Prosit! Il mondo delle birre artigianali italiane è un vero e proprio universo di qualità
Angelo Benedetti, Grazzano Visconti / Piacenza
Regione che vai, birra che trovi. Anzi, il tradizionale adagio popolare opportunamente rivisto per l’argomento, può diventare ancor più specifico: città che vai, birra che trovi. E sì, perché l’Italia si è scoperta una grande produttrice di birre artigianali che hanno ripreso vocazioni e storie più o meno antiche. E in molti casi non manca l’innovazione a caratterizzare fermentazioni e miscele grazie a passione e ricerca. Ecco allora un viaggio da nord a sud per scoprire alcuni dei tantissimi birrifici di qualità in azione. Trentino, Emilia-Romagna, Umbria e Puglia sono le nostre tappe.
(TurismoItaliaNews) Quel che colpisce subito è come tanti produttori artigianali di birra dichiarino espressamente l’aggancio con il territorio in cui lavorano. Una sorta di bollino di qualità che sa tanto di chilometro zero, ma in fondo la tradizione di questa che è una delle più antiche bevande alcoliche del mondo (risale almeno al settimo millennio avanti Cristo) ha cominciato la propria storia nella penisola italica già ai tempi dell’antica Roma. Non c’è dunque da stupirsi se in questi ultimi anni ci sia stata un’esplosione di birrifici un po’ in tutta Italia, con risultati che spesso superano di gran lunga Paesi identificati come la “patria” della birra, tipo Germania, Irlanda e Belgio.
A Lecce, in Puglia, nel 2008 è nato per iniziativa di Raffaele Longo il Birrificio B94, in un territorio da sempre votato alla produzione vitivinicola, con il risultato di dare al Salento una realtà nuova in grado di aggiungere con le sue birre nuova linfa ad un panorama agro-alimentare già ricco e variegato. Lo stretto legame che B94 ha con il “Grande Salento” ha portato a sviluppare, dopo anni di sperimentazione, una personale interpretazione di tre stili birrari internazionali attraverso l'impiego di prodotti di questa terra, innescando interessanti contaminazioni tra ingredienti solo apparentemente distanti. Come la Malagrika, il cui nome rievoca sia il frutto della mela cotogna - cuore e anima di questa birra - che la nazione attraverso la quale il frutto è arrivato nel nostro Paese. Ma anche i nomi scelti rimandano alla storia locale come la “Sant’Oronzo” (birra doppio malto ad alta fermentazione, ispirata allo stile stout dal color ebano scuro e dal corpo leggero e vellutato, dedicata al patrono di Lecce che dà il nome anche ad una delle più belle piazze d'Italia, dove coesistono testimonianze architettoniche di diverse epoche e rappresenta ancora oggi un punto d'incontro per bere un buon caffè nei bar circostanti); oppure la “Sant’Irene” (birra doppio matto ad alta fermentazione prodotta artigianalmente con acqua, malto d'orzo, miele di timo artigianale, zucchero, luppolo e lievito; intitolata alla protettrice della Città di Lecce sino al 1656).
Salendo verso nord, in Umbria, si trova quella birra che porta il nome dell’antico luogo in cui viene prodotta: a 750 metri d’altitudine c’è il Monastero di San Biagio, immerso nel parco del Monte Subasio e nucleo strategico di un’azienda agricola e biologica di 50 ettari. E’ qui che prende corpo una delle birre artigianali più buone seguendo gli antichi insegnamenti dei mastri birrai monaci: in questo monastero già dal 1333 uomini sapienti si riunivano in meditazione e per il lavoro in comunità, nel pieno rispetto del territorio affascinante e incontaminato che li circondava. E così la Birra San Biagio è di ispirazione monastica. Da una ricerca storica sulla vita dei monasteri, una bevanda che ne rispecchia la natura mistica e produttiva e, come un tempo, ancora oggi vuol essere nutrimento e ristoro.
Rispettando la tradizione brassicola, dopo la prima fermentazione in tini, viene imbottigliata e posta a rifermentare. Questo processo, unito al sapiente dosaggio di mosti e alla cura durante la stagionatura conferiscono le caratteristiche peculiari espresse da colori, profumi e gusto autentici e unici. Suggestivi i nomi, come la “Monasta”, dalla schiuma compatta, cremosa ed aderente. II colore nocciola, leggermente velato con riflessi rossastri. L’aroma è intenso, spicca il profumo di alloro. Al palato una frizzantezza moderata con un corpo strutturato. Piacevole la nota di miele. In evoluzione si percepiscono note floreali e speziate. Oppure la “Verbum”, birra dal colore chiaro invaso da lieviti che la rendono quasi bianca con riflessi verdastri. La schiuma si presenta molto densa e permane a lungo, al naso profumi di lievito e frutta, banana e in evoluzione vaniglia. Al palato la frizzantezza decisa e la quasi assenza di amaro la rendono molto fresca. E poi la Gaudens, l’Ambar, l’Aurum o le stagionali…
Sempre dall’Umbria arriva un’esperienza interessante dal Centro di eccellenza per la ricerca sulla Birra dell’Università degli Studi di Perugia: la Birra al cioccolato e ruta. E’ ad alta fermentazione, ispirata alle Porter inglesi, con schiuma color nocciola, compatta, fine e persistente; colore marrone scuro. Al naso prevalgono le note caratteristiche dei malti tostati (nocciola, liquirizia, caffè), che si accompagnano a quelle di cioccolato donate dalle fave di cacao utilizzate nel processo produttivo. E' inoltre presente una leggera nota erbacea donata dai luppoli inglesi e dalla Ruta. Al gusto equilibrata ed armonica nel richiamare le sensazioni olfattive. Tra gli abbinamenti consigliati, quelli con carni alla griglia oppure con il patè di fegatini di pollo, mentre per il dessert va benissimo con torte al cioccolato o crostate alla frutta.
Ancora più a nord, in Emilia Romagna, a due passi dal suggestivo Castello di Grazzano Visconti c’è il Birrificio artigianale “Ex Fabrica”, così chiamato per la scelta di riadattare una ex fabbrica di conserve nel borgo neomedievale (che nel 1986 la Regione Emilia-Romagna ha elevato il borgo al rango di "città d'arte"). “Non siamo monaci bavaresi e nemmeno frati trappisti belgi – spiegano gli animatori del progetto - ma noi di Ex Fabrica produciamo birra con la loro stessa passione e rispetto. Birra cruda, non filtrata, non pastorizzata, fatta con attenzione maniacale ai dettagli e solo con acqua, malto, luppolo e lievito della migliore qualità. È così, secondo noi, che una buona birra artigianale dev’essere. Ed è anche per questo che abbiamo scelto Grazzano Visconti. Un posto dove le botteghe artigianali della tradizione locale ci sono sempre state”.
“Rozza” è una delle birre prodotte, di nome ma per niente di fatto: è vellutata, rossa ambrata, con schiuma fine e cremosa. Lontana parente delle Bitter inglesi, è una birra robusta, che ama i contrasti. Il gusto comincia morbido e fruttato e poi, quando non te lo aspetti più, arrivano le piacevoli note amare. Sta bene in compagnia di formaggi stagionati, primi piatti complessi e carni alla brace. Non poteva mancare una weizen: viene prodotta con il 60% di malto di frumento e il 40% di malto d’orzo: viene fuori una birra con un bel color giallo paglierino, gusto fruttato e corpo pieno, perfetta come aperitivo. Ma poi, subito dopo, si può portare anche in tavola, dove si trova particolarmente bene con pesce e carni bianche.
Ed eccoci in Trentino, più esattamente a Vezzano, dove c’è il birrificio artigianale Rethia. “Volendo legare il nome della nostra birra, del nostro marchio e della nostra azienda al territorio, ma preferendo non attingere al repertorio geografico, ci siamo affidati a quello storico – spiegano gli ideatori - Raethia infatti era il nome della regione in cui abitiamo prima della romanizzazione. Nome che deriva direttamente dalla popolazione che vi risiedeva: i Reti”. L’obiettivo principale è di produrre una birra di qualità rigorosamente non filtrata e non pastorizzata, ma anche quello di promuovere un nuovo modo di concepire la birra: “Non più come prodotto sterile, al pari di una bibita alcolica; ma prodotto vivo e differenziato, che può essere elegante, complesso e raffinato alla pari di un vino. L'idea di aprire un birrificio artigianale, in verità, c'è stata quasi subito. O meglio: l'idea di trasformare una passione in un lavoro vero e proprio, ci è sembrata da subito molto accattivante. Quindi, presa la decisione di aprire, ci siamo impegnati a fondo e…eccoci qui!”. Tra le birre prodotte la Guna chocolat Stout (birra scura, morbida e complessa), la Magnolia (birra bianca prodotta con frumento e fiocchi d'avena, chiara e opalescente, aromatizzata con coriandolo e bucce di bergamotto e limone), la Lisèp (bionda “base” prodotta nel più classico degli stili belga).
E allora “prosit”. Il giro per i birrifici artigianali italiani è ben più lungo e a dimostrazione del successo di questi prodotti, ci sono le tante manifestazioni, le sagre e i festival che stanno fiorendo in tutte le regioni.
Birrificio B94
Via Prov.le Lecce/Cavallino - 73100 Lecce
tel. +39 0832-347878 / 339-6443266
www.birrificiob94.it
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Azienda Agricola Monastero di San Biagio
Loc. Lanciano, 42 – Nocera Umbra (Pg)
tel. +39 0742-813646
www.birrasanbiagio.com
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Centro di eccellenza per la ricerca sulla Birra - Università degli Studi di Perugia Laboratori&Impianti Cerb
Via Corrotaldo, 06051 Casalina di Deruta (Pg)
Ex Fabrica
Civico 8, Strada Statale 654,
Grazzano Visconti,
29020 Vigolzone (Pc)
www.exfabrica.com
Rethia
Via Ai Fossadi, 21 - 38070 Vezzano (Tn)
birrificio-rethia.it