giusta per capire l'essenza del Collegio.

Il primo approccio è con la monumentale Biblioteca e la sua raccolta di libri incredibili come incunaboli e cinquecentine, dei quali il più antico è la “Historia romana” di Eutropio. Tutto ancora oggi è consultato da studiosi e ricercatori che arrivano qui appositamente. E poi l’Appartamento del Cardinale, diventato il sancta sanctorum del nucleo più pregiato e prezioso dei capolavori artistici della collezione di Giulio Alberoni, ora perfettamente musealizzato. Ti rapisce la bellezza della straordinaria collezione di argenti con una selezione di veri e propri tesori dell’oreficeria del Settecento; o il carisma del famoso dittico di Jan Provost: la Madonna della fontana e il Bicchiere con fiori entro una nicchia, capolavori dipinti dall'artista vissuto tra il 1462 e il 1529, tra i più preziosi della collezione alberoniana, con i quali il pittore offre una sofisticata interpretazione dell’iconografia della Vergine.

A Piacenza uno scrigno prezioso che pochi conoscono: l'Ecce Homo di Antonello da Messina pezzo forte del Collegio Alberoni

A Piacenza uno scrigno prezioso che pochi conoscono: l'Ecce Homo di Antonello da Messina pezzo forte del Collegio Alberoni

Il famoso dittico di Jan Provost: la Madonna della fontana e il Bicchiere con fiori entro una nicchia, capolavori dipinti dall'artista vissuto tra il 1462 e il 1529

“Un’atmosfera intima e colloquiale pervade la composizione di Antonello da Messina, nella quale la Madonna col Bambino è raffigurata sotto un sontuoso baldacchino sostenuto dagli angeli e all’interno di un giardino fiorito, entro il quale troneggia una fontana. Il simbolismo della scena si rifà alla sposa del Cantico dei cantici, tradizionalmente identificata con la Madonna, paragonata a un hortus conclusus e a una 'fonte di giardini'” è la spiegazione che forniscono gli storici dell'arte per queste due piccole grandi opere di Jan Provost.

Ma il più osservato è sicuramente l’Ecce Homo (o Cristo alla colonna) di Antonello da Messina (1430-1479 circa), vera perla della collezione di Alberoni. “Il Cristo rivolge gli occhi allo spettatore, esprimendo intensamente i suoi sentimenti; la ripresa ravvicinata conferisce alla rappresentazione una forte carica drammatica, provocando in chi osserva un forte coinvolgimento emotivo. La composizione è stata più volte replicata da Antonello, ma è proprio in questa versione e in quella conservata al Louvre, che l’artista conquista una stupefacente sintesi tra realismo lenticolare di ascendenza fiamminga e visione plastico-prospettica della civiltà figurativa italiana” dicono gli esperti. L’eccezionale conservazione ci fa apprezzare a pieno la raffinata resa dei peli della barba, le lacrime, le stille di sangue, che contribuiscono all’effetto potentemente drammatico e realistico di questo doloroso volto di Cristo. La possibilità di guardare gli occhi di Cristo così da vicino, in un'atmosfera raccolta appositamente pensata e ammirare il piccolo cartiglio sul quale l'artista ha inserito la propria firma, fa venire la pelle d'oca. Sembra una fotografia tanto è veritiera nei suoi dettagli.

L'Ecce Homo di Antonello da Messina

L'Ecce Homo di Antonello da Messina

La visita al Collegio Alberoni va effettuata in punta di piedi, nel senso che il silenzio che esorta ad osservare mentre si percorrono i suoi corridoi, quando si visita l'Appartamento del Cardinale o quando da quest'ultimo si ha la possibilità di affacciarsi sulla navata della chiesa attigua, è parte integrante e irrinunciabile del “viaggio esperienziale” che compie in questo antico edificio. “Non bisogna però mai dimenticare che il fiore all’occhiello del Collegio è sempre stato la cura e l’impegno per la formazione dei seminaristi, prima di tutto per la chiesa locale, e poi come possibilità offerta ad altre chiese, in varie parti del mondo” è l'ammonimento. E del resto la validità di tale formazione è dimostrata anche dai tanti sacerdoti che qui si sono formati e che hanno assunto compiti importanti nella Chiesa: cardinali, vescovi, nunzi apostolici.

Galleria Alberoni, Via Emilia Parmense 67
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www.collegioalberoni.it

Alcune delle opere conservate nell'Appartamento del Cardinale

La chiesa interna del Collegio Alberoni

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