Lucio Dalla, Pino Daniele e Giorgio Gaber: la musica italiana si ritrova anche sui nuovi francobolli dedicati alle Eccellenze

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Eugenio Serlupini, Roma

Tre grandi della musica italiana contemporanea ricevono il tributo dentellato. Lucio Dalla, Pino Daniele e Giorgio Gaber sono i soggetti dei francobolli entrati in circolazione il 2 ottobre 2019 nell’ambito della serie tematica “Le eccellenze italiane dello spettacolo”: delimitati dal particolare di un disco in vinile, raffigurano i ritratti degli artisti.

 

(TurismoItaliaNews) Amatissimi, celebratissimi, indimenticabili. Le loro canzoni ormai fanno parte del patrimonio collettivo e della cultura italiana.

Giorgio Gaber

Giorgio Gaberscik, in arte Gaber, era nato a Milano il 25 gennaio 1939. “Gli anni Sessanta lo vedono indiscusso e autorevole protagonista dello spettacolo italiano con numerosissime incisioni discografiche – ricorda Dalia Gaberscik - e con un’intensa attività televisiva anche nel ruolo di conduttore di diversi programmi di grande spessore e successo: ‘Canzoni da mezza sera’ (1962); ‘Canzoniere minimo’ (1963); ‘Questo e quello’ (1964); ‘Diamoci del tu’ (1967); ‘…E noi qui’ (1970). Sono gli anni della fortunata collaborazione con lo scrittore Umberto Simonetta, co-autore dei suoi più importanti e popolari successi discografici, e delle prime frequentazioni col pittore Sandro Luporini. Ed è proprio con Luporini che Gaber, a partire dal 1970, cambia decisamente strada creando l’inedita forma artistica del "Teatro Canzone" che porta in scena dal 1970 al 2000”. Nel 2001 a seguito della forzata interruzione dell’attività teatrale, si dedica alla discografia con due album: "La mia generazione ha perso" (2001) e "Io non mi sento italiano" (pubblicato postumo nel 2003) che ottengono uno straordinario successo di vendita e lo consacrano protagonista d'eccellenza anche nell’ambito della pura canzone d’autore. Il primo gennaio 2003 Giorgio Gaber si spegne nella sua casa di Camaiore (Lucca). Riposa al Famedio del Cimitero Monumentale di Milano con coloro che hanno contribuito a rendere grande la metropoli lombarda.

Lucio Dalla

Lucio Dalla è nato a Bologna il 4/3/43, data che è entrata nella storia della musica italiana come titolo di una delle sue più famose, ironiche e commoventi canzoni. “Cantautore, compositore e musicista, ha arricchito il mondo con le melodie e la poetica delle sue storie – scrivono Daniele Caracchi, presidente di Pressing Line, e Andrea Faccani, presidente della Fondazione Lucio Dalla - ma Lucio Dalla è stato anche attore e regista, appassionato ed esperto d’arte, innamorato del cinema e della fotografia e affascinato dalla poesia. Al centro della sua vita c’è stata sempre l’arte, di cui si è nutrito, che lo ha ispirato e che egli stesso ha alimentato con una produzione artistica acclamata a livello mondiale, eterogenea e ricchissima”. La storia di Lucio Dalla non è certo finita nel 2012, ma continua e si rinnova nel ricordo di tutti gli appassionati della sua musica e nelle iniziative della Fondazione Lucio Dalla e di Pressing Line. La Fondazione Lucio Dalla è nata infatti dalla volontà dei cugini dell’artista di ricordarne e diffonderne la storia artistica e umana, valorizzandone la genialità attraverso la realizzazione di iniziative in ambito artistico, culturale, sociale anche lavorando insieme a Pressing Line, la storica casa discografica che l’artista fondò per offrire opportunità ai giovani talenti e che ancora oggi continua in questo intento, fedele al pensiero di Dalla che vedeva nei giovani e nella loro creatività il seme del futuro.

Pino Daniele in un concerto ad Umbria Jazz all'Arena Santa Giuliana di Perugia

Nella storia delle culture musicali italiane del secondo Novecento esiste un “prima” e un “dopo” Pino Daniele (Napoli, 19 marzo 1955 – Roma, 4 gennaio 2015). “La sua attività – argomenta Pasquale Scialò, docente di musicologia e storia della musica all’Università ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli - costituisce un vero e proprio spartiacque tra gli anni della canzone melodica, dei Festival e l’avvento di Terra mia del 1977 che, aggiornando la lezione di Nisa e Carosone, introduce un nuovo modo di fare musica. Un metodo inclusivo che parte dalla capacità di ascolto del paesaggio sonoro del centro storico di Napoli in cui è immerso – con voci di ambulanti, richiami e brusii dei vicoli, urla, filastrocche, serenate a fronn’’e limone, litanie – e dalla possibilità di creare un dialogo con diversi filoni musicali, in particolare con il blues e il jazz”. La vera essenza di Pino Daniele è quella del compositore che non antepone il testo verbale a quello musicale. Spesso i due piani nascono insieme creando, specie per i brani in dialetto, uno speciale equilibrio che utilizza ora la grande sonorità del testo, come quella dei venditori ambulanti («Furtunato ’o tarallaro tene ’a robba bella»), ora modi di dire («Ogni scarrafone è bello a mamma soja»), ora introducendo un mistilinguismo tra napoletano-italiano e anglo-americano (I say io sto ccà), eredità dell’italglish dei nostri emigrati nella Little Italy.

I tre francobolli sono prodotti con una tiratura di 800mila esemplari ciascuno, in fogli da quarantacinque. I bozzettisti sono Tiziana Trinca per il francobollo dedicato a Lucio Dalla, Gaetano Ieluzzo per quello su Pino Daniele e a cura del Centro Filatelico della Direzione Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Spa per il francobollo dedicato a Giorgio Gaber.

 

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