Perù: viaggio a Ollantaytambo, la fortezza Inca è uno dei migliori luoghi del mondo da visitare in questo 2023

Giovanni Bosi, Ollantaytambo / Perù
E’ uno dei migliori luoghi del mondo da visitare in questo 2023. E a ragion veduta: è considerato un tesoro degli Inca per la sua posizione strategica e scenografica, così come per l’architettura e l’ingegneria. Una fortezza militare, ma pure un sito religioso ed agricolo che è una delle grandi meraviglie dell’architettura Inca, che ancora oggi genera dubbi e domande, molte delle quali ancora senza risposta. Il tutto in una cornice straordinaria ad una quarantina di km da Machu Picchu. Siamo in Perù, a Ollantaytambo, luogo simbolo anche per la resistenza Inca contro gli Spagnoli. E anche teatro di una storia di amore proibito… E noi ci siamo andati.
(TurismoItaliaNews) Il suo nome ricorda quello di un guerriero, Ollantay, ma oggi evoca anche la strenua difesa degli Incas contro i colonizzatori spagnoli arrivati dal Vecchio Continente. Ollantaytambo, nella provincia di Urubamba, a 80 chilometri da Cusco e trampolino di lancio per recarsi al santuario storico di Machu Picchu, simbolo indiscusso del Perù, è uno dei siti irrinunciabili del Paese. Una roccaforte di quella che è stata una delle maggiori civiltà precolombiane sviluppatesi sull’altopiano andino tra il XII e il XVI secolo, pensata come un deposito per il cibo in un luogo mantenuto fresco dai venti della zona, in modo da consentire alle scorte di potersi mantenere più a lungo. Ma è ben più di un semplice granaio, perché le dimensioni lo rendono un complesso di grande impatto scenografico e persino ardito, tanto che inevitabilmente quando si è al suo cospetto ci si chiede come facessero gli Incas a trasportare e sollevare enormi massi da zone non così vicine. Insomma un campione dei capolavori di ingegneria che hanno caratterizzato questa civiltà, per certi versi ancora misteriosa e circondata da racconti leggendari.
Dunque Ollantaytambo è stata un tempo centro militare, religioso e agricolo degli Incas, addirittura si ritiene una zona di rifugio per i reali e la nobiltà, con i suoi incredibili terrazzamenti e le sue perfette sculture in pietra. Gli storici hanno verificato che la fortezza è stata costruita con enormi massi portati da una cava a 6 chilometri di distanza, vicino al fiume Urubamba. Per trasportare queste pietre, gli Incas dovettero addirittura deviare l’intero corso d’acqua circostante e questo rappresenta un magistrale lavoro di ingegneria e saggezza. Ma Ollantaytambo è anche carico di significati e simbologie, visto che in questo luogo Manco Inca affrontò le truppe spagnole di Hernando Pizarro portando a casa la vittoria.
In realtà le radici del posto affondano in un passato ancor più lontano: secondo i ricercatori, il complesso ha le sue origini nella cultura Aymara e il nome deriverebbe dalla parola Ullanwtawi, che significa “guardare in basso” o “punto di vista”. Successivamente, la lingua quechua predominò nell’area e il nome venne cambiato in Ullantay, poi evolutosi in Ollantaytambo. La sua costruzione, come il santuario di Machu Picchu, risale al periodo di massima espansione dell'Impero Inca, che coincide con il governo dell'Inca Pachacútec. Dopo l'arrivo degli spagnoli, la fortezza servì da rifugio a Manco Inca, che guidò la resistenza ai conquistatori. Nel 1536, le truppe spagnole comandate da Hernando Pizarro affrontarono le schiere di Manco Inca a Ollantaytambo, ma dopo una sanguinosa battaglia e un’ostinata resistenza, gli spagnoli dovettero ritirarsi.
Un impressionante insieme architettonico.
Siamo a 2.792 metri di altitudine e le costruzioni che ci circondano hanno intorno ai 3.500 anni. La scelta del sito, al di là della strategiticità, è stata anche funzionale: canali d'acqua sotterranei erano stati scoperti a grande profondità e così gli “urbanisti” di Ollantaytambo progettarono un acquedotto che è ancora oggi pienamente operativo. Ogni fontana è stata scolpita nella roccia con proprie caratteristiche e disegni; la più conosciuta e considerata la più bella è la fontana ñusta, ricavata in un’unica pietra e decorata a forma di portale. Nella fortezza spiccano sei enormi blocchi di pietra rettangolari che appartengono al Templo del Sol, il Tempio del Sole: si trovano in una delle zone più alte e tuttavia sembra trattarsi di una costruzione rimasta incompiuta; il monolite più grande è alto più di quattro metri e largo due. La costruzione presenta una piazza in cui si colloca un grande blocco dagli spigoli perfetti che risultano orientati verso i punti cardinali; le strade sono divise in linee rette lungo le quali l’acqua scorreva attraverso canali.
“Uno dei dettagli più sorprendenti di Ollantaytambo è che le rocce trovate nel complesso sono perfettamente levigate, hanno tagli impeccabili e sono intatte, il che significa che i costruttori sono stati in grado di sollevare le pietre e trasportarle senza subire alcun danno. Il che è una vera impresa, perché la fortezza è costruita su un pendio molto ripido. Senza dubbio, Ollantaytambo è una delle grandi meraviglie dell'architettura Inca che fino ad oggi genera dubbi e domande, molte delle quali ancora senza risposta” ci spiega la nostro guida.
Ollantay Raymi, una storia di amore proibito.
Ogni anno nel mese di giugno, il parco archeologico di Ollantaytambo è teatro di una delle feste peruviane più tradizionali ed emozionanti che richiama migliaia di visitatori: è l'Ollantay Raymi. Quasi 300 tra attori e ballerini danno vita a questo festival basato su una storia popolare scritta in lingua quechua che narra la storia d’amore proibita che il generale dell'esercito Inca Ollantay mantenne con Kusi Qoyllur, figlia dell'Inca Pachacútec, ai tempi di Tahuantinsuyo. Unna storia d'amore segreta perché le leggi dell’Impero consentivano solo l’unione tra persone con analogo lignaggio. Lo spettacolo intende rivalutare e promuovere l'identità culturale del Perù, oltre a dare un valore aggiunto all'offerta turistica.
Ai piedi della fortezza si è sviluppata una cittadina, stazione di partenza del treno che conduce ad Aguas Calientes, ultimo avamposto prima di salire a Machu Picchu. Da qui è anche possibile partire a piedi e percorrere il cammino Inca che porta a Machu Picchu, due o tre giorni di viaggio attraverso le montagne, in compagnia dei portatori locali che fanno anche da guida lungo i sentieri.
Promperu, la Commissione per la promozione del turismo peruviano è particolarmente impegnata nella valorizzazione di Ollantaytambo, analogamente ad altri siti meno famosi dell’iconico Machu Picchu, ma ugualmente meritevoli di essere conosciuti e visitati.
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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