A Piacenza uno scrigno prezioso che pochi conoscono: l'Ecce Homo di Antonello da Messina pezzo forte del Collegio Alberoni

Giovanni Bosi, Piacenza
Ti assale l'emozione quando nella semioscurità del caveau ti trovi face-to-face con l'Ecce Homo di Antonello da Messina. Un capolavoro assoluto dell'arte. Lo sguardo malinconico e deluso di Gesù esprime con forza tutto il dramma della Passione. Questo “quadretto” conservato con ogni possibile cura, è stato realizzato nel Quattrocento dal grande pittore siciliano, il primo a fondere in un difficile equilibrio la luce, l'atmosfera e l'attenzione al dettaglio della pittura fiamminga con la monumentalità e la spazialità razionale della scuola italiana. Siamo nel Collegio Alberoni di Piacenza, a sua volta monumento della cultura. Che in pochi conoscono.
(TurismoItaliaNews) I tesori d'arte del Collegio fanno pendant con la mission di questa istituzione voluta nel 1751 dal cardinale Giulio Alberoni per formare sacerdoti della diocesi di Piacenza che non avevano i mezzi necessari per sostenere gli studi. Lo affidò ai Padri Vincenziani, conosciuti durante la sua dimora a Roma. Dalla sua fondazione il Collegio è da sempre dedito alla formazione e al rispetto del suo ruolo, custodendo un ricco patrimonio di arte e cultura. Così quando entri nel grande complesso in Via Emilia Parmense, avverti subito un'atmosfera che sembra non aver subìto alcuna influenza da quel che è accaduto e accade ancora al di fuori.
Nato seguendo gli insegnamenti dell'Illuminismo e per questo immediatamente all'avanguardia, oggi il Collegio è un punto di riferimento mondiale per quanti hanno la vocazione. Percorri i lunghi, silenziosi corridoi gettando ogni tanto lo sguardo verso il chiostro esterno, immaginandolo immutato in questi 250 anni. “Perché il Collegio potesse funzionare e realizzare le sue finalità il cardinale Giulio Alberoni lo ha fornito dei mezzi economici necessari – ci spiega la nostra guida Claudia Marchionni – lo ha arricchito di opere culturali, scientifiche e artistiche che lo hanno reso famoso nei vari campi della cultura, oltre che nel mondo religioso ed ecclesiale”. Un posto straordinario, imperdibile. E Claudia si rivela la persona giusta per capire l'essenza del Collegio.
Il primo approccio è con la monumentale Biblioteca e la sua raccolta di libri incredibili come incunaboli e cinquecentine, dei quali il più antico è la “Historia romana” di Eutropio. Tutto ancora oggi è consultato da studiosi e ricercatori che arrivano qui appositamente. E poi l’Appartamento del Cardinale, diventato il sancta sanctorum del nucleo più pregiato e prezioso dei capolavori artistici della collezione di Giulio Alberoni, ora perfettamente musealizzato. Ti rapisce la bellezza della straordinaria collezione di argenti con una selezione di veri e propri tesori dell’oreficeria del Settecento; o il carisma del famoso dittico di Jan Provost: la Madonna della fontana e il Bicchiere con fiori entro una nicchia, capolavori dipinti dall'artista vissuto tra il 1462 e il 1529, tra i più preziosi della collezione alberoniana, con i quali il pittore offre una sofisticata interpretazione dell’iconografia della Vergine.
“Un’atmosfera intima e colloquiale pervade la composizione di Antonello da Messina, nella quale la Madonna col Bambino è raffigurata sotto un sontuoso baldacchino sostenuto dagli angeli e all’interno di un giardino fiorito, entro il quale troneggia una fontana. Il simbolismo della scena si rifà alla sposa del Cantico dei cantici, tradizionalmente identificata con la Madonna, paragonata a un hortus conclusus e a una 'fonte di giardini'” è la spiegazione che forniscono gli storici dell'arte per queste due piccole grandi opere di Jan Provost.
Ma il più osservato è sicuramente l’Ecce Homo (o Cristo alla colonna) di Antonello da Messina (1430-1479 circa), vera perla della collezione di Alberoni. “Il Cristo rivolge gli occhi allo spettatore, esprimendo intensamente i suoi sentimenti; la ripresa ravvicinata conferisce alla rappresentazione una forte carica drammatica, provocando in chi osserva un forte coinvolgimento emotivo. La composizione è stata più volte replicata da Antonello, ma è proprio in questa versione e in quella conservata al Louvre, che l’artista conquista una stupefacente sintesi tra realismo lenticolare di ascendenza fiamminga e visione plastico-prospettica della civiltà figurativa italiana” dicono gli esperti. L’eccezionale conservazione ci fa apprezzare a pieno la raffinata resa dei peli della barba, le lacrime, le stille di sangue, che contribuiscono all’effetto potentemente drammatico e realistico di questo doloroso volto di Cristo. La possibilità di guardare gli occhi di Cristo così da vicino, in un'atmosfera raccolta appositamente pensata e ammirare il piccolo cartiglio sul quale l'artista ha inserito la propria firma, fa venire la pelle d'oca. Sembra una fotografia tanto è veritiera nei suoi dettagli.
La visita al Collegio Alberoni va effettuata in punta di piedi, nel senso che il silenzio che esorta ad osservare mentre si percorrono i suoi corridoi, quando si visita l'Appartamento del Cardinale o quando da quest'ultimo si ha la possibilità di affacciarsi sulla navata della chiesa attigua, è parte integrante e irrinunciabile del “viaggio esperienziale” che compie in questo antico edificio. “Non bisogna però mai dimenticare che il fiore all’occhiello del Collegio è sempre stato la cura e l’impegno per la formazione dei seminaristi, prima di tutto per la chiesa locale, e poi come possibilità offerta ad altre chiese, in varie parti del mondo” è l'ammonimento. E del resto la validità di tale formazione è dimostrata anche dai tanti sacerdoti che qui si sono formati e che hanno assunto compiti importanti nella Chiesa: cardinali, vescovi, nunzi apostolici.
Galleria Alberoni, Via Emilia Parmense 67
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www.collegioalberoni.it