Nel cuore del Patrimonio Unesco il Parco Naturale Regionale di Porto Venere racconta storie di mare, di bellezza e di luoghi d'amare
Eugenio Serlupini, La Spezia / Liguria
“Un’area culturale di eccezionale valore, che mostra l’armonioso rapporto tra uomo e natura cui si deve un paesaggio di straordinaria bellezza scenica dimostrazione di un tradizionale modo di vivere che si è conservato per mille anni e che continua a svolgere un’importante funzione socio economica nella vita della comunità”: così l’Unesco ha voluto che il territorio di Porto Venere, Cinque Terre e Isole un sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Bellezza ed unicità che trovano la loro essenza nel Parco Naturale Regionale di Porto Venere.
(TurismoItaliaNews) Nei suoi 400 ettari il Parco Naturale Regionale di Porto Venere racchiude luoghi di grande valore ambientale, storico e culturale: il borgo antico, le Isole Palmaria, Tino, Tinetto e l’Area Marina Protetta. Un territorio che sorprende per la sua straordinaria bellezza paesaggistica: gli splendidi panorami e le falesie a strapiombo, che, proseguendo il loro cammino sotto il livello del mare, creano ambienti unici al mondo. Siamo in Liguria e per orientarsi meglio, il punto di riferimento è La Spezia.
“Nel Parco una rete sentieristica con diversi livelli di difficoltà permette, a chiunque la percorra, di soffermarsi e ammirare punti panoramici, trovarsi su falesie mozzafiato, attraversare un territorio che ha mantenuto la sua naturalità e visitare borghi ricchi di storia e tradizioni – sottolinea Francesca Sturlese, sindaco di Porto Venere e presidente del Parco naturale regionale - il mondo sommerso dell’Area di Tutela Marina presenta una varietà di organismi tale che il subacqueo che visita i fondali ne rimane entusiasta e affascinato: gorgonie, rocce tinteggiate con i colori vivi delle spugne colonizzatrici, pareti ricche di margherite di mare, pesci che danzano indisturbati, aragoste, murene e gronghi che sbucano dai loro nascondigli ed il ricco ed imprevedibile mondo della prateria di Posidonia oceanica creano un ambiente sottomarino di incomparabile bellezza”. Stupore infinito, insomma, sia sulla costa che appena al di sotto del mar Jonio. Palmaria, Tino e Tinetto costituiscono l’arcipelago, mentre Porto Venere, Le Grazie e Fezzano sono i borghi-attrazione, dove il tempo sembra essersi fermato per raccontare antiche storie di mare, di resilienza ed amore per i luoghi del cuore. Ma anche dentro il mare si diceva: e sì, perché nel canale che separa Porto Venere da Palmaria è presente una straordinaria prateria di Posidonia. Un patrimonio nel patrimonio.
Delle tre isole dell’arcipelago, spiegano dal Parco, Palmaria è quella più frequentata e conosciuta, soprattutto tra gli spezzini, per quanto rigurda il turismo balneare: ogni anno le sue spiagge vedono riversarsi migliaia di bagnanti che la scelgono per la limpidezza delle acque che lambiscono i litorali”. Spostata più a sud rispetto alla Palmaria c’è l’isola del Tino, riconoscibile per la sua forma triangolare e rocciosa, dove campeggiano pini marittimi, lecci, mirto e lentisco. Separata dal Tino da alcuni scogli semisommersi, ritenuti in passato il “trait d’union” naturale delle due parti emerse, l’isola del Tinetto rappresenta la sorella più piccola del gruppo insulare di Porto Venere: un’estensione di poco superione a mezzo ettaro, con un’altezza massima di 17 metri e una distanza dall’isola intermedia di appena un centinaio di metri.
Il 20 settembre 2024 il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso un francobollo della serie tematica “il Patrimonio naturale e paesaggistico” dedicato alla Giornata mondiale della Natura e in particolare al Parco Regionale di Porto Venere, con il valore della tariffa B pari a 1.25 euro. La tiratura è di duecentomilaquattro esemplari stampati in fogli da ventotto esemplari. Il dentello postale raffigura una veduta dall’alto della Chiesa di San Pietro a Porto Venere che svetta a strapiombo sul mare, immagine cult del Parco Regionale di Porto Venere, su cui spicca, a destra, un falco pellegrino; a firmare il bozzetto è Maria Carmela Perrini.