Jardins d’Étretat, ecco il parco di Madame Thébault riscoperto dal paesaggista Alexandre Grivko: land-art e meraviglie… impressioniste
Giovanni Bosi, Étretat / Francia
Riecheggiano il patrimonio naturale e la storia della Normandia. Ma sono anche un punto d’osservazione incredibile delle falesie di Étretat, il borgo che ha scatenato la creatività dei grandi Maestri dell’Impressionismo francese, a partire da Claude Monet. Affacciati sul Canale della Manica e sulla Côte d’Albâtre, davanti alla Chapelle Notre-Dame-de-la-Garde, in Avenue Damilavillem, i Jardins d’ Étretat spiccano per la loro bellezza in uno dei punti più alti della costa. E la loro storia è davvero intrigante.
(TurismoItaliaNews) Complice l’ispirazione dei pittori impressionisti - da Claude Monet a Jean-Baptiste Camille Corot - che ad Étretat hanno dato il meglio di sé nell’arte che giusto un secolo fa cambiò radicalmente il modo di guardare la realtà dei luoghi, i Jardins d’Étretat sono un sogno. In tutti i sensi. Per la loro bellezza, per l’accuratezza e la creatività con cui sono stati pensati, ma anche per essere il desiderio diventato realtà di Madame Kimberley Thébault, famosa attrice francese dell’inizio del ventesimo secolo: è stata lei a piantare il primo albero in questi giardini, che oggi ospitano sculture di land-art.
Siamo proprio davanti alla famosa falesia Aiguille Creuse immortalata da Monet: Madame Thébault, amica del grande pittore, ammaliato da lui, “nel 1905 decide di costruire una villa sulla cima dell’inquietante Falaise d’Amont, luogo battuto dai venti carico di mistero e romanza – ci racconta Olga Dieva mentre ci accompagna nel giro di esplorazione dei Giardini – l’ha chiama ‘La Roxelane’, in onore del ruolo della leggendaria moglie del sultano Solimano il Magnifico, che aveva interpretato a teatro. Ispirata dalla bellezza del luogo tanto apprezzata dai pittori impressionisti, decide anche di coltivare un giardino, il primo ad offrire una vista così splendida sull’Aiguille Creuse e sul sottostante Canale della Manica”. Da aggiungere che all’inizio del XX secolo, molti parigini cominciano ad acquistare una seconda casa in Normandia e in particolare proprio qui ad Étretat. Il tempo passa, le situazioni cambiano. Finché nel 2015 il concetto di giardino viene reinventato.
“Quell’anno l’architetto paesaggista Alexandre Grivko – spiega Anastasia Kharchenko, responsabile Communication et partenariats culturels dei Jardins d’Étretat - scopre i resti del giardino e decide di dare nuova vita al luogo. Desidera rendere omaggio alla storia del giardino creato da Madame Thébault introducendo approcci architettonici e artistici innovativi. In soli due anni, Alexandre Grivko è riuscito a creare un ensemble che sembra avere mezzo secolo. Uno dei sistemi utilizzati per realizzare questa impresa è stato preso in prestito da André Le Nôtre, il grande maestro classico dell'arte dei parchi e dei giardini, noto in tutto il mondo per aver realizzato il giardino reale di Versailles”.Per realizzare il parco di Versailles in tempi record, Le Nôtre aveva utilizzato solo una quantità limitata di specie vegetali; riuscì tuttavia ad ottenere effetti visivi eccezionali grazie ad attenti dimensionamenti.
Oggi i Jardins d’Étretat sono uno spettacolo della natura, ma anche un itinerario nel quale scoprire le opere d’arte, vere e proprie installazioni, che a sorpresa arricchiscono ed integrano il parco. Dalla loro apertura sono state accolte le opere di oltre 50 artisti, proponendo mostre, residenze artistiche, performance e interventi. Come ad esempio Isabel Judez, Iga Vandenhove e Samuel Salcedo con i suoi fantastici “faccioni”. Questi eventi hanno permesso di tessere una ricca rete di connessioni tra creatori, specialisti di varie discipline (artisti, giardinieri, ricercatori) e visitatori, tanto che i Giardini diventano un ecosistema vivente, ci viene spiegato.
Per saperne di più
www.etretatgarden.fr
www.france.fr/it
www.lehavretourisme.com
www.visiterouen.com
wwws.airfrance.it
www.sncf-connect.com
Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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