Com'era passeggiare sulle affollate strade lastricate dell'antica Nora? Suggestioni ed emozioni nell'affascinante città della Sardegna [VIDEO]
Giovanni Bosi, Nora - Pula, Sardegna
Chissà come dove essere passeggiare sulle affollate strade lastricate dell'antica Nora, affacciata sul mare azzurro, visibile da chilometri di distanza e scintillante grazie a marmi preziosi, mosaici policromi e sculture imponenti... Intrattenersi davanti alle botteghe degli artigiani, sedersi in una taberna o rilassarsi magari in una delle terme della città. Incrociando magari, nel brulichìo delle persone, stranieri con accenti esotici, provenienti da un po' tutto il bacino del Mediterraneo per i loro commerci. E' straordinario poter immaginare tutto questo mentre si visita il sito archeologico di Nora, sul promontorio di capo Pula, sulla costa meridionale della Sardegna. Sensazioni che oggi è possibile provare in un luogo straordinario e decisamente affascinante...
(TurismoItaliaNews) Si fa presto a dire “visitiamo un sito archeologico”. Venire in un luogo come Nora, dove la storia non solo si interpreta attraverso le splendide rovine dell'antica città ma si può addirittura “rivivere”, è un'esperienza suggestiva, un viaggio nel tempo e nello spazio, in cui è irrinunciabile essere accompagnati da una guida che sa coinvolgerti ed entusiasmarti con le sue conoscenze e i suoi racconti. E soprattutto avere occhi per guardare. Comprendere cioè fino in fondo l'essenza della città che fu, tra mare e stagni.
E questa è una città con tre millenni di storia, sorta su preesistenti insediamenti nuragici, poi punica e romana, con il teatro, le terme e i pavimenti a mosaico, ma anche con la necropoli che risale all'epoca fenicia. E oggi una parte sommersa dal mare. Pausania attribuisce la fondazione di Nora all'eroe eponimo Norace, alla guida degli Iberi, mentre il più tardo Solino assegna a Norace una provenienza dalla mitica città di Tartesso. Insomma una storia che si perde nella notte dei tempi, che viene affinata ogni qualvolta si riesce ad aggiungere una tessera nel complesso mosaico della sua fondazione e della sua evoluzione. Che la lega ai Fenici a partire verosimilmente dall’VIII secolo a.C..
Il colpo d'occhio è notevole, soprattutto quando si entra nel sito e l'andamento del terreno non consente di ammirare subito i resti della città antica. Solo andando avanti Nora si svela poco a poco, conquistando il visitatore. Persino il teatro che poteva accogliere un migliaio di persone rimane “nascosto” agli occhi sino all'ultimo, per rivelarsi affacciato sul mare, in posizione tale che la dice lunga sugli urbanistici che pianificarono l'assetto dell'abitato. Di certo non solo la posizione di Nora è suggestiva e ammaliante, ma ovviamente strategica. Tanto che nel corso dei secoli ha richiamato continuamente conquistatori o popolazioni diverse. Pensate che in città nel periodo di massimo splendore arrivarono ad abitarvi ben 6.000 persone...
“Questa lingua di sabbia è delimitata da una scogliera da cui sembra sorgere, direttamente dal mare, la torre spagnola del Coltellazzo. Il Mediterraneo qui è caratterizzato da un fondale poco profondo che nasconde le rovine sommerse della città. Quasi in riva al mare si trova la chiesetta medievale dedicata a Sant'Efisio, legata al suo martirio avvenuto proprio sulla bianca sabbia di Nora. La costa è una meta prediletta dalle famiglie e dai surfisti” ci fanno osservare dal Comune di Pula, la città odierna. Qualità e peculiarità che la dicono lnga su come nel tempo questa porzione di Sardegna abbia conquistato con la sua bellezza chiunque sia arrivato qui. Miracolo che accade ancora oggi.
Cosa c'è da vedere e da intuire
Il primo impianto della città fenicia avvenne nella zona dell'attuale Foro romano, con l'appendice di un significativo luogo di culto su un piccolo rilevamento a sud-est. La città punica dovette avere una grande importanza e godere di una notevole ricchezza. Gli scavi della necropoli sin dall'inizio hanno restituito tombe a camera (oggi non più visibili per l'erosione marina) con corredi ricchi di ceramica prodotta sul territorio o importata dalla Grecia, ma anche di oggetti di ornamento personale in oro. La localizzazione esatta della città punica non è ben conosciuta, a causa del sovrapporsi della successiva città romana, che ha in gran parte demolito le strutture precedenti. Tracce puniche sono state ritrovate sotto il Foro romano, lungo la costa sud-orientale e sulle pendici del colle di Tanit, in particolare su quella occidentale dove è stato scavato un piccolo spazio destinato ad attività produttive.
A partire dal 238 a.C. La Sardegna entrò a far parte del dominio di Roma. Nora non conobbe tuttavia particolari cambiamenti culturali e sociali nel passaggio dall'età punica a quella romana, ma registrò una crescita della sua centralità nei commerci fino a diventare una delle città alleate di Roma nelle politiche di controllo della regione. In epoca romana la città attraversa diverse fasi di sviluppo. Nei primi due secoli (II-I a.C.) vediamo il nascere di grandi domus, case di rilevante estensione, che caratterizzano l’aspetto della città, e si impianta una zona di culto nella parte più meridionale del promontorio: Sa punta e' su coloru (la punta dei serpenti), dove già esisteva probabilmente un luogo sacro punico.
Poco dopo il 50 a.C. si assiste ad una prima trasformazione con la realizzazione del Foro, ottenuto demolendo gli edifici preesistenti e ricoprendoli con il lastricato; insieme al Foro viene costruito anche il tempio, di cui rimangono solo le fondazioni messe in luce negli ultimi anni. Poco più tardi viene costruito il teatro. Nel corso del II secolo d.C. il tessuto urbano della citta viene completamente modificato con la costruzione dei percorsi viari attualmente visibili, ottenuti demolendo e coprendo alcune delle grandi domus. Alla fine del secolo e nel successivo Nora conosce il suo periodo di massimo splendore. Tutto il settore occidentale viene interessato da grandi lavori che vedono la costruzione delle Terme a Mare e l’edificazione di un grande quartiere con botteghe al paino terra ed abitazioni al piano superiore.
E' sempre in questi anni che si pone la fase monumentale delle terme centrali, ricche di mosaici, e della casa dell'atrio tetrastilo, nella zona meridionale del promontorio. Successivamente, con l'arrivo dei Vandali verso la metà del V secolo d.C., Nora vede una nuova attività edilizia, realizzata stavolta utilizzando materiali di recupero da edifici demoliti o abbandonati. Inizia adesso il declino della città che, in epoca bizantina, dalla metà del VI secolo sino all'abbandono nel corso dell'VIII, vede il tessuto urbano disgregarsi lentamente, riducendosi a piccoli nuclei abitativi staccati tra loro e dedicati anche ad attività produttive, come ci indicano le macine, i forni ed i grandi orci del teatro, destinati a contenere grano. Ma anche in questa fase il livello economico degli abitanti continuava a rimanere abbastanza alto. I depositi dei rifiuti della città bizantina ci restituiscono merci provenienti da diverse parti del Mediterraneo, come ceramiche e vini pregiati. Le ultime tracce di vita a Nora si possono datare agli inizi dell'VIII secolo d.C., quando le scorrerie dei pirati saraceni portarono gli ultimi abitanti a ritirarsi nel più sicuro entroterra.
Gran parte dei reperti trovati in questo sito sono conservati nel Museo archeologico “Giovanni Patroni”, a Pula, doveè possibile ammirare, fra gli altri, la lamina in oro con la testa della Gorgone, che è anche il logo del Museo. Mentre si trova al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari la famosissima Stele di Pula, rinvenuta nel 1773, il più antico documento scritto della Sardegna e probabilmente dell'intero Occidente. La sua datazione oscilla infatti tra l'850 e il 725 a.C. L'iscrizione, su pietra arenaria locale è disposta su 8 righe ed è ritenuta completa. La traduzione del testo è controversa ma gli studiosi sono concordi sul fatto che sia questa la più antica attestazione del nome della Sardegna, che compare nella terza riga (da destra a sinistra, dalla seconda alla quinta lettera). Non è però possibile determinare se questo termine fosse utilizzato già in questa epoca così antica per indicare l'intera isola. A prescindere dal significato dell'epigrafe, questo documento è la prova che i Fenici giunti in Sardegna utilizzavano per questa terra il nome che avevano trovato al loro arrivo, adattato al proprio alfabeto.
A poca distanza dalle rovine di Nora c'è un altro pezzo di storia non solo di Pula, ma anche dell'intera Sardegna: la chiesa di Sant'Efisio, che sorge nel luogo in cui si narra che il santo venne martirizzato. È meta di un famoso e suggestivo pellegrinaggio, che si svolge ogni anno il primo di maggio. Ma proprio davanti agli scavi c'è la Torre di Cortellazzo, che sorge su una collina in posizione dominante sulla città fenicio-punica e romana. Eretta sui resti dell'antica acropoli, svolgeva la funzione di difesa delle coste e delle peschiere. Un punto ideale per praticare snorkeling, scoprendo strade e resti romani nei fondali dell’istmo. Siete ancora lì? Cosa aspettate a raggiungere Nora?
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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