Brutti, inutili, incomprensibili: ecco i 2 francobolli italiani per il giro Europa dedicato agli Antichi itinerari postali

Giovanni Bosi
Brutti, inutili, inconcludenti, incomprensibili. Sono i 2 francobolli che l’Italia manda in campo per partecipare in Europa al giro comune 2020 dedicato agli Antichi itinerari postali. Al Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Spa non trovano di meglio che far diventare valori postali una tavola raffigurante parte di Campania e Lazio tratta dalla “Carta delle comunicazioni postali del Regno d’Italia” del 1930, e una tavola della penisola del 1965 denominata “L’Italia con le sue Poste e strade principali” (collezione privata). Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
(TurismoItaliaNews) Con tutto quello che il Belpaese poteva mettere in campo su un argomento così stimolante come quello del 2020 scelto per la 65ª emissione da PostEurop, l’organismo che riunisce amministrazioni ed operatori postali del Vecchio Continente, l’Italia si propone con due mappe che, magari preziose ed interessanti dal vivo, finiscono col diventare ovviamente incomprensibili in formato francobollo. Così un’altra occasione per promuovere la nostra nazione è sfumata, come ormai avviene da tempo. E’ del tutto evidente che la creatività e l’ispirazione al Centro Filatelico dell’Ipzs e del ministero dello Sviluppo Economico sono irrimediabilmente rimaste in lock-down. Addirittura si è dovuti ricorrere ad una collezione privata per illustrare il sistema viario postale italiano con tutto il patrimonio artistico di cui traboccano i musei italiani. I due francobolli – con valore delle tariffe B pari a 1,10 euro e B zona 1 pari a 1,15 euro - sono in distribuzione negli uffici postali dal 29 giugno, stampati con una tiratura annunciata di quattrocentomila esemplari per quello con tariffa B e di un milione di esemplari per il dentello con tariffa B zona 1.
Gentilissimo Fabio Gregori, (responsabile Filatelia Corporate Affairs di Poste Italiane che firma il bollettino illustrativo dell’emissione) qui c’è da ripensare completamente la politica filatelica di Mef e Poste Italiane: ormai i francobolli italiani in circolazione sembrano sempre più la lista della spesa al supermercato con prodotti scadenti e deludenti, che non rende onore alla lunga tradizione postale e filatelica italiana, quando grandi incisori e disegnatori firmavano bozzetti di prestigio ed effetto. Oggi basta il peggior copia e incolla. E a guardare i due francobolli emessi c’è da chiedersi se Gregori li abbia visti prima di scrivere il suo testo relativamente all’emissione e al tema di PostEurop sugli Antichi itinerari postali: “A noi italiani offre l’occasione di riscoprire l’orgoglio dell’enorme contributo, in termini di cultura di innovazione, che l’Italia ha dato alla nascita della modernità”. Sì, io credo che li abbia visti quei bozzetti, considerato che di notizie sugli antichi percorsi postali non c'è neppure una. Neanche una parola sul perché della scelta di queste mappe e sulle zone illustrate. Ergo: non trovo nessun motivo per essere orgoglioso di fronte a queste due (ennesime) brutture.