The picturesque Mediterranean: Minorca, biosfera dell’Unesco e perla dell’arcipelago delle Islas Baleares
Giovanni Bosi, Minorca / Baleari
“The picturesque Mediterranean” è una splendida pubblicazione inglese che sul finire dell’Ottocento, sul filo dei racconti dei viaggiatori romantici, ha regalato al grande pubblico alcuni scorci più belli delle città e delle isole del Mare Nostrum. E se si parla di Mediterraneo non può mancare una delle perle dell’arcipelago delle Islas Baleares, quelle Baleari che gli italiani conoscono benissimo e che sovente figurano tra le mete preferite per una vacanza a corto raggio.
(TurismoItaliaNews) A partire da Minorca, la seconda del gruppo per dimensioni, dichiarata biosfera dall’Unesco, gemma nel Mediterraneo immortalata su una delle litografie di “The picturesque Mediterranean” pubblicata a Londra dall’editore Cassell & Company. La stampa è un pezzo pregiato amato dai collezionisti, al pari delle altre “strappate” dal volume e reperibili separatamente (purtroppo dovremmo dire) sul mercato, neppure troppo costosa e abbordabile con qualche decina di euro.
La soddisfazione maggiore è averla trovata e pensare che a casa, incorniciata, farà un figurone. Perché è un’immagine d’epoca che restituisce una bella veduta d’antan del porto del capoluogo Mahon con la sua lunga insenatura (baia che per lunghezza è la seconda al mondo dopo quella di Pearl Harbour, alle Hawaii). E dunque anche Minorca - la castigliana e catalana Menorca – si concede al viaggiatore collezionista solleticando la ricerca di quegli oggetti da riporre in valigia e portare gelosamente a casa. Certo è che quando si parla di collezionismo, si sa, le tante regole che fissano paletti e modalità si possono anche mettere da parte, soprattutto quando si è in viaggio e l’occhio cade su qualcosa che stimola gli occhi e il cuore. Un cadeau per se stessi o magari da riportare come ricordo a chi tra i familiari o gli amici sa comprendere il valore di un regalo scelto con passione e meglio ancora se difficile da reperire, meglio ancora se acquistato nel luogo a cui si riferisce.
In ogni caso, Minorca può offrire anche altro: una mappa ottocentesca (come quella di Allezard del 1817, cercatela sull’isola e compratela) o magari una cartolina di primo Novecento che tramanda uno scorcio ormai perduto? Carta, sempre carta, potrà dire qualcuno. Ma in questo caso non è carta qualsiasi, perché con il suo vissuto passato indenne nel corso di oltre un secolo alimenta suggestioni o sensazioni. Magari si può andare su qualcosa di più pesante e smaccatamente prezioso, come i ventisette grammi d’argento della moneta da 10 euro coniata nel 2002 dalla Zecca di Madrid per celebrare per il 200° del reinserimento di Minorca: sul dritto c’è il profilo dei Regnanti, mentre sul retro cavalli e cavalieri si fanno apprezzare per la fine incisione. Sono “solo” trentamila gli esemplari in circolazione e mediamente valgono 65 euro.
Non mancano neppure gli immancabili francobolli, che qui alle Baleari hanno avuto un’emissione specifica nel 1936 con piccoli “dentelli” soprastampati di colore verde e bruno. Per completare il quadro non si può non dire che a Minorca creare è una parte importante del patrimonio culturale locale, con una maestria tramandata di generazione in generazione. Così può capitare di trovare pezzi unici come strumenti musicali, ceramiche e sculture di pietra arenarie. O magari meridiane.
Nel campo dell’arte sull’isola ha trovato sostanza anche un progetto, Itineraris d’Art, che ha messo in rete gli artisti minorchini. Sapere che è un pezzo unico per un collezionista è moltissimo e saper scegliere è il modo migliore per puntare sulla qualità…