Alla riscoperta delle tradizioni gastronomiche delle Alpi Piemontesi: gli Gnoch da la chigiàa conquistano la De.Co. in Valle Vigezza

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 PIEMONTE  Sono una specialità piemontese che ora è stata annoverata fra le De.Co. della tradizione gastronomica delle Alpi: si chiamano Gnoch da la chigiàa, ovvero “Gnocchi del cucchiaio”, e sono un piatto tipico di Santa Maria Maggiore, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, in Valle Vigezza. Prosegue il percorso di valorizzazione e tutela della sapienza rurale di questo spicchio di Alpi Piemontesi ad opera dell'Amministrazione comunale.

 

(TurismoItaliaNews) Dopo gli stinchéet, le sottili cialde di farina e acqua, che sono diventate ormai uno dei simboli gastronomici di questa porzione alpina, adesso sono marchiati con la De.Co. anche gli Gnoch da la chigiàa: come sempre, ingredienti poveri, legati all'economia rurale di queste aree, ma anche rivisitati dagli chef locali, che li presentano nei loro menù varie ricette, dalle più tradizionali alle più contemporanee.

 

È evidente che, con un’economia domestica e, quindi, un’alimentazione strettamente legate ai prodotti della terra (il che vuol dire anche alle incertezze del raccolto), coloro che vivevano in montagna e in particolare nell’Ossola dovessero sopperire alla “povertà” delle materie prime con una duplice strategia: il virtuoso riciclo degli avanzi, reinterpretato con fantasiosa maestria dalle casalinghe di un tempo, e l’utilizzo creativo degli stessi ingredienti di base per più ricette. Questa linea di ragionamento porta ad interpretare gli gnoch da la chigià come una ricetta “aggiuntiva” realizzata alla stregua dello stinchéet, De.Co. anch'esso dal 2011, con acqua e farina.

 

Ne “La Pacioliga – umori e sapori della vecchia Vigezzo”, lo scrittore Benito Mazzi cita più volte gli “gnoch da la chigià” e li definisce così: “I gnoch da la chigià, gli gnocchi del cucchiaio, piatto tipico della Valle, cucinati alla maniera di “Scaldéra” (Gino Patritti) col soffritto di lardo e formaggio nostrano, sono da acquolina” (La Pacioliga, pag. 46). Si tratta di uno gnocco di sagoma irregolare che si forma facendo scivolare nell’acqua salata un impasto denso, costituito da farina bianca e acqua, raccolto con un cucchiaio che viene fatto strisciare lungo la parete del contenitore del composto. La ricetta tradizionale vuole che gli “gnoch” siano conditi con burro e formaggio locale, eventualmente arricchiti da salvia (o altre erbe aromatiche delle Alpi).

 

Gli esperti di gastronomia e coloro che hanno mantenuto memoria delle proprie ricette di tradizione famigliare, suggeriscono delle gustose varianti con asparagi e salsiccia oppure verza e pancetta. In ogni caso la Denominazione Comunale garantisce ingredienti e metodi di preparazione degli Gnoch da la Chigià” (dal dialetto “Gnocchi del cucchiaio”), il cui impasto è composto degli stessi ingredienti poveri degli stinchéet, farina di grano e acqua e che, come gli stinchéet, diventano in tal modo veri e propri simboli della tradizione gastronomica vigezzina legata, come spesso succede nei luoghi di montagna, a prodotti poveri ma dal forte legame con il territorio e dal gusto unico.

 

“Prodotti tipici unici e semplici, che vogliamo riscoprire – conferma il sindaco di Santa Maria Maggiore, Claudio Cottini – un evento, quello di lunedì, che vuole essere solo una “vetrina” iniziale. Successivamente gli chef del nostro paese potranno proseguire in questa operazione di valorizzazione, tenendo dunque nei menù le proprie ricette di “Gnoch da la chigiàa”.

 

Santa Maria Maggiore è un comune del Parco Nazionale della Val Grande e si trova in Valle Vigezzo, nel nord del Piemonte, in provincia di Verbania a pochi km dal confine svizzero.

 

 

La Valle Vigezzo è una valle longitudinale situata nelle Alpi Lepontine, unica tra le vallate ossolane. Valle tipicamente alpina, aperta, amena e riposante, è un corridoio naturale di origine glaciale tra l’Ossola e il Ticino. È un vasto altipiano a circa 800 metri di quota in cui la policromia dei colori rende il paesaggio suggestivo ed incantevole: ecco il perché della denominazione “Valle dei Pittori”. Questa definizione ha anche un altro significato: la pittura ha avuto ed ha tuttora un ruolo notevole nella storia vigezzina per le secolari tradizioni artistiche dei suoi abitanti. La valle è attraversata da una linea ferroviaria a scartamento ridotto denominata “la Vigezzina” che più volte al giorno percorre un itinerario tra i più interessanti e suggestivi delle nostre Alpi, congiungendo Domodossola con Locarno.

Per saperne di più
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