Pezzo per pezzo la Basilica di San Benedetto di Norcia torna a prendere forma, soluzioni tecniche innovative contro il sisma
Giovanni Bosi, Norcia / Umbria
Rappresenta la riconquista della propria identità. Per Norcia la ricostruzione della Basilica di San Benedetto, minata dal drammatico terremoto del 2016, non è infatti soltanto la restituzione alla fruizione di un irrinunciabile valore simbolico. Com’era, dov’era. Il complesso cantiere per il suo recupero strutturale, architettonico e funzionale, nella città che è diventata uno degli emblemi del sisma del Centro Italia, si è rivelato anche un modello innovativo di formazione applicato in Umbria nel settore dell’edilizia per affrontare il problema della sicurezza nei grandi cantieri. Siamo andati a vedere lo stato dell’arte.
(TurismoItaliaNews) E’ come se fosse una creatura che giorno per giorni cresce, si trasforma riacquistando la sua immagine originaria, la sua forma, quella consistenza che era stata devastata dai crolli provocati dal terremoto del 30 ottobre 2016,m quando solo la spettacolare facciata, l’abside e parte delle navate si erano salvate. Ma l’insieme era apparso come un cristallo destinato a collassare di lì a poco. La tecnica però ha salvato la Basilica di San Benedetto, a partire dall’incredibile ed imponentissima struttura metallica progettata dal professor Claudio Modena e messa in opera dai vigili del fuoco, una vera e propria selva di tubi che ha tenuto ingabbiata la facciata della Basilica fino a qualche settimana fa garantendone la salvaguardia e la sicurezza. Con il crollo delle mura della navata e del tetto, la facciata si trovava infatti a forte rischio nei confronti di eventuali ulteriori scosse sismiche. Soltanto una volta ricostruite le mura della navata e il tetto con tutti i necessari collegamenti fra questi e la facciata stessa, si è potuto finalmente smontare questo presidio.
I lavori iniziati a dicembre 2021 hanno riguardato ad oggi la parte strutturale, ovvero la ricomposizione dell’involucro architettonico secondo le indicazioni della commissione di indirizzo voluta dal ministero della Cultura attraverso lavori sudivisi in due lotti: il primo, quello che ha previsto il recupero della struttura architettonica dell’edificio ad opera del ministero della Cultura ha avuto una durata di 30 mesi ed è praticamente concluso; il secondo Lotto è quindi in partenza e i lavori, che verranno condotti grazie alla sponsorizzazione tecnica di Eni, “riguardano in gran parte le lavorazioni di restauro e ricomposizione degli elementi interni quali gli altari, la cantoria, il ripristino dell’apparato decorativo e delle finiture, il restauro della facciata che vedrà anche la ricollocazione di tutti gli elementi che erano caduti dalla stessa con la scossa del 30 ottobre 2016 nonché l’esecuzione di tutta la parte impiantistica” sottolinea l’ingegner Paolo Iannelli, Soprintendente Speciale per le aree colpite dal sisma 2016 e responsabile del procedimento.
“L’intervento di recupero della Basilica è stato considerato di notevole importanza da parte di tutte le istituzioni coinvolte, in ragione della complessità delle operazioni da eseguire, dell’alto valore simbolico che riveste la Basilica e per essere un indiscusso punto di riferimento spirituale di tutta la collettività” aggiunge Iannelli.
“I nuovi lavori consentiranno il completamento della Basilica con la realizzazione degli impianti, il restauro delle superfici architettoniche interne e le opere di funzionalizzazione della chiesa stessa – ci spiega l’architetto Filippo Battoni, dirigente dell’Ufficio Speciale ricostruzione della Regione Umbria - l’intervento sulla facciata è un restauro conservativo, volto al riconoscimento, anche attraverso l’analisi di tutti gli aspetti materici in gran parte già eseguita per mezzo di un’attenta campagna di saggi e analisi, dei suoi caratteri architettonici e alla ricomposizione degli elementi crollati che fortunatamente sono molto pochi. Le soluzioni tecniche che si stanno adottando sono particolarmente innovative, come nel caso di murature armate molto particolari. A ben guardare, più che 'dov'era, com'era', dovremmo dire 'dov'era, meglio di prima'”.
Il quadro economico dell’operazione recupero è decisamente importante, oltre 12 milioni di euro, suddivsi tra Fondo Por Fesr 2014-2020 della Regione Umbria, Fondo per la ricostruzione delle aree terramotate e contributo da circa 4,5 milioni di euro nell’ambito dell’accordo di sponsorizzazione tecnica di Eni Spa. I lavori sin qui realizzati, compresa la fase importantissima di messa in sicurezza che ha garantito che nulla della facciata venisse ulteriormente perso, hanno fatto parte del primo lotto di lavori attuati dall’Ufficio del Soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma 2016 del MiC con la Direzione dei lavori della Soprintendenza Abap dell’Umbria e sono stati finanziati con i fondi dell’Unione Europea messi a disposizione dalla Regione Umbria e del Commissario Straordinario di Governo sisma 2016.
“Norcia è uno dei simboli del sisma del Centro Italia, gravemente ferito oggi risolleva lo sguardo verso il futuro grazie alla Basilica di San Benedetto che mostra i risultati concreti della ricostruzione – commenta al proposito Guido Castelli, commissario per la riparazione e la ricostruzione del sisma 2016 - investire nella conservazione dei luoghi storici e nella rigenerazione culturale non solo arricchirà il centro Italia a livello economico, ma permetterà di condividere con il mondo la bellezza di questa terra e della sua comunità amorevole. La cultura non è solo arte e storia, ma anche il modo in cui ci prendiamo cura delle ferite e ripariamo quei luoghi identitari che ricordano all’Italia che c’è un Appennino centrale forte e capace di guardare al futuro”. L’Eni, ad esempio, nel corso del 2021 in supporto al ministero della Cultura e in coordinamento con la Direzione Scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Regione Umbria, si è occupata della selezione e catalogazione degli elementi lapidei del Portico delle Misure, dell’Arco Gotico, del Campanile e della Cripta, all’interno del cantiere di Santa Scolastica, dove gli stessi erano stati allocati a seguito delle operazioni di messa in sicurezza della Basilica di San Benedetto. Attività queste propedeutiche ad una più rapida ricostruzione.
Ricostruzione che viene seguita anche dalla Commissione Europea. Funzionari nelle scorse settimane sono arrivati in visita al cantiere della Basilica di San Benedetto per visionare lo stato di avanzamento lavori. Erano Willibrordus Slujters, capo unità della direzione generale per la politica regionale urbana, fondo europeo per lo sviluppo regionale, programma Por-Fesr e il responsabile per l'Umbria Nicola Loi, che sono stati accompagnati nella visita, tra gli altri, dagli assessori regionali Enrico Melasecche e Paola Agabiti, dal sindaco di Norcia, dal Soprintendente Speciale Paolo Iannelli e dell'architetto Vanessa Squadroni.
Ma c’è anche un risvolto importante per l’intero comparto edile: il modello innovativo di formazione applicato in Umbria nel settore dell’edilizia per affrontare il problema della sicurezza nei grandi cantieri, definiti ‘cantieri complessi’, sperimentato positivamente anche nel cantiere della ricostruzione della Basilica di San Benedetto a Norcia, conferma la sua validità per prevenire ed evitare gli infortuni e ai fini della promozione della salute sui luoghi di lavoro ed è pertanto auspicabile che divenga regola e possa essere adottato in tutti i cantieri, non solo quelli delle grandi opere pubbliche.
La storia. Secondo la tradizione la Basilica di San Benedetto sorge su quella che era la casa natale dei santi Benedetto e Scolastica, nati nel 480 da una nobile famiglia, come riferisce san Gregorio Magno nei suoi “Dialoghi”. Nel giugno del 1966 papa Paolo VI l’ha elevata a dignità di basilica minore.
Il sisma. Il 24 agosto 2016, alle 3:36, un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito una vasta porzione dell’Appennino centrale tra i comuni di Norcia e Amatrice. L’epicentro è stato localizzato in prossimità del comune di Accumoli e l’area epicentrale ha compreso un'ampia zona di confine tra le regioni Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo. In Umbria, sono stati interessati maggiormente i territori dei Comuni della Valnerina, nelle province di Perugia e Terni.