Lassù dove volano i condor delle Ande: in Perù le suggestioni dei giganti del cielo che volteggiano sulla Valle del Colca

Giovanni Bosi, Valle del Colca / Perù
Volano maestosi nell’immensità della valle mentre tutti col nasù all’insù li guardiamo ammaliati e pronti a cogliere ogni battito d’ali con una raffica di scatti. E proviamo un infinito senso di libertà davanti a quello scenario che occhi, cuore e mente non potranno mai dimenticare. Loro sono i condor delle Ande e la cornice è quella del Mirador Cruz del Condor, a 3.500 metri di quota. Siamo in Perù, nella Valle del Colca, famosa per il suo canyon candidato ad essere il primo geoparco del Paese degli Inca.
(TurismoItaliaNews) La levataccia al mattino presto per arrivare sul posto e assicurarsi la “prima fila” per essere certi di avere un ottimo punto di osservazione (ma soprattutto stando con le dita incrociate perché i condor si facciano vedere) è ben presto ricompensata e quando il sole illumina il profondissimo canyon verde sul cielo azzurro si stagliano non uno, ma almeno una decina di condor di varie dimensioni.
E lo spettacolo si accende: raggiungono altezze notevoli seguendo le correnti d’aria per poi tornare al punto di partenza, sulla medesima roccia che hanno lasciato poco prima, quasi consapevoli dei tanti occhi che li guardano. Quasi assecondando con i loro volteggi la curiosità della gente che si assiepa nei punti conquistati per l’osservazione.
Per arrivare al Mirador Cruz del Condor, passando prima per il Mirador Cruz de Cora (dove c’è il primo e altrettanto emozionante approccio con i giganti del cielo, la cui apertura alare supera anche i tre metri) richiede almeno un’ora di viaggio attraversando i villaggi di Yanque, Chivay e Maca. Siamo nel cuore della Valle del Colca, uno dei luoghi straordinari ed impressionanti del Perù e per questo il più visitato dopo Machu Pichu. In genere per raggiungere la Valle si parte da Arequipa, la città Patrimonio dell’umanità costruita con la roccia vulcanica di Sillar e ammirevole opera di maestri coloniali e muratori indiani e creoli.
E’ a quattro ore da qui che si apre il Colca, accogliendo i visitatori attraverso le falde del Chachani, la Riserva nazionale Salinas Aguada Blanca e costeggiando pascoli a perdita d’occhio dove indugiano alpaca, lama e vigogne intente a brucare ichu e yareta. Non è esagerato dire che mentre si ammirano questi panorami infiniti il pensiero corre al Paradiso terrestre. E dire che durante il viaggio si è costantemente sopra i 4.000 metri, anzi il punto più alto del percorso è a 4.350 metri di quota.
Nella Valle del Colca i condor non sono evidentemente gli unici abitanti e in tempi remoti hanno condiviso le rocce con i Collagua, gli antichi abitanti della regione che hanno documentato la loro presenza con misteriose incisioni rupestri e grotte utilizzate per la conservazione delle colcas o magazzini per la raccolta di cereali. E’ a 42 km da Chivay, il primo villaggio lungo il percorso, che si trova il punto panoramico naturale dal quale si osservano sia il volo dei condor ma anche i maestosi vulcani Coropuna e Ampato. E da qui si osserva pure una zona del canyon che, nel suo punto più basso, raggiunge i 4.160 metri di profondità e che lo rende il più profondo del Perù. Al Cruz del Condor si lega anche la tradizione di una vera e propria venerazione del grande canyon e degli stessi volatili (sempre cacciati fin quasi all’estinzione perché identificati come predatori di mandrie ed animali più o meno domestici) da parte degli abitanti dei villaggi di Pinchollo e Cabanaconde.
Il percorso in atto per la concessione dello status di geoparco Unesco, aprirebbe la strada alla nascita ufficiale del Parco del Colca Canyon e della Valle dei Vulcani cui aspirano da tempo grazie ai suoi 400 milioni di anni di storia geologica il governo regionale di Arequipa, il Comune di Caylloma, l’autorità autonoma del Colca (Autocolca), e l’Istituto nazionale di geologia, minerario e metallurgico (Ingemmet). La Valle dei Vulcani ha visto l’ultima eruzione nel periodo quaternario che ha lasciato in dote ben 25 coni vulcanici monogenetici, oltre ad una ricca flora e fauna, terrazzamenti andini, boschi, cime innevate, siti archeologici e altri punti di interesse turistico.
Dal punto di vista naturale, la Valle del Colca è un’enorme formazione geologica che è nata grazie all’erosione del fiume durata migliaia di anni, offrendo dalla Cruz del Condor un punto di vista spettacolare e un'esperienza coinvolgente per il visitatore. La Chaclla Cruz, come si chiama nell'antica lingua quechua questo luogo, identifica il sito con una grande croce offrendo a tutti un magnifico sfondo per l’immancabile selfie.
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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