L’«Olio di Roma» conquista l’Igp: è la storia a raccontare la tradizione (e il gusto)

Stampa
images/stories/enogastronomia/OlioDiRomaIgp.jpg

Giuseppe Botti, Roma

Sono otto le varietà autoctone che lo caratterizzano: Itrana, Carboncella, Moraiolo, Caninese, Salviana, Rosciola, Marina e Sirole (a cui si aggiungono le due di uso consuetudinario Frantoio e Leccino). Un prodotto che arriva da molto lontano nella storia: nel Lazio, sin dal VII-VI avanti Cristo, si  trovano tracce evidenti dell’utilizzazione dell’ulivo, che oggi domina il paesaggio. E’ con queste premesse che l’«Olio di Roma» conquista l’Indicazione geografica protetta.

 

(TurismoItaliaNews) All'olfatto si caratterizza per un netto fruttato di oliva di intensità variabile con evidenti note di pomodoro e carciofo o mandorla o erbaceo, profumi che in realtà possono essere anche tutti presenti contemporaneamente. Al gusto si esprime con sentori vegetali, note di amaro e piccante di intensità variabile a cui possono associarsi note associabili agli stessi frutti o verdure che ne determinano l’odore. Il colore va dal verde al giallo oro, con una variazione cromatica nel tempo.

E’ questa la carta d’ientità dell’Olio di Roma, prodotto in un’area collocata nel medio versante tirrenico e che si estende dagli Appennini fino al mar Tirreno con una prevalenza di fascia collinare (il 54% della superficie totale regionale) tipica proprio dell'habitat dell'olivo. Una condizione che caratterizza l'intero paesaggio regionale, con la presenza di olivi secolari e una ricchezza di ecotipi di olivo identitari di ambiti geografici specifici. La coltura dell'olivo è diffusa su tutto il territorio per una superficie investita di oltre 63.000 ettari che si estendono dal livello del mare fino agli  800  metri di altitudine, rappresentando quasi il 50% dell'intera superficie destinata a tutte le colture arboree.

Nel Lazio sin dal VII-VI a.C., si  trovano  tracce  evidenti della utilizzazione della pianta a scopi alimentari, anche se la presenza nei siti archeologici di numerosi noccioli fa ritenere che fossero consumate soprattutto le  olive, mentre l'olio doveva essere utilizzato più per la illuminazione. I Romani perfezionarono le tecniche di produzione ed estrazione dell'olio, diffondendo la coltura dell'olivo in tutti i territori conquistati. Per capire l'importanza del traffico dell'olio a Roma basta andare al quartiere Testaccio, antico porto fluviale Emporium dove giungevano i carichi di anfore che, una volta svuotate, venivano rotte e depositate, in tale quantità da formare una collina detta «monte dei cocci».

L'olio si vendeva a Roma (come riferisce Plauto) nella zona commerciale del Velabro, vicino al Tevere, dove si trovava e tuttora esistente il tempio dedicato ad Ercole Olivario patrono degli «oleari», fatto costruire da Marcus Octavius Herrenus, un commerciante di olio d'età repubblicana alla fine del II secolo a.C., che si era arricchito con il commercio dell'olio. Si calcola che alla morte di Settimio Severo nel 211 d.C., l'olio immagazzinato a Roma poteva far fronte ai bisogni della città per 5 anni. I monasteri del Lazio ancora conservano traccia dei loro antichi oliveti. Tra VIII e IX secolo oliveti sono già presenti in Sabina, a sud del Lazio, nei possessi olivicoli dei grandi  monasteri. Ma per assistere all'imporsi della coltivazione specializzata nei  territori di più sicura vocazione olivicola, come Tivoli, Alatri, Sabina e nell'alto Lazio, costruendo la trama di un paesaggio in gran parte nuovo, dobbiamo attendere il Quattrocento e gli ulteriori sviluppi cinquecenteschi.

Nel XIX secolo l'olivicoltura costituiva una fonte di reddito e di commercio importante per lo Stato della Chiesa, anche se, diffusa in molte zone della regione, non era ancora sufficiente al fabbisogno.

La zona di produzione nel dettaglio.
Provincia di Viterbo: Montalto di Castro, Canino, Tessennano, Arlena di Castro, Cellere, Ischia  di  Castro, Farnese, Valentano, Tuscania, Piansano, Latera, Monte  Romano, Villa San Giovanni  in Tuscia, Barbarano Romano, Oriolo Romano, Bassano Romano, Capranica, Sutri, Calcata, Ronciglione, Faleria, Caprarola, Castel Sant'Elia, Carbognano, Canepina, Vallerano,  Fabrica  di   Roma, Vignanello, Corchiano, Civita Castellana, Capodimonte, Marta, Gradoli, Grotte  di Castro, San Lorenzo Nuovo, Onano, Acquapendente,  Proceno, Bolsena, Montefiascone,  Bagnoregio,  Lubriano, Castiglione in Teverina, Civitella d'Agliano, Celleno, Graffignano, Vitorchiano, Bomarzo, Soriano nel Cimino, Bassano in Teverina, Vasanello, Orte, Vetralla, Blera, Monterosi, Gallese, Nepi, Tarquinia, Vejano e Viterbo;

Provincia di Rieti: Collevecchio, Stimigliano, Forano, Selci, Cantalupo in Sabina, Poggio Catino, Fara in Sabina, Castelnuovo di Farfa, Toffia, Salisano, Poggio Nativo, Frasso Sabino, Scandriglia, Orvinio, Mompeo, Casaprota, Poggio San Lorenzo, Monteleone Sabino, Poggio Moiano, Colle di Tora, Montenero Sabino, Montebuono, Tarano, Torri in Sabina, Vacone, Configni, Cottanello, Montasola, Casperia, Roccantica, Torricella in Sabina, Montopoli di Sabina, Magliano Sabina, Poggio Mirteto e Rocca Sinibalda;

Provincia di Roma: Percile, Cineto Romano, Arsoli, Roviano, Anticoli Corrado, Mandela, Licenza,  Roccagiovine, Nerola, Montorio Romano, Monteflavio, Torrita Tiberina, Filacciano, Nazzano, Civitella San Paolo, Rignano Flaminio, Saracinesco, Civitavecchia, Mazzano Romano, Magliano   Romano, Morlupo, Capena, Fiano Romano, Montelibretti, Moricone, Castelnuovo di Porto,  Riano, Sacrofano, Campagnano di Roma, Canale Monterano, Manziana, Sambuci, Cervara di Roma, Cerreto Laziale, Gerano, Ciciliano, Roiate, Olevano Romano, Pisoniano, Genazzano, Capranica Prenestina, San Vito Romano, Bellegra, Affile, Subiaco, Carpineto Romano, Montelanico, Gavignano, Segni, Rocca di Cave, Formello, Bracciano, Trevignano Romano, Monterotondo, Fonte Nuova, Mentana, Palombara Sabina, Sant'Angelo Romano, Vicovaro, Castel Madama, San Polo dei Cavalieri, Marcellina, Nettuno, Ardea, Cave, Lanuvio, Genzano di Roma, Ariccia,  Nemi, Lariano, Labico, Palestrina, Castel San Pietro Romano, Poli, Casape, San Gregorio da Sassola, Albano Laziale, Marino, Ciampino, Guidonia Montecelio, Tivoli, Frascati, Monte Porzio Catone, San Cesareo, Zagarolo, Gallicano nel Lazio, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino, Castel Gandolfo, Sant'Oreste, Anguillara Sabazia, Rocca  di Papa, Velletri, Artena, Colonna, Grottaferrata, Montecompatri, Ponzano Romano, Rocca Priora, Roma, Gorga,  Pomezia, Marano Equo, Agosta, Rocca Canterano, Canterano e Rocca Santo Stefano;

Provincia di Frosinone: Serrone, Paliano, Piglio, Acuto, Fiuggi, Torre Cajetani, Guarcino, Trivigliano, Sgurgola, Morolo, Supino, Patrica, Giuliano di Roma, Villa Santo Stefano, Amaseno, Vallecorsa, Fumone, Collepardo, Frosinone, Ceccano, Arnara, Torrice, Castro dei Volsci, Pofi, Pastena, Falvaterra, Ripi, Boville Ernica, Veroli, Ceprano, Strangolagalli, Monte San Giovanni  Campano, Castelliri, Isola del Liri, Sora, Pescosolido, Campoli Appennino, Broccostella, Posta Fibreno, Fontechiari, Vicalvi, Alvito, Casalvieri, Arpino, Fontana Liri, Arce, Rocca  d'Arce, Santopadre, San Donato Val di Comino, Pico, Roccasecca, Settefrati, Gallinaro, Casalattico, Atina, Picinisco, Villa Latina, Belmonte Castello, Terelle, Colle San Magno, Castrocielo, San Biagio Saracinisco, Sant'Elia Fiumerapido, Vallerotonda, San Vittore nel Lazio, Pontecorvo, Esperia, Aquino, Piedimonte  San  Germano, Villa Santa Lucia, Cassino, Pignataro Interamna, Ausonia, San Giorgio a Liri, Castelnuovo Parano, Coreno Ausonio, Vallemaio, Sant'Apollinare, Sant'Ambrogio  sul Garigliano, Sant'Andrea del Garigliano, Vico nel Lazio, Anagni, San Giovanni in Carico, Alatri, Ferentino, Cervaro e Colfelice;

Provincia di Latina: Aprilia, Rocca Massima, Cori, Norma, Cisterna di Latina, Sermoneta, Bassiano, Sezze, Terracina, Maenza, Roccagorga, Priverno, Roccasecca dei Volsci, Sonnino, Prossedi, Monte San Biagio, Fondi,  Lenola, Campodimele, Itri, Sperlonga, Gaeta, Formia, Spigno  Saturnia, Minturno, Santi  Cosma e Damiano e Castelforte.

 

Nella Sabina la tradizione dell’olio extravergine tra storia, gusto e arte: borghi, ulivi millenari e un imprevedibile museo a Castelnuovo di Farfa

Slow life con l’Extravergine d'oliva Dop della Tuscia: Vetralla vuol essere motore propulsore e capofila della qualità

Isola del Liri, la città con la cascata in mezzo: veduta mozzafiato tra acqua e musica

Nel fastoso Palazzo Chigi di Ariccia accompagnati dai fantasmi che un tempo lo abitarono

Questo sito utilizza cookie, di prima e di terza parte, per inviarti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Leggi la Cookie Privacy...