Vietnam, tra risaie e montagne calcaree: a Tam Coc, la “Ha Long terrestre”, dove le donne remano per i turisti usando i piedi

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Giovanni Bosi, Tam Coc / Vietnam

Nella provincia di Ninh Binh, a poco più di un centinaio di chilometri a sud di Hanoi, il tempo sembra piegarsi a un altro ritmo. Tam Coc, conosciuta come la “Ha Long terrestre”, accoglie i visitatori con uno spettacolo naturale che mescola acqua, pietra e silenzio in un’armonia incantata. Lontano dai clamori delle metropoli e dalle rotte del turismo di massa, questo angolo di Vietnam regala un’esperienza immersiva, quasi onirica, tra picchi carsici che si innalzano verticali dalle risaie allagate e grotte che si aprono come bocche segrete tra le formazioni rocciose.

 

(TurismoItaliaNews) Navigare tra i canali di Tam Coc significa entrare in un paesaggio che sembra dipinto con acquerelli: il verde brillante delle risaie, l’azzurro velato del cielo riflesso nell’acqua stagnante, il grigio screziato delle pareti di roccia. Ma a rendere unico questo viaggio sull’acqua è anche un gesto, una danza silenziosa e sapiente: quello delle donne rematrici che conducono le imbarcazioni usando i piedi. Sedute in equilibrio sui bordi delle piccole barche di metallo, spingono i remi con le gambe come se pedalassero nel vuoto, lasciando le mani libere di sistemare il cappello conico, salutare quanti hanno intorno, accettare una mancia con discrezione. I loro movimenti sono delicati, perfettamente ritmati. Non sembrano affaticarsi, ma in realtà non è così…

Vietnam, tra risaie e montagne calcaree: Tam Coc, nella “Ha Long terrestre” acqua, pietra e silenzio in un’armonia incantata

Vietnam, tra risaie e montagne calcaree: Tam Coc, nella “Ha Long terrestre” acqua, pietra e silenzio in un’armonia incantata

Vietnam, tra risaie e montagne calcaree: Tam Coc, nella “Ha Long terrestre” acqua, pietra e silenzio in un’armonia incantata

“Usiamo i piedi perché è più efficiente e meno faticoso per la schiena, e ci permette di guidare la barca per ore” ci spiega la signora Chau, 64 anni, mentre rema con un sorriso pacato, il volto segnato dal sole e dalla vita sul fiume. È un gesto antico, trasmesso da generazioni, che rispecchia l’ingegno e l’adattabilità della gente di questa terra. Molte di queste donne remano per ore sotto il sole o la pioggia, accompagnando i turisti lungo il fiume Ngo Dong, attraverso le tre famose grotte (da cui il nome “Tam Coc”, ovvero “tre caverne”) scavate dall’acqua nella pietra viva: Hang Ca, Hang Hai e Hang Ba. L’eco del remo che batte sull’acqua si mescola al canto degli uccelli e al fruscio lontano del vento tra le foglie di banano.

Nel 2023, secondo i dati del Dipartimento del Turismo di Ninh Binh, Tam Coc ha accolto oltre 1,5 milioni di visitatori, con un incremento del 40% rispetto all’anno precedente. L’interesse internazionale è cresciuto anche dopo che la regione è stata inserita nel 2014 tra i patrimoni mondiali Unesco come parte del complesso paesaggistico di Trang An, che comprende anche Hoa Lu, l’antica capitale del Vietnam. Fondata nel X secolo, Hoa Lu è stata il cuore pulsante della dinastia Dinh, e dista solo pochi chilometri da Tam Coc. In questo angolo di Vietnam, la storia e la natura si intrecciano senza soluzione di continuità. Lungo i sentieri che costeggiano i canali si trovano templi nascosti nella vegetazione e resti di antiche costruzioni in pietra che raccontano di un’epoca gloriosa, segnata da guerre, unificazione e rinascita.

Vietnam, tra risaie e montagne calcaree: Tam Coc, nella “Ha Long terrestre” acqua, pietra e silenzio in un’armonia incantata

Vietnam, tra risaie e montagne calcaree: Tam Coc, nella “Ha Long terrestre” acqua, pietra e silenzio in un’armonia incantata

Tam Coc è più di una cartolina pittoresca: è un luogo che invita alla contemplazione. Gli occhi si perdono nell’alternarsi delle risaie, ora sommerse ora a filo d’acqua, dove contadini e bufali convivono con una naturalezza antica. In primavera e all’inizio dell’estate, i campi si tingono di giallo oro, punteggiati qua e là dalle sagome dei lavoratori chini. D’inverno, le nebbie basse avvolgono ogni cosa, conferendo al paesaggio un’aura quasi sacra.

Anche se i battelli turistici sono aumentati negli ultimi anni, Tam Coc conserva un equilibrio fragile tra l’accoglienza e la preservazione. Il governo provinciale ha avviato progetti di ecoturismo sostenibile e limiti giornalieri di accesso per evitare l’overtourism. “Il nostro obiettivo è proteggere il patrimonio naturale e culturale della zona, permettendo al tempo stesso alle comunità locali di beneficiare del turismo”, afferma Nguyen Van Hieu, direttore del Parco ecoturistico di Tam Coc - Bich Dong.

Vietnam, tra risaie e montagne calcaree: Tam Coc, nella “Ha Long terrestre” acqua, pietra e silenzio in un’armonia incantata

Vietnam, tra risaie e montagne calcaree: Tam Coc, nella “Ha Long terrestre” acqua, pietra e silenzio in un’armonia incantata

La lentezza è parte integrante del viaggio: nulla è più lontano dalla frenesia di altri luoghi. Qui ogni scorcio è una poesia visiva, ogni curva del fiume una promessa di meraviglia. E mentre la barca scivola silenziosa sotto la volta di roccia di una grotta, tra stalattiti pendenti e riflessi speculari, si ha la sensazione che il tempo si sia fermato. O che, almeno, abbia deciso di rallentare, per lasciare spazio al respiro, alla meraviglia, alla bellezza pura della natura che qui, a Tam Coc, racconta storie antiche senza bisogno di parole.

 

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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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