La casa più stretta del mondo? E’ a Le Havre, in Normandia: nella culla dell’Impressionismo l’arte moderna la rende un museo all’aperto [ VIDEO ]

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Giovanni Bosi, Le Havre / Francia

Una costruzione incredibile, tanto da conquistarsi l’appellativo della casa più stretta del mondo: 7 metri di lunghezza, 1,3 metri di larghezza e 16 metri di altezza. Non è l’effetto di un piano urbanistico curioso perché qui a Le Havre, in Normandia, culla dell’Impressionismo, anche l’arte contemporanea è di… casa e così l’artista austriaco Erwin Wurm ha voluto realizzare un capolavoro unico diventato una vera attrazione: è la Narrow House, in Place Érignac. E c’è anche molto altro da vedere gironzolando per la città, magari con una bici a pedalata assistita.

 

(TurismoItaliaNews) Le Havre non finisce di sorprenderti. Questa città della Normandia affacciata sul Canale della Manica ha tanti primati da sfoggiare, complice la creatività di tante persone che hanno saputo renderla una meta internazionale con la loro fantasia. Gli Impressionisti in primis, con Claude Monet che proprio qui nel 1872 ha dipinto “Impression soleil levant” dando il via libera al meglio della pittura dell’epoca: Boudin, Monet, Jongkind... E poi Auguste Perret, l’urbanista che ha dato vita ad un progetto di ricostruzione post-bellico che non è solo urbano e architettonico, ma riguarda anche gli stili di vita, portando in dote il suggello dell’Unesco. E ancora, l’audace architettura del MuMa, che accoglie una splendida collezione di dipinti: non solo Boudin o Monet, ma pure Renoir, Pissarro, Sisley, Degas o anche Courbet e Corot…

“ Catène de Containers” dell’artista francese Vincent Ganivet

La gigantesca scultura di Fabien Merelle “Jusqu'au Bout du Monde” sulla diga Augustin-Normand all’imbocco del porto, con un padre che tiene sua figlia a cavalcioni sulle spalle, impegnati a scrutare il mare…

Quando si parla di Le Havre non si può fare a meno di ripercorrere il ricco palmares di questa incredibile città. Che forte di tanti risultati inanellati nel tempo non è rimasta a guardare. Così anno dopo anno quel museo all’aperto che si ritrova ad essere, si arricchisce grazie all’iniziativa “Un Eté au Havre” di incredibili opere d’arte mastodontiche e controverse. Perché a ben guardare quassù in Normandia gli spazi non sono proprio un problema, tanto da essere di fronte ad un autentico gigantismo in tutto. Porto compreso, anzi il Grand Port Maritime du Havre, costituito da una serie di bacini-canali come il canal de Tancarville e il canal du Havre (che collegano la città alla Senna, nei pressi del ponte di Tancarville) e uno dei più grandi d’Europa, con milioni di containers movimentati. Non è dunque un caso se un’installazione artistica “parla” proprio di container: è la poliedrica “Catène de Containers” dell’artista francese Vincent Ganivet, posizionata a due passi dal porto in Quai Southampton.

Oppure l’altra gigantesca scultura di Fabien Merelle “Jusqu'au Bout du Monde” sulla diga Augustin-Normand all’imbocco del porto, con un padre che tiene sua figlia a cavalcioni sulle spalle, impegnati a scrutare il mare… Ci sono poi la casetta con i piedi “No reason to move” di Max Coulon e il Totem dell’artista Izumi Kato in Place Saint-Vincent, il capodoglio gigante firmato da Atelier Van Lieshout sulla spiaggia, la Sea Witch di Klara Kristolova sul tetto di un edificio portuale, il gioco d’acqua “Impact” di Stéphane Tidet di fronte al “vulcano” di Oscar Niemeyer; l’opera d’arte di Lang/Baumann sulla spiaggia che gioca con la prospettiva della “Porte Océane”; “Apparitions” del tedesco Stephan Balkenhol come figure posizionate su uno degli edifici di Perret…

La casetta con i piedi “No reason to move” di Max Coulon

Il Totem dell’artista Izumi Kato in Place Saint-Vincent

La curiosità è fortissima quando sei davanti ad una di queste opere d’arte, così come è irresistibile la voglia di istagrammarli perché vengono benissimo… Al pari della Narrow House, un capolavoro unico di Erwin Wurm posizionato nel parco pubblico in Place Érignac. Il modello è quello di una casa di periferia degli anni Sessanta, le cui dimensioni ridotte (sembra una casa stretta in una pressa!) sono fantastiche. Ovviamente l’interno si può visitare e cogliere la particolarità anche da un altro punto di vista, perché ovviamente dentro tutto è pensato per essere in linea con le dimensioni dell’edificio… Con questa sua creazione Erwin Wurm ha voluto ricreare la casa dei suoi genitori in versione angusta e schiacciata, per arrivare a riflettere sulla società compressa, sulla claustrofobia delle periferie e conseguentemente delle nostre menti. Una riflessione tra umorismo ed assurdo per far riflettere le persone sul mondo in cui viviamo.

Grazie al programma “Un Eté au Havre”, iniziato nel 2017 in concomitanza con il 500° anniversario della fondazione di Le Havre, ogni estate i principali artisti contemporanei vengono invitati a condividere la loro visione della città, immaginando un’opera appositamente creata sul posto. Anche alla stazione ferroviaria, dove le vetrate hanno ricevuto un tocco di colore da parte di Isabelle Cornaro. Sorprese che ogni estate, anno dopo anno, fanno esclamare “wow” quando siete a Le Havre…

Per saperne di più

“Apparitions” del tedesco Stephan Balkenhol come figure posizionate su uno degli edifici di Perret

La stazione ferroviaria, dove le vetrate hanno ricevuto un tocco di colore da parte di Isabelle Cornaro

 

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www.france.fr/it
www.lehavretourisme.com
wwws.airfrance.it
www.sncf-connect.com

 

Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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