Quattro capolavori per celebrare Raffaello Sanzio: un foglietto pieno di bellezza per l’urbinate scomparso cinque secoli fa

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Quattro capolavori che lo identificano pienamente e che ne raccontano l’essenza e la creatività straordinaria. Per il quinto centenario della morte di Raffaello Sanzio, l’Italia sceglie l’autoritratto conservato alle Gallerie degli Uffizi a Firenze, il Trionfo di Galatea esposto nella Villa Farnesina a Roma, la Madonna col Bambino collocato nella casa natale a Urbino, e lo Sposalizio della Vergine della Pinacoteca di Brera a Milano per comporre il foglietto filatelico che celebra l’artista.

 

(TurismoItaliaNews) Quattro francobolli stampati in composizione, appartenenti alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano” in circolazione dal 20 luglio 2020; il bozzetto è a cura di Tiziana Trinca. “Raffaello è celebrato, ancora in vita, come artista universale. La sua morte, avvenuta a Roma nel 1520, a soli trentasette anni, fu subito accompagnata da leggende che avvicinavano il destino del maestro a quello di Cristo – sottolinea Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi nel Bollettino illustrativo dell’emissione filatelia - dell’artista si elogiavano non solo le doti artistiche ma anche umane. Giorgio Vasari nelle Vite così scrive: ‘in lui risplendevano tutte le più rare virtù dell’animo accompagnate da tanta grazia, studio, bellezza, modestia ed ottimi costumi…’ e poi ancora ‘egli arricchì l’arte della pittura di quella intera perfezione che ebbero anticamente le figure di Apelle e di Zeusi’. Lo storiografo aretino paragona Raffaello ai pittori più famosi dell’antichità classica, ma non solo. Ne ricorda infatti le qualità personali e intellettuali che, oltre allo straordinario talento, avevano fatto sì che egli fosse accolto con tutti gli onori alla corte pontificia, dove gli venne affidata la grande impresa di affrescare le Stanze Vaticane”.

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Raffaello, la Madonna della Seggiola - Gallerie degli Uffizi, Firenze

Le Gallerie degli Uffizi possiedono il più alto numero al mondo di dipinti autografi di Raffaello e fra questi anche il suo autoritratto giovanile, risalente al 1506 circa: nella splendida tavola i toni sobri impiegati fanno risaltare i grandi occhi scuri, i lineamenti delicati del viso, il collo lungo. L’artista ci guarda con un atteggiamento naturale e gentile, quasi sognante, ma la scelta di rappresentarsi con una semplice casacca nera e il cappello floscio, tipici dei pittori, è un segnale di fierezza per il suo lavoro e per il suo status. L’autografia del quadro è stata confermata dal restauro e dalle indagini diagnostiche compiuti in occasione della mostra “Raffaello a Firenze” del 1983. Conosciamo un solo altro autoritratto dell’artista, di qualche anno successivo, nell’affresco con La Scuola di Atene nella Stanza della Segnatura in Vaticano (del 1510 – 1511): quello degli Uffizi è pertanto una testimonianza preziosa dell’aspetto del giovane artista nel momento in cui risiedeva a Firenze.

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