Un francobollo brutto, insignificante e scialbo per i 500 anni del Perugino: più che celebrarlo, mortifica l’artista

Giovanni Bosi, Perugia
Ma perché? Ormai è questa la domanda (inquietante) che scatta ogni volta osservando un nuovo francobollo italiano. Intrisi sempre più di pubblicità gratuita nel nome del Made in Italy (a proposito: che ne pensa il Garante del Mercato e della Concorrenza?), ormai i dentelli mandati in circolazione dal ministero sono sempre più brutti, insignificanti e scialbi, privi di qualsiasi attrattiva e addirittura mortificanti quando si tratta di celebrare un autentico patrimonio del Paese capace di generare interesse a e turismo culturale. Non è sfuggito neanche il francobollo dedicato al 500° anniversario del Perugino.
(TurismoItaliaNews) L’opera proposta è meravigliosa e il suo autore è uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Ma davvero il francobollo emesso dall’Italia il 23 giugno per celebrare il 500° della scomparsa di Pietro Vannucci valorizza l’uno e l’altro? L’occasione era ghiotta per presentare in grande una delle opere dell’artista umbro, eppure a guardare il dentello stampato la celebrazione sembra più per la cornice che per l’opera. Bordi ingiustificatamente grandi e spropositati rispetto alle dimensioni della pittura scelta, che sembra perdersi, affogare nell’impaginazione grafica proposta. Con l’effetto di creare un francobollo destinato più a cadere nel dimenticatoio piuttosto che attirare l’attenzione anche di chi collezionista non è.
Viene da chiedersi che fine abbia fatto quella Giunta d’arte che un tempo esprimeva pareri e dispensava consigli, anche se ad onor del vero l’ultima parola (graficamente parlando) è stata sempre del Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Spa. Con alterne fortune nella soluzione illustrativa scelta. Eppure il soggetto individuato per ricordare il Perugino in questo 2023 è comunque un capolavoro: si tratta dell’affresco dal titolo “Madonna col Bambino” che Vannucci ha realizzato nel 1522 nell’Oratorio dell’Annunziata di Fontignano, a due passi da Perugia. Località in cui l’anno successivo sarebbe avvenuta la morte dell’artista.
“Nell’occasione delle Celebrazioni per il cinquecentenario della morte – si legge nel bollettino illustrativo emesso da Poste Italiane a corredo dell’emissione, firmato da Claudio Fortunelli, presidente della Pro Loco ‘Pietro Vannucci’ di Fontignano, e dal parroco don Paolo Cherubini - ci sembra significativa la descrizione in versi che ne fa Mario Giordano in un piccolo libro scritto a quattro mani con Giovanni Cagianelli, edito a Perugia nel 1939 e attualmente consultabile presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, libretto pubblicato quasi certamente in occasione della definitiva inumazione del Divin Pittore nella chiesa dell’Annunziata di Fontignano e con un singolare titolo: ‘Trittico su Pietro Vannucci: Sotto il patrocinio del parroco di Fontignano per lo scoprimento della tomba di Pietro Perugino’. Il francobollo raffigura proprio la “Madonna dalla chioma bionda” ricordata nell’ultimo verso”. Pietro Perugino nasce a Castel della Pieve intorno alla metà del XV secolo. “A dar retta a Vasari che dice ‘E venuto in vecchiezza, d’anni LXXVIII di un mal di febbre continua finì la sua vita nel Castello della Pieve, e da’ suoi parenti e figlioli con pompa e pianti infiniti onoratamente fu sepolto l’anno MDXXIIII’, potrebbe essere nato nel 1446 – spiegano Fortunelli e Cherubini - ma le asserzioni di Vasari, che nei confronti di Perugino, non fu certo benevolo, sono state poi confutate dai documenti da cui si evince che senz’altro la morte del Perugino avvenne a Fontignano nel 1523”.