Gubbio, Corsa dei Ceri Mezzani: il rito di identità e passione accende con la stessa intensità l’anima eugubina

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Giovanni Bosi, Gubbio / Umbria

Qui dove le pietre parlano di secoli e le strade riecheggiano di voci lontane, la tradizione non è solo memoria: è vita. Nel cuore antico di Gubbio lo dimostra ogni anno la Corsa dei Ceri Mezzani, che pur svolgendosi a un paio di settimane di distanza dai riflettori del 15 maggio, data canonica dei Ceri “maggiori”, accende con la stessa intensità l’anima eugubina. In questa corsa “di mezzo”, dedicata ai ragazzi, si coglie ugualmente l’essenza più pura di una cultura millenaria, tramandata con un rigore non scritto ma inviolabile. Siamo andati a vedere.

 

(TurismoItaliaNews) Le tre statue di Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio sfilano imponenti sulle spalle giovani ma già temprate. Gli occhi dei ceraioli mezzani brillano di emozione, consapevoli di calcare un sentiero sacro. I capodieci incitano i loro, ma a ben guardare i primi a stare col fiato sospeso sono se stessi. Nulla è lasciato al caso: i riti che precedono la Corsa, i gesti ripetuti con “religiosa” precisione, le formule tramandate sussurrando, tutto contribuisce a rendere anche questo giorno un rito collettivo di iniziazione e appartenenza. Lo stesso, ci assicurano, si ripeterà per i Ceri “piccoli”.

Gubbio, Corsa dei Ceri Mezzani: il rito di identità e passione accende con la stessa intensità l’anima eugubina

Gubbio, Corsa dei Ceri Mezzani: il rito di identità e passione accende con la stessa intensità l’anima eugubina

Paola Salciarini, assessore al cultura, turismo e centro storico del Comune di Gubbio

Chi assiste alla corsa, vede nei volti dei ragazzi l’eco dei padri e dei nonni, che a loro volta sono stati ceraioli piccoli, mezzani e grandi, in un ciclo che pare non avere inizio né fine. Le regole, mai scritte ma incise nella coscienza popolare dalla notte dei tempi, si apprendono crescendo a Gubbio, respirando l’odore della cera, ascoltando i racconti intorno a una tavola imbandita di tradizione (come il Baccalà alla Ceraiola, ricetta segretissima cucinata al di sotto di Piazza Grande, lo spazio pensile più grande d’Europa). La folla non fa sconti: pretende ardore, rispetto e dedizione. E i giovani rispondono con una forza che va oltre il fisico. Perché la corsa, si sa, non è gara, ma rito. Non è vittoria, ma consacrazione. Ogni passo, ogni grido, ogni movimento dei ceraioli è parte di una danza antica, coreografata da secoli di devozione.

Così, anche nella Corsa dei Ceri Mezzani, si rinnova un patto invisibile ma saldo, quello tra il popolo e la sua storia. Un legame che non ha bisogno di palcoscenici o celebrità per essere autentico. Perché a Gubbio, ogni Corsa è la Corsa. E ogni ceraiolo, piccolo o grande, porta sulle spalle non solo un cero, ma l’orgoglio di un’intera comunità. Tra quelli che assistono con autentica palpitazione a questa Corsa di maggio 2025 c’è anche Paola Salciarini. Ceraiola doc, neanche a dirlo, ma oggi lei è anche l’assessore del Comune di Gubbio, con una super-delega: cultura, turismo, centro storico e, implicitamente, Corsa dei Ceri. Ma parliamoci chiaro: se il ruolo del Comune in questa Festa di popolo è irrinunciabile e immancabile, è pur vero che tutto si mette in moto spontaneamente. Non c’è bisogno di nessuna “chiama”: nel Dna di ogni eugubino c’è un nucleotide che si chiama proprio “Corsa”. Ci si ritrova tutti insieme, nel nome di un qualcosa che è difficile da spiegare a parole. “Sì – ammette l’assessore Paola Selciarini – è difficile spiegare la nostra Corsa dei Ceri: festa di popolo, partecipazione collettiva, una ‘processione’ di corsa che finisce al tramonto, frutto di adattamenti nei secoli. Innestata su cerimoniali più antichi, precristiana, è la rinascita della vita”. “A sedici anni sono partito a piedi da Perugia per venire a vedere la Corsa – ricorda Rolando Fioriti, direttore di Federalberghi Confcommercio Umbria e presidente di Umbria&Bike – ci sono volute un po’ di ore, ma potevo perdermela?” chiosa sorridendo.

Gubbio, Corsa dei Ceri Mezzani: il rito di identità e passione accende con la stessa intensità l’anima eugubina

Gubbio, Corsa dei Ceri Mezzani: il rito di identità e passione accende con la stessa intensità l’anima eugubina

Gubbio, Corsa dei Ceri Mezzani: il rito di identità e passione accende con la stessa intensità l’anima eugubina

“I Ceri è come se fossero una sintesi della vita: si corre, si cade, ci si rialza, si riparte” sottolinea Claudio Bettelli, referente di Confcommercio Gubbio. Inutile dire che pure lui è un ceraiolo doc: quando parla dei Ceri si emoziona e gli si arrossano gli occhi. Quel che è bello, è che tutti coloro con cui abbiamo parlato della Corsa usano la stessa spiegazione, anzi una “non-spiegazione”: “E’ difficile spiegare, bisogna esserci”. E possiamo assicurare che esserci quando i Capitani escono dal Palazzo dei Consoli, i Capodieci lanciano le brocche e i ceraioli compiono il rito dell’Alzata davanti alla folla colorata e festante, avere la pelle d’oca è dire poco. Quando i tre Ceri partono di corsa uno dietro l’altro, Sant’Ubaldo in testa, sentirsi emozionati, commossi e coinvolti è dire altrettanto poco.

Anche assistere all’Alzata con Ubaldo Casoli, è un valore aggiunto. Lui è il funzionario dell’Ufficio Turismo e Sport del Comune di Gubbio. Smessi gli abiti del responsabile di un ruolo cardine nell’ente locale, indossa subito gli abiti del ceraiolo e l’emozione lo assale, raccontandoci quella volta che… Ogni Corsa è una storia a sé, ricca di mille aneddoti. Ogni eugubino ha nel cuore la propria esperienza. Perché qui nessuno resta indenne: la Corsa dei Ceri è una “pandemia” collettiva. Bella, buona, inimitabile, unica. Un patrimonio straordinario di questa città umbra.

Gubbio, Corsa dei Ceri Mezzani: il rito di identità e passione accende con la stessa intensità l’anima eugubina

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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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