Abbazia di Montevergine: da nove secoli domina il massiccio del Monte Partenio, la storia del cuore del medioevo cristiano

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Eugenio Serlupini, Avellino

La cornice è quella del Parco Regionale del Monte Partenio, poco meno di 15mila ettari distribuiti sia nella parte appenninica che nelle adiacenti Valle Caudina, Valle del Sabato e Vallo di Lauro-Baianese. Siamo in Campania, tra le province di Avellino e Benevento. E’ qui che sul massiccio, nell’ameno contesto paesaggistico, si erge da nove secoli l’Abbazia di Montevergine: la storia di questo santuario non deve la sua origine ad un’apparizione mariana ma piuttosto allo spirito ascetico mariano del fondatore e dei suoi discepoli, che vollero costruire a Montevergine un faro di devozione alla Madonna.

 

(TurismoItaliaNews) Si celebra in questo 2024 il nono centenario della fondazione dell’Abbazia di Montevergine: è nel XII secolo, cuore del medioevo cristiano, che San Guglielmo da Vercelli incarna una delle immagini più elevate dell’uomo di Dio. “Apostolo e pellegrino, Guglielmo dedica la sua vita alla diffusione del Vangelo in ogni luogo e presso ogni genere di umanità”: la sottolineatura è del Vaticano, che ha voluto celebrare l’anniversario con l’emissione di un francobollo in distribuzione dal 21 maggio, con il valore di 1,25 euro, illustrato con un dettaglio dell’Abbazia tratto dall’affresco Principatus Salerni del 1585 circa, conservato nella Galleria delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani. La bozzettista è Orietta Rossi, la stampa è dell’olandese Royal Joh. Enschedé.

La storia racconta che San Guglielmo, quando un giorno giunse ai piedi del monte Partenio, pensò che fosse il luogo più adatto per costruire un tempio alla Madonna “da offrire alle future generazioni come testamento di fede”. Era il 1124: il fondatore si preoccupò subito di accogliervi i suoi nuovi fratelli, tanto che prima ancora che la primitiva chiesa fosse consacrata, erano già state costruite alcune celle e un ospizio per il riparo dei pellegrini. In poco tempo, quindi, Guglielmo si ritrovò a capo di una congregazione di monaci desiderosi di vivere secondo il suo esempio, scegliendo uno stile di vita improntato all’umiltà e alle rinunce della carne a favore dell’ascesi spirituale.

Oggi il complesso religioso è strutturato intorno a due edifici di culto: la Basilica Cattedrale, realizzata nel 1960, all’interno della quale riposa il corpo di San Guglielmo da Vercelli, fondatore di Montevergine e Patrono d’Irpinia, e la Basilica Antica, di stile barocco, opera di Gian Giacomo di Conforto, edificata sui resti dell’impianto medievale. Apostolo e pellegrino, perennemente in marcia, Guglielmo ha dedicato la sua vita, per molti aspetti avventurosa e fantasiosa, alla diffusione del Vangelo in ogni luogo e presso ogni genere di umanità. Nell’ambito del cristianesimo medievale, ha rappresentato un anello di congiunzione fra le esperienze dei monaci che guidarono la riforma dell’ordine benedettino dagli eremi di Camaldoli, Vallombrosa e Chiaravalle, e il ritorno ad una religiosità più viva e spontanea, semplice e popolare, meglio adatta a interpretare il modello evangelico. Per questo motivo Guglielmo è stato spesso affiancato alla figura di San Francesco, sebbene il Poverello di Assisi nascerà soltanto quarant’anni dopo la morte del fondatore di Montevergine.

Nella visita della Basilica antica si procede, secondo l’assetto originario, partendo dall’atrio coperto, che viene delimitato dall’ampia portata del cancello in ferro (realizzato dalla fonderia De Lamorte di Napoli, su disegno dell’ingegner Felice Treicher nel 1885), improntato allo stile gotico, perché si adattasse al portale della Basilica. Al suo interno, sei lapidi in marmo in latino: la prima, posta in alto a sinistra, riassume la storia del Santuario così come si narrava nel Settecento; la seconda, collocata a destra, è da considerarsi un atto di riverenza dei Padri Cassinesi P.O. a papa Leone XIII, benefattore di Montevergine.

Il Parco regionale del Partenio. I centri urbani sono dislocati soprattutto nella fascia pedemontana e le strade che li collegano formano un circuito che circonda l’intero complesso montuoso. La catena del Partenio, lunga 30 chilometri, si colloca tra il Monte Taburno e il complesso dei Monti Picentini. Le cime maggiori sono Montevergine (1.480 metri), Monte Avella (1.598 metri) e Monte Ciesco Alto (1.357 metri). Di notevole interesse sono le varie grotte presenti sul territorio mentre è ingente la presenza di fossili ritrovati sul territorio. Il suolo del Partenio è formato per buona parte da materiali di origine vulcanica, provenienti dal vicino complesso del Somma-Vesuvio. Si tratta di suoli particolarmente fertili.

Per saperne di più
santuariodimontevergine.it
postevaticane.va
parcopartenio.it

 

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