Bonus Terme, più ostacoli che benessere: dopo la difficoltà ad ottenerlo, le strutture si ingolfano e fruirne diventa un problema

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Giovanni Bosi

Il Buon Terme? Se nell'intenzione è un'iniziativa lodevole, nel concreto beneficiarne è un vero e proprio problema. A giudicare dai “ritagli” di tempo messi a disposizione dalle strutture convenzionate per far spendere i 200 euro concessi a quanti sono riusciti ad ottenerli, e dalle prestazioni proposte, che spesso e volentieri non sono proprio quelle che si vorrebbero. Così, tra le difficoltà a scegliere una data per l'attivazione del bonus entro il termine massimo previsto; e la spinta a scegliere servizi che non interessano, per gli utenti le difficoltà non mancano. Abbiamo sentito dunque Codacons e Federterme.

 

(TurismoItaliaNews) Le questioni segnalateci da moltissimi lettori sono praticamente sempre gli stessi e cioè la difficoltà a scegliere una data (in base alle proprie esigenze) per l'attivazione del bonus entro il termine massimo previsto; difficoltà di prenotazione a causa di piattaforme spesso non chiare e che forniscono risposte negative al tentativo di prenotazione; difficoltà nel ricevere informazioni chiare ai call center messi a disposizione dalle strutture, con gli operatori che in taluni casi ammettono il malfunzionamento delle piattaforme di prenotazione; spinta a scegliere servizi / prestazioni che non interessano con la conseguenza di dover poi scegliere ulteriori servizi extra a pagamento. E poi un incremento dei prezzi dopo la notizia del Bonus.

Bonus Terme, più ostacoli che benessere: dopo la difficoltà ad ottenerlo, le strutture si ingolfano e fruirne diventa un problema

Bonus Terme, più ostacoli che benessere: dopo la difficoltà ad ottenerlo, le strutture si ingolfano e fruirne diventa un problema

Argomenti e perplessità che ha raccolto anche Codacons, l'associazione dei consumatori. Problemi che peraltro hanno riguardato anche i gestori delle stesse strutture. “Come Codacons abbiamo seguito l'iter del bonus terme, ravvedendo da subito alcune criticità. La prima è quella dei fondi messi a disposizione, decisamente insufficienti considerata la platea di consumatori interessata – conferma Stefano Zerbi - il secondo aspetto riguarda l'assenza di limiti Isee che hanno permesso anche a chi non aveva bisogno di sussidi di ottenere il bonus, sottraendolo magari a famiglie non agiate. Per quanto riguarda le prenotazioni, le segnalazioni degli utenti hanno riguardato sia la poca trasparenza dell'intera procedura, sia l'impossibilità di conoscere in quale modo le strutture termali abbiano presentato le domande e gestito le prenotazioni. Numerosi stabilimenti termali hanno infatti aperto le pre-prenotazioni prima dell'8 novembre – aggiunge Stefano Zerbi di Codacons - dovendole chiudere nell'arco di pochissimo tempo a causa della mole di richieste arrivate. Questo ha fatto si che alla partenza del bonus molte strutture avessero già esaurito le disponibilità, con la conseguenza che migliaia di utenti si sono ritrovati a bocca asciutta”. Codacons ha raccolto “difficoltà di accesso alla piattaforma segnalate da alcuni piccoli gestori termali, a causa di problemi tecnici. In definitiva, la maggior parte degli utenti che ha fatto domanda per il bonus terme , non è riuscita ad accedere all'incentivo, e solo pochi fortunati potranno beneficiare della misura. Tra l'altro, segnaliamo anche palesi discriminazioni a livello territoriale: chi risiede in regioni che contavano un elevato numero di strutture accreditate (come il Veneto, con 74 strutture) ha avuto più possibilità di godere del bonus rispetto a chi risiede ad esempio in Piemonte (solo 1 struttura)”.

Da parte sua Federterme ci dà una chiave di lettura per ogni questione sollevata. “L’ampliamento delle prestazioni acquistabili col bonus contenuto nel decreto del Mise a tutti i servizi erogati dalle terme (e non più solo quelli sanitari) ha comportato un incremento imprevisto della domanda che, per quanto riguarda le prestazioni benessere, tende a concentrarsi su periodi e 'prodotti' determinati, per lo più, fine settimana e massaggi – evidenzia Federica Mancinelli, responsabile Comunicazione di Federterme Confindustria - è di tutta evidenza come il termine di 60 giorni previsto dal decreto – termine che fino ad oggi non è stato prorogato – rende sostanzialmente impossibile soddisfare la domanda anche a causa del periodo invernale e della stretta dovuta all’ondata Covid. È bene evidenziare che tutte le terme che hanno aderito al bonus hanno prolungato sia il periodo che l’orario di apertura ed hanno assunto personale extra, proprio per cercare di soddisfare tutte le richieste. Un’ulteriore complicazione nasce poi dal fatto che il ritardo nello start up dell’iniziativa Bonus ha fatto sì che la domanda per l’agevolazione si sovrapponesse con quella del periodo prenatalizio (Immacolata) e natalizio con soggiorni e prestazioni prenotate da parecchio tempo prima”.

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Rispetto alla creazione, poi, di pacchetti ad hoc proposti alla clientela beneficiaria del bonus, ci spiega ancora Federica Mancinelli, responsabile Comunicazione di Federterme Confindustria - “si colloca nella stessa logica di agevolare la fruizione del bonus e decongestionare i picchi di richieste. In questo quadro, non ci risulta che alcuna delle aziende aderenti a Federterme abbia ritoccato all’insù i prezzi dei trattamenti, anzi spesso i prezzi sono stati ridotti”.

 

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