El Greco e Bramante celebrati anche dal Vaticano: scelte opere conservate nei Musei del Papa

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E’ il 20 maggio 2014 la data consacrata dalla Città del Vaticano per celebrare due artisti del calibro di El Greco e di Donato Bramante. Per il primo, quale soggetto del francobollo commemorativo, è stato scelto un magnifico volto di Cristo, parte delle Collezioni dei Musei Vaticani (ma si trova all’interno del Palazzo Apostolico) mentre per il secondo arriva un foglietto nel quale è rappresentata anche la scala elicoidale da lui progettata insistente sul cortile ottagono del Belvedere in Vaticano, oltre al volto del grande architetto.

 

 

(TurismoItaliaNews) Di Domìnikos Theotokòpulos (1541-1614), detto “El Greco”, si celebra 400° anniversario della nascita a Creta, dove si forma artisticamente, isola allora appartenente alla Repubblica di Venezia e centro di un importante movimento pittorico post-bizantino chiamato scuola cretese. Divenuto “Maestro”, El Greco giunge nel 1567 a Venezia, dove lavoravano alcuni tra i maggiori artisti dell’epoca; subisce l’influenza di pittori quali Tintoretto e Tiziano, ma esprime il tratto innovativo della sua pittura adottando colori più intensi e una pennellata più libera. Il suo stile evolve ulteriormente a Roma dove, ospite del cardinale Alessandro Farnese, si confronta con le insigni opere dei grandi pittori rinascimentali.


Le sue figure acquisiscono una maggiore plasticità attraverso l’uso del chiaroscuro ma il suo tratto caratteristico e non convenzionale, nonché la sua forte personalità (di Michelagelo dice: «era un brav’uomo, ma non sapeva dipingere»), lo costringono ben presto a cercare migliori fortune alla corte del re di Spagna Filippo II. Troverà la consacrazione artistica nella città di Toledo, dove fin dal suo arrivo nel 1577 venne considerato un grande pittore; proprio qui creerà i suoi capolavori più acclamati («l’Assunta», «la Pentecoste», «il Cristo nell’orto», «l’Apocalisse», «gli Apostoli», «la Veduta di Toledo »…).


L’artista viene considerato ancora oggi incredibilmente moderno in quanto ha anticipato movimenti pittorici di fine ‘800 e del primo ‘900, rifiutando i principi classicisti come misura e proporzione ed affermando che è il colore ad avere la supremazia rispetto all’immagine (a volte da lui quasi abbozzata), al fi ne di far cogliere immediatamente all’osservatore gli elementi centrali delle sue opere: il realismo, la sofferenza, l’espressività. Il francobollo vaticano dedicato a El Greco ha il valore di 0,85 euro stampato in 200.000 esemplari in fogli da dieci.

Più articolata l’emissione per Donato Bramante, di cui si celebrano quest’anno i 500 anni dalla morte del Bramante. L’Ufficio Filatelico e Numismatico vaticano lo celebra con l’emissione di un foglietto nel quale è rappresentata la scala elicoidale da lui progettata insistente sul cortile ottagono del Belvedere in Vaticano; due i francobolli – da € 1,20 ed € 3,60 – che compongono i centomila foglietti stampati.


Si conosce pochissimo della sua prima formazione mentre si sa che giovanissimo si perfeziona ad Urbino dove può ammirare da vicino artisti quali Piero della Francesca, Paolo Uccello, Mantegna e Melozzo da Forlì. Dopo un breve periodo a Bergamo si trasferisce a Milano dove esegue sia in qualità di architetto che di pittore numerosi lavori alla corte di Ludovico il Moro. Della sua attività di pittore sono a noi pervenuti solo pochi affreschi, mentre rimangono le testimonianze degli interventi architettonici da lui progettati sia a Milano (Santa Maria presso San Satiro, Basilica di Sant’Ambrogio, Santa Maria delle Grazie) che nel territorio del ducato (Duomo di Pavia). Nel 1499, dopo la caduta dello Sforza, si trasferisce a Roma, dove ottiene da subito importanti lavori e dove trova un ambiente intellettuale ed artistico che permea ed eleva la sua arte. A lui si deve la realizzazione del Chiostro di Santa Maria della Pace, del Tempietto di San Pietro in Montorio e del Cortile del Belvedere. Nel 1506, Giulio II nomina Bramante architetto pontificio, incaricandolo di numerosi progetti urbanistici tra cui il più importante la demolizione e la ricostruzione dell’antica basilica costantiniana di San Pietro. Il suo progetto è originale e grandioso, ma i lavori per la sua realizzazione vennero definitivamente interrotti dalla morte prima del papa e poi dello stesso Bramante nel 1514. Il tempo della sua vita terrena fu comunque sufficiente a fare di lui il più grande innovatore dell’architettura italiana della rinascenza.


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