Atlante inutile del mondo, 100 luoghi che non hanno fatto la storia: le bizzarrie geopolitiche in un libro assolutamente da leggere
Avete mai sentito parlarne di Autostralia, Benzinopoli o Ipposidra? Probabilmente no, salvo che voi abitiate a due passi da questi luoghi. Nomi che identificano altrettante località italiane, finite insieme a molte altre nell’“Atlante inutile del mondo, 100 luoghi che non hanno fatto la storia”, il lavoro di Albano Marcarini, pubblicato dalla casa editrice Hoepli. Il volume si fa piacevolmente leggere per le curiosità e le bizzarrie della geografia non solo italiana, ma di tutto il mondo. Luoghi dai nomi improbabili che (almeno per adesso) nonostante la loro esistenza, non hanno fatto nulla per la storia.
(TurismoItaliaNews) La premessa dell’autore spiega tutto e chiarisce il perché di questo certosino lavoro. “Il sogno di tutti i cartografi, geografi ed esploratori è di redigere un atlante, il più vasto e completo possibile del mondo – scrive Albano Marcarini - a questa eletta schiera aggiungo anche coloro che hanno molto tempo davanti a sé, una grande immaginazione e nessun impegno preciso, come poeti e parolieri, casellanti e custodi di case cantoniere, guardiani di faro, urbanisti, osservatori di cantieri stradali, collaudatrici televisive di materassi e collaudatori di montascale domestici, naufraghi ed eremiti. Ne ho sentiti diversi avere questo desiderio. Compilare un atlante però non è cosa di facile e immediata realizzazione poiché occorrono costanza, precisione, credibilità. Di tutte queste doti l'ultima è la più discutibile poiché se la geografia fa del vero la sua parola d'ordine, la storia invece no. Essa è soggetta alle opinabili ricostruzioni, agli interessi speculativi di re, governanti, idealisti e utopisti. Senza contare le guerre. Mettere insieme le due discipline sulle policrome tavole di un atlante diventa un esercizio difficile, passibile di mutamenti repentini, di madornali errori, di un’inesausta e spesso vana rincorsa alla ‘mise a jour”.<
Quanto dura un atlante prima che vada in scadenza? “Più di un vasetto di yogurt, molto meno di una buona bottiglia di barolo. I mutamenti sulla carta politica del globo sono tali e tanti da rendere anche il più “moderno” degli atlanti un oggetto ben presto ricollocato senza remore sui banchetti dell'usato. Le due guerre del Novecento sconvolsero l'Europa e parte dell'Asia, la decolonizzazione fece un puzzle dell'Africa, la caduta del Muro di Berlino uno sfarfallio della gloriosa Unione Sovietica. Così atlanti che per le loro dimensioni sembrano elementi immobili, o intoccabile mobilia domestica, diventano anche loro inutili, esattamente come quello che, al netto di false pretese, avete ora fra le mani – aggiunge Albano Marcarini - ma non solo. Questo atlante nasce anche per un cordiale desiderio di rivalsa verso tutti coloro - architetti, geometri, astronauti, programmatori, despoti e tiranni - che hanno o che persistono a privilegiare il concetto di spazio, o peggio di cyberspazio, a quello di luogo. La 'topofilia', cioè l'amore per i luoghi, è una patologia che insorge sfogliando con una grossa lente, anzi scandagliando meticolosamente nei casi acuti, le pagine di un atlante che possegga almeno un centinaio di tavole, fitte di nomi e di convenzioni grafiche. Non pochi esseri umani ne sono afflitti evitando pudicamente di dichiararsi. Contro questo incomprensibile riserbo si schiera questo lavoro che ha lo scopo precipuo di tornare al luogo, al 'topos', come fonte inesauribile di conoscenze e, perché no, di stranezze e bizzarre curiosità, accidenti della storia che inficiano la geografia, o pretese geografiche che della storia si fanno un baffo. Così la carta topografica, da documento intenzionalmente perfetto, diventa una narrazione vaga e dilettevole. Basti pensare a come i primi cartografi immaginassero a fantasia i contenuti delle terre a loro sconosciute. Ma anche oggi che con un clic è possibile inquadrare ogni parte del globo, con un dettaglio che sconfina nell'impudico, in realtà ogni terra è ancora sconosciuta sapendo nascondere bene sotto la sua scorza le vicende di chi l'ha conquistata e abitata”.
Ecco perché diventa utile un atlante inutile, ovvero un repertorio cartografico di anomalie geo-politiche passate e presenti, ma di quelle che di rado hanno ottenuto un posto nella storia o lasciato un segno tangibile nella geografia. Leggere un atlante deve essere divertente ed è per questo che ognuna di queste cento tavole è compilata con quella lieve ambiguità che talvolta - non sempre - confonderà il vero dal falso. Sarà compito del lettore saper discernere o, anche, farne a meno, poiché, come si sa, la realtà è ineguagliabile quando si tratta di superare la fantasia”. Parola di Albano Marcarini.