Vercingetorige il Gallo: l’eroe di Gergovia sfida ancora oggi il mito di Giulio Cesare nel panoramico Museo che racconta l’antica battaglia [VIDEO]

Giovanni Bosi, Gergovia / Francia
Per i francesi è un mito. Un po’ come per noi lo è Garibaldi, un simbolo dell'unità del Paese. Eppure questo eroe del passato siamo abituati a considerarlo da un altro punto di vista, legato evidentemente alla storia e ai fasti dell’antica Roma. Ma Vercingétorix, ovvero Vercingetorige, a distanza di oltre duemila anni resta un personaggio di spicco tutto da scoprire. E da comprendere. Per farlo, è nato un museo che proprio sull’altopiano di Gergovia, in Auvergne, uno dei luoghi più scenografici della Francia, racconta l’epopea del condottiero che ce la mise tutta per difendere le terre del suo popolo.
(TurismoItaliaNews) Siamo nel dipartimento francese dell’Auvergne, il territorio dove ben 80 vulcani perfettamente allineati per oltre trenta chilometri compongono la catena dei Puys, patrimonio mondiale dell’Unesco. Una testimonianza pulsante delle trasformazioni della Terra, che racconta un’evoluzione geologica che rende l’altopiano dei Domes unico e irripetibile. Un luogo ricco di fascino e di spettacolarità. In un passato un po’ più recente, ma comunque più di duemila anni fa – era il 52 avanti Cristo – questo altopiano a 750 metri di altitudine, è stato il teatro della battaglia in cui Caio Giulio Cesare ha subìto la sconfitta ad opera dei Galli, guidati proprio da quel Vercingetorige che esprime anima e coraggio della Francia ante-litteram. Oggi a documentare la storia c’è un moderno museo che oltre ad essere un pezzo d’architettura (la “fabbrica nel paesaggio” lo definirebbero i Club Unesco italiani) documenta con dovizia di particolari e documenti, in versione multimediale, quello che accadde quassù 2.074 anni fa.
“Venire a Gergovie significa entrare in questo particolare universo, essere nel cuore di paesaggi di grande bellezza, percorrere i sentieri escursionistici conservati con cura in modo che lo spirito e la storia dei luoghi siano finalmente svelati” mi dicono durante la visita. In 600 metri quadrati con vista panoramica sull’emblematico altopiano, il Museo Archeologico della Battaglia di Gergovie offre ai visitatori una vera e propria full immersion, con una chiara chiave di lettura, nell’unica vittoria di Vercingetorige sull’armata di Giulio Cesare durante la guerra gallica. “Un museo di nuova generazione nel cuore dell’Alvernia”, ci tengono a sottolineare.
Infatti ciò che offre è molto più di una visita: è un percorso dinamico e interattivo in cui si viene guidati tra reperti archeologici, plastici, modellini e contributi multimediali, per terminare in una sala audiovisiva che immerge realisticamente il visitatore nella celebre battaglia del 52 a.C. che oppose Galli e Romani. A ben guardare, mi rendo conto di aver sempre “tifato” per i Romani, tuttavia approfondire la visione dei Galli è fondamentale. In fondo Giulio Cesare era un invasore. E mi torna anche in mente un certo Asterix… Non a caso questo Museo Archeologico rappresenta la prima tappa di un più ampio progetto di valorizzazione dell’Altopiano di Gergovia, che consente a questo straordinario sito naturale di far conoscere meglio la sua storia. Un'ambizione tra tutte: essere annoverato tra i più emblematici luoghi francesi dedicati alla storia dei Galli, accanto ad Alesia e Bibracte.
Non solo: qui giochiamo in casa. “Il sito archeologico di Gergovia è stato riscoperto da un italiano. Dimenticato per secoli, è stato infatti portato alla luce nel sedicesimo secolo dal fiorentino Gabriel Simeoni e il museo illustra la storia del sito da allora ai giorni nostri, presentando scavi e reperti rinvenuti sull’altopiano” mi spiegano. Gli attori di Vercingetorige sono gli Arveni, tra le popolazioni della Gallia più citate dagli autori antichi. Occupavano l’attuale Alvernia, ma pochi sanno che possedevano una cultura artistica raffinata e che il loro territorio era uno dei più densamente popolati di tutta la Gallia. Oltre a Gergovia, si scoprono anche Corent e Gondole, le maggiori oppidum dell’epoca dei Galli, e si ammira la bellezza dei loro vasi decorati con motivi unici in Europa.
Gergovia, Vercingetorige e l’umiliazione di Cesare: tutta la storia
Dal 58 al 51 a.C. Giulio Cesare intraprende la campagna di Gallia con l’ambizione di consolidare iI suo potere al Senato di Roma. Tra le circa 60 popolazioni che si dividevano all’epoca questo territorio, gli Arverni, popolo ricco grazie al fertile suolo vulcanico che occupano, sono uno dei piu potenti. Nel 52 a.C., Vercingetorige si ribella a Giulio Cesare che si è già impossessato di una parte della Gallia. II giovane condottiero arverno attira Cesare e le sue 6 legioni (36.000 uomini) verso le sue terre, a Gergovia. Le truppe dei Galli sono così superiori in numero che Vercingetorige è costretto a disporle sui pianori attorno allèoppidum (roccaforte dei Galli). Cesare dispiega il suo “Grande Campo” a sud-est della città. Si impossessa, in una notte, di un accampamento presidiato dai Galli sulla collina di Roche Blanche, l’accampamento minore, e fa scavare una doppiafossa, che congiunge l’accampamento maggiore con il minore, in modo da costituire un camminamento protetto da palizzate per i soldati che volessero spostarsi da un campo all’altro in sicurezza. Cesare, per ingannare il nemico, simula un attacco da ovest con dei mulattieri travestiti da soldati.
I Galli radunano allora le loro truppe su questo versante dell'oppidum per rinforzare le difese. Nel frattempo, Cesare sferza il suo attacco sul fianco opposto, a sud, con tre legioni che sopraggiungono ai piedi delle mura. Ma i Galli, allertati da messaggeri, lanciano la cavalleria in direzione degli assalitori e compiono una strage tra i legionari. La confusione è al culmine quando arrivano gli Edui, alleati dei Romani, confusi con il nemico. Ai piedi dell’oppidum, due legioni d’élite si posizionano per arrestare il contrattacco dei Galli, ma Vercingetorige invece di arrischiarsi in un combattimento in pianura, dove sa che i Romani sono superiori, riporta le sue truppe sulle alture. Cesare ammette di aver perduto 700 uomini e 46 centurioni e non potendo rilanciare un attacco, abbandona i1 campo di battaglia. Dopo questa vittoria Vercingetorige è eletto capo supremo dei Galli, prima di venire a conoscenza della disfatta di Alésia che metterà tuttavia fine alla guerra dei Galli e alla loro indipendenza.
Sull’altopiano sono state rinvenute numerose vestigia dell’occupazione dei Galli prima e dei Gallo-Romani dopo. Si possono vedere i resti dell’antico santuario, delle mura, delle porte d’accesso, di un quartiere di artigiani nonché vie e piazze lastricate. Resti di anfore trovati un po' ovunque testimoniano la vivacità degli scambi commerciali che esistevano tra Gergovia, gli altri popoli della Gallia e Roma. L’oppidum ha continuato a svilupparsi fino all’inizio della nostra era (dal 10 al 20 d.C.) prima di lasciareil posto di capitale ad Augustonemetum, l’attuale Clermont-Ferrand a pochi km di distanza.
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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