[ REPORTAGE ] In crociera sull’Elba verso i Vigneti Reali di Pillnitz: è come entrare in un dipinto romantico che prende vita

Giovanni Bosi, Pillnitz / Germania
Salpare da Dresda per una crociera sul maestoso fiume Elba, è come entrare in un dipinto romantico che prende vita. Le guglie barocche della città si allontanano lentamente mentre il battello scivola sull’acqua placida, lasciandosi alle spalle il profilo elegante della Frauenkirche, prima di passare sotto al Loschwitzer Brücke, il Blaues Wunder, il ponte a traliccio del 1893. A ogni ansa del fiume, la Sassonia rivela i suoi tesori: ville storiche, colline verdi punteggiate di vigneti e, infine, l’elegante sagoma del castello di Pillnitz, la nostra meta, che appare tra gli alberi come una visione da fiaba. È un viaggio breve, ma capace di racchiudere secoli di storia, arte e natura in pochi, indimenticabili chilometri.
(TurismoItaliaNews) La tappa nei Vigneti Reali di Pillnitz è un’esperienza da ricordare. Qui la vite cresce su pendii baciati dal sole, e le antiche cantine raccontano storie di sovrani e viticoltori. Si degustano i vini bianchi freschi e minerali della zona — come il Goldriesling o il Müller-Thurgau — in un’atmosfera di pura armonia tra natura e cultura. Ed è un’esperienza anche perché la crociera sull’Elba è un lento abbandonarsi alla bellezza, tra acque che riflettono il cielo, vigneti che profumano di storia, e castelli che sembrano custodire ancora oggi i segreti di un passato regale. Come Pillnitz, appunto.
Se dal fiume si apprezza immediatamente la consistenza del complesso, è in realtà dall’ingresso principale che si ha contezza delle dimensioni effettive del Palazzo, anzi dei palazzi visto che sono tre edifici distinti legati da un giardino barocco e circondati da un grande parco pubblico: il Wasserpalais sul lungofiume; il Bergpalais sul fianco della collina e il Neues Palais, che li collega sul lato est. Oggi qui sono ospitati due musei, il Kunstgewerbemuseum e lo Schlossmuseum, ma nel passato il complesso è stato la residenza estiva di molti sovrani della Sassonia ed è stato anche il luogo in cui nel 1791 è stata promulgata la Dichiarazione di Pillnitz. Ovvero l’intesa tra i regnanti di Austria e Prussia interpretata dall'Assemblea nazionale francese, fresca fresca di rivoluzione, come una dichiarazione di guerra delle potenze europee.
Non c’è dubbio, in ogni caso, che questo straordinario quanto scenografico luogo, inno alla bellezza e all’opulenza, resta legato alla figura di Augusto il Forte, duca e principe elettore di Sassonia (con il nome di Federico Augusto I) e re di Polonia con il nome di Augusto II. Un personaggio incredibile, votato ad essere il novello Re Sole, e particolarmente attento al dettaglio, al collezionismo e all’amore per il bello. In fondo è grazie a lui se tanti tesori artistici ed architettonici del Settecento sono giunti fino a noi. Basta visitare a Dresda la Volta Verde, la Grünes Gewölbe, uno dei tesori più ricchi di tutta Europa, con la Camera del tesoro (distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e riaperta nel 2006) che accoglie affascinanti opere d’arte, fruibili nel loro originale allestimento barocco. Oltre 3.000 capolavori di gioielleria e oreficeria, come le gioie in ambra e avorio, i recipienti tempestati di pietre preziose e le artistiche statuette in bronzo, esposti liberamente nelle sale, che si susseguono seguendo una propria drammaturgia.
Ma torniamo a Pillnitz, il cui Palazzo originario in prima battuta donato da Augusto il Forte alla sua amante, la Contessa von Cosel, e dopo che quest’ultima cadde in disgrazia (con l’esilio al Castello di Stolpen) si ampliò per volontà del Principe con la costruzione del Palazzo sulla Collina e del Palazzo sul Fiume, secondo i progetti dell’architetto Matthäus Daniel Pöppelmann. Nel Museo del Palazzo, nel Neues Palais, viene riproposto un piccolo pezzo di vita quotidiana reale: la mostra permanente “Da palazzo dei giochi a residenza estiva” comprende l’unico edificio neoclassico con cupola di Dresda, la ricostruita cucina di corte reale e la cappella cattolica.
L’esplorazione di tutto il complesso richiede un po’ di tempo che è bene dedicargli senza limiti, perché ogni angolo è una scoperta. A partire dalla camelia che ha 250 anni. Sì, avete letto bene: secondo la leggenda, ci raccontano durante la nostra visita, il botanico svedese Karl Peter Thunberg portò quattro piante di camelia dal suo viaggio in Giappone nel 1779 ai Royal Botanic Gardens di Kew, vicino a Londra. Una rimase a Kew, si dice che le altre tre siano state donate ad Hannover, Schönbrunn e Pillnitz. “Se ciò fosse vero, la camelia di Pillnitz sarebbe l'unica pianta sopravvissuta. Sebbene le recenti ricerche genetiche non possano provare questa leggenda su Thunberg, purtroppo non ne chiariscono ancora l'origine esatta. Una cosa è certa, però: la camelia fu piantata nella sua posizione attuale dal giardiniere di corte Terscheck già nel 1801”. Per proteggerla è stata realizzata un’enorme sfera mobile in acciaio e vetro che consente di ammirarla da vicino, in tutta la sua incredibile altezza. Fantastica! E rimanendo in tema green, altrettanto affascinante è la “Casa delle palme” con piante esotiche provenienti da Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda.
Quando al tramonto è ora di ripartire, una luce dorata che avvolge il Castello in un’atmosfera magica. Il battello a pale della Weiße Flotte Sachsen GmbH ci riporta verso Dresda con un ritmo altrettanto dolce, quasi meditativo: si scivola sull’Elba mentre il paesaggio muta con grazia. I castelli fiabeschi arroccati sulle alture scorrono davanti ai nostri occhi quasi come un film onirico, insieme alle dimore nobiliari immerse tra vigneti ordinati e ai piccoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato. Qui in Sassonia un’altra giornata è trascorsa e per certi versi sembra ancora di essere ai tempi di Augusto il Forte. Almeno se con il cuore si pensa alla bellezza…
Per saperne di più
www.schlosspillnitz.de/en
www.saechsische-dampfschifffahrt.de
www.dresden.de/it
www.kunsthof-dresden.de
www.sassoniaturismo.it
www.germany.travel/en
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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