I misteri di Angkor Wat: nello straordinario sito Unesco della Cambogia con Paolo Pretelli (Apatam Viaggi)
Nel profondo delle foreste della provincia di Siem Reap, in Cambogia, c’è Angkor Wat, uno dei siti archeologici più importanti del sud-est asiatico. Esteso per circa 400 kmq, compresa l'area boschiva, il parco archeologico di Angkor contiene i magnifici resti delle diverse capitali dell'Impero Khmer, dal IX al XV secolo. Come il famoso Tempio di Angkor Wat e, ad Angkor Thom, il Tempio di Bayon con le sue innumerevoli decorazioni scultoree. L'Unesco ha istituito un programma ad ampio raggio per salvaguardare questo sito simbolico e i suoi dintorni. Con Paolo Pretelli, gran patron di Apatam, un viaggio virtuale in questi straordinari luoghi, in attesa di andare con lui a vederli di persona.
(TurismoItaliaNews) “Le eleganti guglie di un'antica città di pietra s’innalzano verso il cielo sopra il complesso del parco archeologico di Angkor Wat, in lingua khmer ‘Tempio della città’. Un luogo che per importanza archeologica è paragonabile alla piana di Giza, alle Piramidi d’Egitto, o a Palenque in Messico ed è il sito è il più importante del sud est asiatico”: quando Paolo Pretelli racconta un luogo usa parole estremamente evocative. Sono frutto dell’esperienza, di viaggi compiuti nei luoghi più belli della Terra, di sensazioni vissute in prima persona. Questo, a ben guardare, è il retaggio del viaggiare e, soprattutto, del saper viaggiare. Perché andare in luoghi diversi dai nostri, significa accrescere la propria conoscenza, come novelli esploratori e non come semplici turisti. Viaggiatori, appunto. “Dal IX al XV secolo, le varie capitali dell'Impero Khmer prosperarono qui mentre i loro sovrani governavano un impero che si estendeva dal Myanmar (Birmania) fino al Vietnam. Angkor Wat fu fatto costruire dal re Suryavarman II, presso Yasodharapura, la capitale dell'impero. Il re ordinò che la costruzione del gigantesco edificio partisse contemporaneamente dai quattro lati. L’opera fu completata in meno di 40 anni e oggi è il più grande monumento religioso nel mondo, nominato Patrimonio dell'Umanità nel 1992” spiega Paolo Pretelli.
Angkor copre oltre 400 chilometri quadrati, comprese le aree boschive e periferiche di recente scoperta e accoglie 72 templi, che sono stati costruiti fra il 900 d.C. e il 1200 d.C. su un progetto che in realtà sembra molto più antico. Originariamente concepito come un tempio indù, fu gradualmente trasformato in un tempio buddhista verso la fine del XII secolo. Il tempio è un trionfo architettonico carico di tesori artistici, come le gallerie in bassorilievo che fiancheggiano molte delle pareti e raccontano storie e leggende cambogiane.
Ma qual è la storia di Angkor Wat? “Ci sono diverse teorie per le quali i governanti della città hanno abbandonato il sito e si sono trasferiti vicino alla moderna Phnom Penh – sottolinea Pretelli - le teorie raccontano di sconfitte in battaglia e di mutevoli osservanze religiose (perché l'induismo khmer è stato gradualmente sostituito dal buddhismo Theravada durante il XIII e il XIV secolo), ma il mistero ha confuso gli scienziati per secoli. Angkor riguarda tanto l'acqua quanto la pietra: il sito vanta un enorme sistema di canali artificiali, argini e bacini artificiali, il più grande dei quali è West Baray, lungo 8 chilometri e largo 2,4 chilometri. Queste incredibili imprese ingegneristiche formano parte integrante del progetto generale del sito che rimane fedele al simbolismo religioso. I fossati, ad esempio, simulano gli oceani che circondano il Monte Meru, la casa degli dei indù. Ma queste enormi opere hanno anche avuto uno scopo pratico, sfruttando abilmente il fiume e l'acqua piovana per placare la sete di circa 750.000 residenti nella più grande città preindustriale del mondo. E l’acqua irrigava anche le colture che producono ricchezza come il riso, che serviva ai Khmer come valuta”.
Alcuni studiosi ipotizzano che la caduta di questo elaborato sistema idrico abbia portato alla fine di Angkor. Una serie di deboli monsoni e/o problemi ambientali, come la deforestazione che ha provocato inondazioni distruttive e soffocato il sistema con sedimenti, potrebbe aver spinto i residenti verso Phnom Penh. Anche dopo che erano passati i giorni della sua gloria, Angkor rimase popolare tra i pellegrini buddhisti che viaggiavano attraverso il sud-est asiatico e oltre. Oggi il sito attira anche viaggiatori laici, che sono quasi un milione l'anno. E c’è anche un mistero ad Angkor Wat: “Hancock nei suoi studi di archeoastronomia, riporta che ‘Piccoli o grandi, questi templi ripetono tutti nel loro progetto i recinti geometrici del mandala classico e dello yantra’. E nella sua guida si trova una frase enigmatica. L’iscrizione è su una stele, scavata dal palazzo reale e dichiara che ‘la Terra di Kambu’ (Cambogia) ‘è simile al cielo’. Da questa constatazione iniziale si avviò una lunga ricerca per stabilire il momento esatto della perfetta correlazione tra la costellazione del Drago e i templi. Dopo molteplici ipotesi, emerse che nell’esatto momento dell’alba dell’equinozio di primavera del 10.500 a.C., la costellazione del Drago si trovasse esattamente a nord nel mezzo del cielo, a cavallo del meridiano, ben al di sopra dell’orizzonte, esattamente con lo stesso schema replicato sul terreno dei principali templi di Angkor! Se ci andate, cercate poi due importanti bassorilievi dal significato cosmico: uno rappresenta le danzatrici celesti e l'altro la zangolatura del latte”.
Il sito ufficiale del tour operator Apatam Viaggi
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