Fra devozione, leggende e favolosi aneddoti: Caorle, la statua della Madonna con Bambino che galleggiava in mare

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Giovanni Bosi, Caorle / Veneto

La sua storia è legata a doppio filo alla Serenissima Repubblica di Venezia e perfino nella sua conformazione richiama la Città dei Dogi. Eppure Caorle vive di luce propria e non riflessa, facendo leva sulle bellezze che può mettere in campo. A partire da una tradizione antichissima che la rende location super-instagrammabile con una chiesetta posizionata in una cornice straordinaria, al culmine la di quella che la gente chiama Scogliera Viva.

 

(TurismoItaliaNews) Tra fede e devozione, fra tradizione e suggestioni. Fatto sta, che Caorle – il borgo veneto fra mare e laguna – è un’attrazione per almeno mille motivi. A partire da quei diciotto chilometri di spiaggia sabbiosa, il borgo storico, le eccellenze enogastronomiche del territorio, un luogo a ben guardare vivibile in ogni momento dell’anno e non necessariamente in estate, quando tocca la punta massima della sua attrattività. Luoghi ameni da vivere come viaggiatori slow, anche per lasciarsi prendere e coinvolgere dalle tante storie, dalle leggende e da favolosi aneddoti che qui aleggiano praticamente da sempre.

Fra devozione, leggende e favolosi aneddoti: Caorle, la statua della Madonna con Bambino che galleggiava in mare

Fra devozione, leggende e favolosi aneddoti: Caorle, la statua della Madonna con Bambino che galleggiava in mare

Fra devozione, leggende e favolosi aneddoti: Caorle, la statua della Madonna con Bambino che galleggiava in mare

“Caorle ha davvero tanto da raccontare: basta intrattenersi con qualche vecchio pescatore per rimanere affascinati dalla storia marinara di questo borgo – ci dicono al Consorzio di Promozione Turistica Caorle e Venezia Orientale - il luogo ideale dove ascoltare questi racconti è senza dubbio l’antico porto peschereccio che brilla dei vivi colori della flottiglia, composta per lo più da ‘bragossi’ che ogni giorno forniscono pesce fresco e prelibato per la ristorazione della località”. Anche perché c’è una storia che più di ogni altra, prende con le sue inevitabili suggestioni ma soprattutto con il suo risvolto di fede palpabile: “La tradizione racconta che alcuni pescatori trovarono in mare una statua lignea della Madonna con Bambino che galleggiava nonostante essa poggiasse su un piedistallo in marmo; solo dei bambini riuscirono a portarla nel Duomo da cui però scomparve il giorno dopo, per essere inspiegabilmente ritrovata in un secondo momento nella chiesetta sul mare che prese quindi il nome di Chiesa della Madonna dell’Angelo”.

Un racconto (nel Mediterraneo se ne possono trovare molti analoghi, in realtà) che la dice lunga sulla sua antichità: basti considerare che questo santuario originariamente dedicato all’Arcangelo Michele risale nella sua struttura attuale al 1751, edificato sui resti del VI o VII secolo di quello che fu probabilmente l’edificio religioso più antico di Caorle: una chiesetta a tre navate in legno. Prima ancora del suo contenuto, è la posizione a dir poco suggestiva, là dove finisce la scogliera e inizia la spiaggia di Levante: sulla punta di un promontorio che si incunea nell’Adriatico. Così da secoli la chiesina con la sua torre campanaria in stile romanico, è diventata nel tempo meta di pellegrinaggio non soltanto per i caorlotti, devoti alla Vergine Maria, ma anche per molti fedeli che arrivano da ogni parte del mondo.

Fra devozione, leggende e favolosi aneddoti: Caorle, la statua della Madonna con Bambino che galleggiava in mare

Fra devozione, leggende e favolosi aneddoti: Caorle, la statua della Madonna con Bambino che galleggiava in mare

Fra devozione, leggende e favolosi aneddoti: Caorle, la statua della Madonna con Bambino che galleggiava in mare

Quando si entra all’interno, l’atmosfera che si respira rimanda a luoghi lontani e sembra quasi di avvertire le vibrazioni dei tanti auspici affidati nel tempo a quell’immagine sacra. Alla quale è legato un appuntamento fisso molto atteso: la Processione della Madonna dell’Angelo, che si tiene ogni cinque anni, la seconda domenica di settembre. “È una vera e propria processione – ci spiegano dal Consorzio di Promozione Turistica Caorle e Venezia Orientale - in mare con imbarcazioni di pescatori addobbate a festa, bragozzi e barche da tutto il circondario che seguono la statua della Madonna dell’Angelo. Questa viene infatti portata in processione sulla Caorlina, una barca a remi tipica della laguna di Venezia, per rientrare, infine, nel suo santuario”. L’itinerario della processione si snoda dal Porto Peschereccio, percorre il Rio interno e il Canale dell’Orologio, per poi costeggiare il mare fino ad arrivare nuovamente alla chiesetta. Festa che si collega anche alla figura dell’amatissimo cardinale patriarca Angelo Giuseppe Roncalli, dato che dopo la morte di Giovanni XXIII (avvenuta nel 1963) l’evento è stato praticamente istituzionalizzato in calendario.

La modalità di svolgimento si richiama alle lunghe tradizioni marinare del borgo. In antichità il centro era formato da tre isolette unite da quattro ponti: non c’erano strade ma canali navigabili, ovvero i rii (proprio come a Venezia) sui quali si affacciavano le case dei pescatori, oggi riportate a nuova vita con i colori tipici della tradizione veneziana. E con un motivo ben preciso: si dice che le dipingessero con colori ben visibili per poterle distinguere dal mare anche con la nebbia e capire subito dove si trovasse la propria famiglia. Dalla metà dell’Ottocento questi canali sono stati via via interrati per rendere la circolazione più agevole, ma mantengono i nomi originali come nel caso di Rio Terrà, ovvero “canale interrato”. Dunque la storia lega Caorle alla Serenissima Repubblica di Venezia, a cominciare dalla pesca (prima in laguna poi in mare), da sempre risorsa primaria del borgo, tanto che quando sarete lì o vi tornerete non perdetevi una visita al porto e al Mercato Ittico dove si svolge l’asta del pesce.

La barca utilizzata per la processione a Caorle

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