Mazzano Romano, una chiesa fantasma nel borgo sulla rupe tufacea e tanta natura da esplorare lungo il Treja
Giovanni Bosi, Mazzano Romano / Lazio
C’è una tradizione orale secondo la quale a far costruire qui la chiesa in onore di San Giovanni Battista fu Cata Galla, figlia di Simmaco. E’ una delle storie che ruotano intorno a Mazzano Romano, il borgo sorto sulla rupe tufacea che si domina la valle del Treja. Una volta attraversato il portale del XVII secolo, ci si immette all’interno del castello in una via ad anello, lungo la quale si possono trovare costruzioni tardo medievali e rinascimentali. Ma questo paese nel cuore del Parco del Treja ha molto di più da mostrare.
(TurismoItaliaNews) Siamo dalle parti dell’antica Narce, l’insediamento più antico del popolo dei Falisci, le cui origini risalgono addirittura al XII secolo a.C. e giocoforza è proprio qua che sorge un prezioso testimonial di quella che è stata la storia antica di questo territorio: il Mavna, acronimo di Museo Archeologico Virtuale di Narce. Una visita a Mazzano Romano non può dunque che partire da questo scrigno di reperti unici provenienti dal sito archeologico di Monte Li Santi - Le Rote. Sito che si può scoprire con un’escursione che conduce da Mazzano a Calcata: attraverso un percorso naturalistico si attraversano un vasto complesso monumentale databile tra il VI e III secolo a.C. e l’area di Cavone di Monte Li Santi, occupata da moltissime tombe a camera di diverse tipologie databili tra il VI e IV secolo a.C., fino a giungere a Narce, l’insediamento più antico del popolo dei Falisci, le cui origini risalgono addirittura al XII secolo a.C.
A questo punto cresce la voglia di entrare nel castello attraverso quel portale del XVII secolo, per salire fino nella parte più elevata dell’abitato dove si trova la piazza dell’Antisà, parola che significa “innanzi ai santi”: qui infatti sorgeva una mastodontica chiesa dedicata a San Nicola, costruita nel XVI secolo (sembra) su disegno di Jacopo Barozzi da Vignola e demolita nel 1940 perché pericolante. Una grave perdita perché dominava e completava la sagoma del castello, ma è suggestivo rendersi conto di essere lì dove un tempo si ergeva maestosa e osservare i resti delle sue decorazioni.; adesso il suo ricco apparato liturgico costituisce un piccolo museo parrocchiale che custodisce, tra l’altro, il trittico del XVI secolo attribuito a Girolamo Siciolante detto il Sermoneta, raffigurante il Salvatore benedicente con i santi Nicola di Bari e Benedetto.
L’esplorazione lungo le altre stradine svelano l’antico Palazzo baronale di Everso e Dolce degli Anguillara (XV secolo) ed una serie di antichi palazzetti addossati l’uno all’altro, alcuni dei quali recuperati – senza perderne l’essenza – per diventare case vacanze o b&b. Da non mancare, appena fuori del castello, una visita alla piccola chiesa di San Sebastiano, decorata da affreschi del XVI secolo e raffiguranti il martirio di San Sebastiano tra San Rocco e San Gregorio Papa, e la Madonna con il Bambino e Sant'Anna.
“Mazzano Romano è legato indissolubilmente al Parco del Treja – sottolinea il sindaco Nicoletta Irato – e in particolare Monte Gelato, uno dei luoghi storici più significativi della Valle. La torre, la mola e le cascate formate dal fiume in corrispondenza del piperno, uno strato di tufo litoideo, il Castellaccio e persino la villa romana studiata e poi ricoperta, sono un unicum straordinario di cui siamo particolarmente orgogliosi. Il nostro impegno per la valorizzazione del borgo antico si associa ad una promozione complessiva del territorio. L’obiettivo primario che vogliamo perseguire come Amministrazione, attraverso il progetto condiviso con Calcata, è quello di dare un rinnovato impulso allo sviluppo economico-sociale dell’area con beneficiconseguenti anche sul piano imprenditoriale ed occupazionale”.
Peraltro Mazzano Romano è in posizione strategica fra la coonosciutissima Via Francigena e la Via Amerina, la strada consolare costruita dai Romani nel III secolo a.C. che si staccava dalla via Cassia che attraversava tutto l’Agro Falisco proseguendo poi per Amelia, in Umbria. Questo è un dettaglio da tenere in considerazione proprio la Via Amerina è stata il canale bizantino di collegamento tra l’Impero d’Oriente e il ducato di Roma (per il controllo della quale si avvicendarono numerose risorse) passando poi in secondo piano con l’unificazione dei domini longobardi e bizantini, con la Via Flaminia preferita nei collegamenti nello Stato Pontificio.
I luoghi del gusto da non perdere
Per saperne di più
www.comune.calcata.vt.it
www.mazzanoromano.rm.gov.it
www.parcotreja.it
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