Sono Pescocostanzo, Stilo, Codrongianos, Scicli i borghi italiani scelti per “Il Patrimonio naturale e paesaggistico” 2024
Eugenio Serlupini, Roma
Pescocostanzo, Stilo, Codrongianos, Scicli: sono loro i quattro borghi del Belpaese per parlare al mondo dell’Italia più bella e più vera. Dallo scorso 5 luglio sono in giro come testimonial attraverso i nuovi francobolli della serie tematica “il Patrimonio naturale e paesaggistico”. Da nord a sud, ecco luoghi che meritano di essere conosciuti (se non li avete ancora visitati…).
(TurismoItaliaNews) La serie turistica 2024 dei francobolli italiani, curata da Tiziana Trinca, è incentrata su borghi di grande effetto scenico. Di Pescocostanzo, in Abruzzo, viene proposto uno scorcio del centro storico con la Piazza del Municipio e l’omonimo Palazzo d’impianto cinquecentesco, più volte restaurato nel corso dei secoli, che rievoca la classica dimora pescolana, con scala di accesso esterna e ballatoio davanti al portale principale, affiancato, a destra, dal palazzo del governatore e fronteggiato da Palazzo Fanzago. Il dentello postale di Stilo, in Calabria, raffigura il tempietto greco-bizantino denominato “la Cattolica di Stilo”, la cui costruzione risale al decimo secolo; sullo sfondo s’intravede Stilo, paese ricco di cultura, che con il suo centro storico medievale caratterizzato da case in pietra che sembrano affrescate nella roccia e la chiesa di San Domenico, legata al filosofo Tommaso Campanella, vanta una storia millenaria. Per Codrongianos, in provincia di Sassari, è stata scelta una veduta del paese, le cui origini risalgono all’epoca romana del II secolo d.C.; a sinistra, svetta la Chiesa di San Paolo. Scicli viene illustrato con una veduta del colle di San Matteo, su cui svetta l’omonima chiesa simbolo della città barocca in provincia di Ragusa, il cui centro storico è stato dichiarato nel 2002 Patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco.
I borghi, uno per uno
Pescocostanzo
Pescocostanzo è un unicum nel panorama mondiale, perché non esiste altro luogo situato a 1.400 metri slm e di poco più di 1.000 anime che racchiuda tanta bellezza architettonica ed urbanistica. “Bellezza che non è stata casuale – sottolinea Roberto Sciullo, sindaco di Pescocostanzo - ma nata sulla scorta di una idea di città, tanto da ritenere che Pescocostanzo sia stato il primo luogo che abbia provveduto ad adottare un Piano Regolatore Generale, come oggi si chiamerebbe. Uno sviluppo armonico, razionale, ragionato, improntato alla bellezza e, nel contempo, alla funzionalità, alla collettività. Bellezza che non è importata, ma autoctona”. Ogni monumento architettonico, dato dalla lavorazione della pietra, del legno, degli intarsi, è opera di artisti locali – spiega il primo cittadino - anche questo determina l’unicum. Ma Pescocostanzo non ha sviluppato solo quest’arte architettonico-urbanistica, ma anche altro. Sono nostre ed in questa terra hanno raggiunto la massima espressione, le lavorazioni del merletto a tombolo, del tappeto, della filigrana, del ferro battuto, oggi degnamente rappresentate dai poli museali creati. È di Pescocostanzo la creazione di gioielli che fondono filigrana e merletto, pietra e ferro, con disegni non solo storici, ma anche nuovi, contemporanei. Ma Pescocostanzo è anche natura, prodotto tipico, specialmente nel settore caseario”. Elementi che insieme ed in sinergia, negli ultimi anni stanno creando il brand “Pescocostanzo” che sempre più si diffonde nel mondo, rendendo questo paese l’unicum di cui all’incipit e che rappresenta la speranza vera per il suo futuro. E questo non solo per il visitatore, ma anche e soprattutto, per il residente, perché solo stando bene nel proprio luogo si è in grado di offrire qualità altissima.
Stilo
Inserita a pieno titolo tra i Borghi più Belli d’Italia, Stilo è una delle cittadine storiche più caratteristiche e meglio conservate della Calabria. L’abitato del centro storico, anticamente racchiuso all’interno di un’imponente cinta muraria, ha la struttura tipica dei borghi storici del sud Italia, caratterizzata da casupole arroccate le une sulle altre e da maestosi palazzi nobiliari, in un fitto reticolo di vie, vicoli e piazze. “Il centro custodisce monumenti storico-architettonici di estrema rilevanza, ricchi al loro interno di opere d’arte, ma è appena fuori dall’abitato che la Città di Stilo espone il suo monumento più iconico, la Cattolica, antica chiesetta con struttura a croce greca risalente al X secolo, caratterizzata dalle cinque cupolette che la sovrastano - evidenzia il sindaco Giorgio Antonio Tropeano - la Cattolica costituisce una delle maggiori testimonianze dell’influenza greco-bizantina in Calabria, ed è un concentrato di arte, di spiritualità, di storia, di riconosciuta rilevanza nazionale, monumento “simbolo” del Paese, candidato a far parte della lista Unesco dei siti patrimonio dell’umanità”. Dopo il dentello emesso nel 1968 a celebrazione del 4º centenario della nascita del filosofo Tommaso Campanella, monaco domenicano nato proprio qui nel 1568, la città si vede oggi di nuovo insignita dell’onore di entrare nella storia filatelica italiana, “con un valore postale di grande bellezza, che condensa in sé il fascino della Cattolica e l’attrattiva del borgo prostrato nella vallata sottostante. Questa emissione costituisce un ulteriore strumento di valorizzazione del nostro territorio, per diffondere nel mondo la sua immagine positiva” chiosa il primo cittadino.
Codrongianos
Adagiato sulle colline del Logudoro, circondato da pascoli, oliveti e vigneti, c’è il piccolo centro di Codrongianos, in sardo Codronzanu. L’antico villaggio ha origini in epoca romana e si sviluppa verso il 225 d.C., quando i Romani costruirono l’accampamento militare Castrum Gordianus, a cui si deve il nome Codronzanu. “Risale al XII secolo la costruzione della Chiesa di San Paolo, in quella che all’epoca era la posizione più alta del villaggio - dice il sindaco Cristian Budroni - intorno alla Chiesa si è sviluppato il nucleo più antico dell’attuale paese. Il centro storico, sviluppatosi tra il XVII e il XVIII secolo, conserva ancora la struttura urbanistica originaria, caratterizzata da viuzze irregolari, scalinate, piccole corti. Il territorio di Codrongianos era però certamente abitato già nel II millennio a.C., come testimoniano i numerosi nuraghi censiti sul suo territorio, tra cui spicca Nuraghe Nieddu, nuraghe monotorre ancora ben conservato che si erge su una piccola altura, verso la vallata di Saccargia. Tra il XII e il XV secolo viene governato dall’abbazia camaldolese della Santissima Trinità”. All’Ordine Camaldolese si deve l’edificazione nel corso del XII secolo, in seguito alla donazione di Costantino I, giudice di Torres, della splendida Basilica della Santissima Trinità di Saccargia, una delle chiese più belle della Sardegna, gioiello in stile romanico-pisano che spicca nell’omonima valle. La fama di questo paese è indissolubilmente legata alla sua Basilica. Il suo alto campanile affiora dalla campagna circostante quando si giunge in prossimità del sito, immerso nel verde ma facilmente raggiungibile dalla strada statale.
Scicli
“Scicli, profumo di verità. Un’apparente esagerazione. Due scrittori incrociano Scicli negli anni Cinquanta e ne restituiscono un’emozione così inattesa, in un’eco inconsapevole, da creare uno spaesamento in chi legge” spiega con orgoglio il sindaco Mario Marino. Se Pier Paolo Pasolini, guardando Scicli dalla collina di San Matteo, scrive: “Vista così, da lontano e dall’alto, Scicli è quello che si dice la Sicilia”, Elio Vittorini qualche anno prima lo precede paragonando Scicli a Gerusalemme: “È la più bella città che abbiamo mai vista…Forse è la più bella di tutte le città del mondo. E la gente è contenta nelle città che sono belle”. “Cosa porta due intellettuali così diversi a esprimersi in maniera così netta e concentrica su questa città della Sicilia? – evidenzia il primo cittadino - forse la loro capacità poetica di vedere in nuce la forza inesplosa di questo luogo e della sua gente. A Scicli si arriva per strade diverse, a volte per fare una pausa, altre per riprendere fiato, altre ancora per fermarsi. E il viandante che qui arriva percepisce subito una brezza: Scicli profuma di verità come in giugno i gelsomini. Cinta da carrubeti e muretti a secco, protetta dalla chiesa di San Matteo, che dalla rocca, come un Partenone, guarda sorniona la città, Scicli si apre lenta e inattesa. Qui le atmosfere sospese sostanziano il luogo di cultura: ansia, anelito, respiro”.
I francobolli 2024 della serie tematica “il Patrimonio naturale e paesaggistico” dedicati ai Borghi d’Italia hanno il valore della tariffa B apri a 1.25 euro per ciascun francobollo; la tiratura è di duecentomilaquattro esemplari per ogni dentello in fogli da ventotto, stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Spa in rotocalcografia.