Basilicata adventure: river trekking sul fiume Noce fra Trecchina e Rivello, ecco come sentirsi novelli Livingstone

Giovanni Bosi, Trecchina / Basilicata
Quanto può essere avvincente risalire un fiume scoprendosi novelli esploratori in un territorio di grande valenza ambientale e soprattutto di grande storia e tradizione? Se davvero la Basilicata è sempre tutta una scoperta, praticare river trekking lungo il corso del Noce, fra Trecchina e Rivello, è un’esperienza da vivere. Con le persone giuste, ovviamente. Come Antonio Ielpo.
(TurismoItaliaNews) Il fiume nel corso dei millenni ha sagomato in modo fantastico la valle che attraversa come un serpentone. Un serpentone lungo ben 45 chilometri, che scende da più sorgenti nella Murge del Principe, a 1.398 metri di quota, un gruppo di colli alle falde settentrionali del massiccio del Sirino. Siamo in provincia di Potenza, sul versante tirrenico marateota, a due passi dal mare e dalla famosissima gemma di Maratea, in un territorio che è altrettanto sorprendente e che si fa subito amare.
Guardandolo dall’alto, affacciandosi dal belvedere di Rivello, in piazza Umberto I, il corso d’acqua “viaggia” in un vero e proprio canyon scavato nella roccia altissima, e quando l’alveo si allarga ci pensa la vegetazione a mimetizzarlo. Da lontano è così, ma il bello arriva quando sei in acqua, dentro al fiume, e con la giusta attrezzatura risali la corrente per andare alla scoperta di questo habitat che ti fa sentire alla stregua di David Livingstone. E’ a questo punto che puoi prendere consapevolezza della forza della natura e dell’acqua in particolare. Va subito detto che il fiume Noce (che interessa un bacino di 272 kmq e che la gente del posto chiama anche “fiumara di Castrocucco”) di acqua ne porta e come; la portata diminuisce in estate, rendendo possibile il river trekking, ma dopo che in inverno il fiume si è ingrossato all’inverosimile come lasciano intendere le tracce sia nel tratto incassato nelle rocce dopo aver sfiorato i centri di Lagonegro e Rivello, sia nella parte di fondovalle nei pressi di Lauria.
Naturalmente per esplorare il fiume non ci si deve avventurare alla sprovvista, ma è bene affidarsi a chi il Noce lo conosce bene ed è in grado di fornire tutta l’equipaggiatura necessaria: muta, caschetto, giubbotto salvagente, scarpette impermeabili e pure documentare la vostra avventura. Perché ne vale la pena. Antonio Ielpo è il punto di riferimento: lui la Lucania ce l’ha nel Dna, nel cuore, negli occhi e nella mente. Che è vulcanica. Così, lavorando da tempo nell’incoming e nella valorizzazione della Basilicata più interna e più intima, “lontano” dalle destinazioni più conosciute, ha ideato “Percorsi Lucani”, vale a dire un insieme di proposte per scoprire quanto di più bello ed avvincente possono offrire i territori di Trecchina, Rivello, Lagonegro e lo stesso Parco nazionale del Pollino.
Il river trekking sul fiume Noce è una di queste idee, decisamente da sperimentare. In circa tre ore si vive un mondo alternativo attraverso un punto di vista inconsueto. “E’ un’escursione a piedi a contatto con l’acqua, lungo l’alveo del fiume, quindi a stretto contatto non solo con l’acqua ma con tutto quello che ci circonda, alberi, piante, animali, rocce, con un percorso insolito contro corrente – ci spiega Antonio Ielpo mentre avanziamo nel fiume trasparente e fresco (circa 4°C) - si cammina nella direzione opposta allo scorrimento naturale dell’acqua del fiume e questo ci garantisce un rilassante e tonificante massaggio muscolare”. Il valore aggiunto è quello che la portata invernale del Noce restituisce ad ogni stagione: le rocce modellate esortano l’occhio a scoprire forme e somiglianze, come l’enorme pietra sagomata a mo’ di testa di leone nel punto in cui il canyon si stringe ancor più, facendoti sentire piccolo piccolo. L’adrenalina aumenta e solo la temperatura dell’acqua la stempera un po’…
La storia di questo fiume è altrettanto intrigante: “Nel Pleistocene – spiegano gli esperti - il suo bacino superiore costituiva un lago di cui è rimasta traccia nel piccolo lago Sirino. Oggi il fiume termina la sua corsa a Marina di Tortora, nel Tirreno”.
Alla fine dell’escursione resta una grande soddisfazione. Quella di aver visto luoghi che neppure si immaginano e soprattutto di aver molto da raccontare agli amici su una Basilicata affascinante e che ama scoprirsi a poco a poco. In modo imprevedibile.
Per saperne di più
www.percorsilucani.it
trecchina.gov.it
www.comune.rivello.pz.it
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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