Isernia: riapre dopo 4 anni il Museo Archeologico Nazionale, viaggio tra le culture latina e italico-sannitica

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Ad Isernia riapre dopo 4 anni il Museo Archeologico Nazionale di Santa Maria delle Monache, che conserv oggetti d’arte testimonianza della vita quotidiana e documenti relativi alla civiltà delle popolazioni che hanno abitato la città e il suo territorio, fino all’Alto Molise, tra il VI secolo a.C. e gli inizi del XV secolo d.C. Il programma espositivo illustra i caratteri di Aesernia, una fondazione romana indipendente nel contesto socio-culturale delle genti del Sannio, sollecitando così riflessioni sull’incontro di queste due civiltà, la latina e l’italica, che con la loro integrazione hanno dato origine alla specificità culturale del Molise moderno.

 

(TurismoItaliaNews) Tra i reperti che arricchiscono il Museo si evidenziano una serie di graffiti incisi su intonaco raffigurante dei gladiatori; la colonna di un tempio del III secolo a.C. con un raro capitello ionico di tipo italico; il ritratto di un gladiatore premiato dopo la vittoria; una testa di arte italica e un Lare danzante proveniente dagli scavi di Pietrabbondante. Di fatto quello proposto è un viaggio, anche narrativo, tra le due culture latina e italico-sannitica; il curatore scientifico del nuovo allestimento è Adriano La Regina, presidente dell'Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte: "Isernia è una città di fondazione romana, quindi di cultura latina, però è cresciuta in un contesto italico-sannitico. Dall'incontro di queste due culture si sono formati i caratteri identitari del Molise moderno".

Isernia

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L'interazione tra le due culture risulta da dediche e da una serie di documenti archeologici, tra i quali La Regina si sofferma sull'iscrizione bilingue incisa su una tegola, una in latino e l'altra in osco: "A farle sono state due giovani schiave di un'officina laterizia, per gioco hanno inciso una frase su questa tegola. Questo dimostra il bilinguismo del territorio, fra di loro parlavano le due lingue, ciascuna scriveva la sua, ma si comprendevano perfettamente". I lavori, per un totale di 450mila euro, sono stati finanziati con il fondo di sviluppo e coesione, hanno interessato l'intero fabbricato nato nell'Alto Medioevo come convento benedettino, diventato Antiquarium comunale nel 1934, e trasformato in campo d'internamento per zingari e omosessuali dal 1940 al 1943.

Accanto all'iscrizione bilingue in latino e osco, nel nuovo percorso museale c'è il calco in gesso alabastrino della famosa insegna di L. Calidius Eroticus, proveniente da Macchia d'Isernia, ricavato dall'originale iscrizione lapidea conservata al Louvre e la lastra policroma funeraria raffigurante Mercurio Psicopompo (Hermespsychopompos), rinvenuta a Isernia e conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli che ne ha concesso il prestito. L'esposizione isernina comprende, inoltre, graffiti con frasi di incitamento verso i gladiatori Etruscus e Priscus, la colonna di un tempio del III secolo a.C., il ritratto di un gladiatore premiato dopo la vittoria e un Lare danzante proveniente dagli scavi dell'area archeologica sannitica di Pietrabbondante (Isernia), la più visitata in Molise, a cui è dedicata un'intera sezione del Museo.

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