Tra fuochi e zucche intagliate: ad Orsara di Puglia la tradizione diventa uno spettacolo di suggestioni

Giovanni Bosi, Orsara di Puglia / Foggia
E’ la campana della Chiesa Madre dedicata a San Nicola a dare il via alle ataviche suggestioni che da centinaia di secoli, nella notte tra l’1 e il 2 novembre, si rinnovano ad Orsara di Puglia. Le origini di questa cittadina in provincia di Foggia si perdono nella leggenda e l’appuntamento con “Fucacoste e cocce priatorje”, tra fuochi e zucche intagliate, è di quelli che da queste parti nessuno si perderebbe per alcuna ragione al mondo. Ma non provateci neppure ad abbinare questo rito ad Halloween…
(TurismoItaliaNews) Quando si arriva ad Orsara, l’occhio è subito attratto dalla mole in pietra dell’antica chiesa di San Michele, immersa nel verde degli abeti. Sapendo cosa ci si appresta a vivere nella notte di più lunga di Orsara - perché questo è il momento più adatto per essere qui - curiosità ed attesa sono le sensazioni più grandi nel visitatore che per la prima volta si spinge tra i Monti Dauni. Arrivando di sera, la “calda” illuminazione gialla contribuisce a dare al centro storico un’immagine vellutata tipica di altri tempi, con le case e le pavimentazioni in pietra di vicoli e piazzette che creano scorci che sono già il preludio di quelle suggestioni che si stanno per vivere.
E’ una serata magica, dove attesa, emozione e persino eccitazione sono palpabili. Gli abitanti di Orsara tengono molto al loro evento “Fucacoste e cocce priatorje”, letteralmente “falò e teste del Purgatorio", consapevoli di ridare ogni volta corpo e sostanza a quanto hanno già fatto i loro avi. Già, ma perché collegare l’evento ad Halloween prendendone al contempo le distanze? Diciamo subito che nella notte tra l’1 e il 2 novembre nella zona antica della cittadina fanno la loro comparsa centinaia di zucche intagliate con sembianze umane ed esposte lungo un percorso che permette di ammirare le creazioni più fantasiose. E poi ci sono decine e decine di falò, preparati ore prima con meticolosità lungo le strade e ai quali alle 19 in punto si dà fuoco.
“Questa è la notte dei fuochi, la più lunga e luminosa dell’anno – ci spiega il giornalista Francesco Quitadamo, che cura la comunicazione del Comune di Orsara - in ogni via, piazza e slargo del paese ci sono un covone che arde e scintille di fuoco che ascendono al cielo. Molti si confondono, immaginando si tratti di Halloween: niente di più sbagliato. E’ un evento che mette in evidenza l’illuminazione della fede, il ricordo dei defunti, il gusto genuino di stare insieme condividendo un momento di comunione caratterizzato dalla magia autentica del legame misterioso tra il mondo dei vivi e quello di quanti vivono nella nostra memoria” sottolinea ancora Francesco.
Un tempo, nelle vie di pietra del borgo, davanti ad ogni uscio di casa, si usava porre dell’olio in una bacinella piena d’acqua: alla fioca luce della candela, si poteva assistere, secondo gli anziani, alla sfilata delle anime del purgatorio. Elemento caratterizzante dei fuochi è la ginestra, un arbusto che in fiamme si volatilizza facilmente, facendo sembrare che il legame cielo-terra si compia sotto i nostri occhi. E’ convinzione che le anime dei defunti, tornando fra i vivi, facciano visita ai parenti e tornino alle dimore dove avevano vissuto, si riscaldino e continuino il loro peregrinare per tutta la notte. In onore dei defunti, si consumano cibi poveri ma simbolici: il grano lesso condito con il solo mosto cotto, le patate, le cipolle, le uova e le castagne cotte sotto la brace.
Niente streghe, dunque, niente maschere e figure grottesche. L’evento che si celebra a Orsara di Puglia è ancora profondamente legato al culto dei defunti e rifugge dal “rito” del “dolcetto o scherzetto”. La tradizione vuole che le anime del Purgatorio (Cocce priatorje) possano purificarsi attraverso il fuoco dei fucacoste e trovare la via del Paradiso, che viene indicata loro dai lumi nascosti dentro le zucche. “E’ la notte della luce, dunque, non quella delle tenebre” chiosa il vice sindaco Rocco Dedda, con deleghe alle politiche giovanili, innovazione tecnologiche e sport. La tradizione in effetti si fonde oggi con tanti altri buoni motivi: il turismo innanzitutto, la promozione del territorio e delle sue eccellenze, della sua storia. Una voglia di crescita nel contesto di una regione, la Puglia, che in termini di turismo, si sta rivelando un campione di proposte variegate, nella consapevolezza che tipicità e difesa del proprio essere restano due condizioni irrinunciabili.
La leggenda rivela
Le origini di Orsara si perdono nella leggenda. Numerose tesi, sia di natura storica che mitologica sostengono infatti che il paese ne possa vantare di assai antiche. Tuttavia, l'ipotesi più accreditata è quella che fa derivare il toponimo dal Latino "ursus", ovvero orso, animale presente in questa zona sin da epoche remote. La leggenda racconta che il paese fu costruito nel luogo in cui si trovava la tana di una femmina con due cuccioli; per questo motivo lo stemma araldico del Comune raffigura un'orsa rampante con una quercia e due orsacchiotti. |
“Orsara è uno di questi centri che meritano di essere valorizzati – sottolinea il giornalista Maurizio Tardio di ‘Inchiostro da Gustare’, impegnato in una serie di progetti per la conoscenza del territorio pugliese – c’è molto da scoprire lungo itinerari che non quelli consueti, ma dove il passato, visto anche in termini di enogastronomia ed artigianato, è un valore aggiunto”. Non è un caso che proprio ad Orsara uno dei protagonisti di questo modo di pensare sia il grande chef Peppe Zullo… Così come non è un caso se Orsara è stata inserita nel circuito Cittaslow, la rete internazionale delle città del buon vivere: “L’amministrazione comunale ha sottoscritto un codice condiviso di comportamenti concreti – ci spiega Biagio Dedda, delegato della Condotta Monti Dauni di Slow Food – con l’obiettivo di difendere le produzioni agroalimentari e le culture autoctone in un modello che mira a migliorare la qualità globale della vita attraverso il cibo, la cultura e il sociale, l’urbanistica, l’ambiente, l’energia, i trasporti, il turismo, il mondo agricolo e la formazione dei giovani”. Non solo: “Nel 2010 è pure arrivata la Bandiera Arancione – aggiunge il vice sindaco Rocco Dedda - grazie al programma di azioni attivate a salvaguardia della qualità ambientale e del patrimonio storico-artistico del territorio, per l’ideazione di eventi artistici e culturali che trovano spazio durante tutto l’anno, e per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici locali”.
La festa di “Fucacoste e cocce priatorje” parte dunque ufficialmente alle ore 19: i rintocchi della campana danno il via e il parroco di San Nicola accende il primo falò accompagnandolo con la benedizione, in una cornice di gente che affolla ogni strada. Almeno quarantamila persone nell’edizione 2014, in un paesotto che normalmente conta poco più di tremila abitanti. A quel punto la festa entra nel vivo ed è bello perdersi nei vicoli alla ricerca del falò più grande o delle zucche intagliate più simpatiche trasformate in lanterne, scoprendo anche quelle che nel pomeriggio sono state realizzate dai bambini nel laboratorio del Centro Visite di largo San Michele.
Niente Celti insomma ad Orsara. Anzi, secondo alcuni studiosi, quel che accade qui è da ricondurre direttamente a riti greci che nel corso dei secoli sono stati mutuati dalla cristianità. E questo spiega anche perché davanti all’altare maggiore della chiesa di San Nicola vengono posizionate tante zucche intagliate illuminate. A muovere tutto qui resta una fede incrollabile.
Anche la preparazione della festa diventa un ritoNei giorni che precedono l’evento, Orsara di Puglia vibra al ritmo di una crescente frenesia. L’attesa e la preparazione sono vissute in ogni casa. La preparazione delle “cocce priatorje” è solo una delle incombenze da assolvere: affinché la notte dell’1 novembre sia perfetta, come vuole la tradizione, occorre accatastare per tempo tutto il legname necessario a preparare il falò. Non bisogna dimenticare vino, carne, pane, patate e dolci tipici, vale a dire le pietanze e gli ingredienti che saranno consumati accanto ai fuochi, quando in ogni stradina del borgo si terrà un banchetto a base di piatti “poveri” ma gustosi e in tutto il paese saranno esposte centinaia di zucche lavorate in modo creativo e illuminate al loro interno. |
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Il sito ufficiale del Comune di Orsara di Puglia
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