Nuova vita per la barocca Villa Contarini: il Veneto investe 20 milioni di euro per la sua salvaguardia

Più che una villa, è una reggia. Siamo a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova, e Villa Contarini è il risultato della trasformazione seicentesca della villa rustica realizzata da Andrea Palladio negli anni 1540 per Paolo Contarini e i suoi fratelli, in fastosa sede di rappresentanza e svago per l'ambizioso Marco Contarini. Il Veneto investe 20 milioni di euro per la sua salvaguardia.

 

(TurismoItaliaNews) Al momento di acquisizione da parte della Regione Veneto, nel 2005, il complesso di Villa Contarini appariva in situazione molto precaria. Dopo il grande restauro degli anni Settanta del Novecento, la manutenzione ordinaria si era sempre più affievolita e sia la villa, sia le adiacenze e il parco mostravano evidenti segni delle mancate cure. In alcuni casi il “punto di non ritorno” appariva pericolosamente vicino. Di qui una serie di interventi di “somma urgenza” che la Regione ha finanziato per evitare danni irreversibili o situazioni di reale pericolo per i visitatori e per il personale.

Tra il Sei ed il Settecento la villa ha conosciuto il suo massimo splendore, impreziosito da un ricchissimo apparato decorativo con grandi affreschi, statue allegoriche e mascheroni, mobilia ed oggetti preziosi dal raffinatissimo gusto barocco e rococò. E’ l'epoca delle grandi feste della nobile mondanità veneziana, della musica e del teatro. La villa è famosissima per la sala centrale disposta come una grande cassa di risonanza dall'acustica superba, ancor oggi luogo ideale per la registrazione di numerosi concerti barocchi. Come architetti sono stati fatti anche i nomi di Vincenzo Scamozzi e Baldassare Longhena. Dell'opera palladiana restano tracce in mappe e documenti d'archivio, anche se poco è ancora visibile nell’edificio trasformato a più riprese a partire dal 1662. Nel 1676 si procedette all’ampliamento e trasformazione dell'ala destra, con doppio ordine di colonne rustiche e telamoni, e una fastosa decorazione scultorea che invase anche il corpo principale della villa. Il progetto di allargamento e abbellimento della villa rimase incompiuto, forse per carenza di fondi. La cappella della villa è una delle principali opere di Tommaso Temanza.

 

Il primo intervento della Regione si è concretizzato nel 1994, con l’acquisizione e il restauro della cosiddetta Ala Napoleonica. Il complesso prospiciente una delle Peschiere appariva drammaticamente inclinato verso l’acqua, con il concretissimo rischio di franarvi dentro. Ingabbiato da un sistema interno di consolidamento, oggi non corre più il pericolo di crollo e anzi ospita all’interno uffici e sale riunioni. I due terremoti del 2012 hanno naturalmente peggiorato la situazione già molto compromessa del complesso, con crolli di soffitti e fessurazioni di muri. Da molte porzioni dei tetti l’acqua meteorica penetrava sulle travature, marcendole e passando ai locali sottostanti. Altra acqua, di risalita, impegnava le murature con effetti devastanti sugli affreschi dei saloni. Stucchi secolari si sgretolavano. Infissi, cancellate artistiche mostravano i segni del tempo e delle mancate cure. L’edificio appariva molto problematico per quanto riguardava la sicurezza e l’impiantistica, quasi inesistente la prima, obsolescente la seconda.

Di fronte ad una situazione così pesantemente compromessa, la Società Immobiliare Marco Polo Srl a Socio Unico, incaricata dalla Regione per la gestione di Villa Contarini, ha proceduto con successivi interventi, tesi innanzitutto a sanare le situazioni che si mostravano come maggiormente problematiche. I lucernai, le vetrate e i tetti, innanzitutto. Poi gli infissi, in modo da evitare che la piaggia dilagasse all’interno. Quindi gli impianti elettrici, poi il restauro della sale al pianterreno, con gli interventi di sanificazione delle murature marcite dall’acqua: la Sala delle Conchiglie, la Sala dei Tedeschi, la Sala del Pozzo e così via. Recuperata e adeguata la Sala delle Mostre, al primo piano. Più recentemente, è stata posta in sicurezza la Sala da Ballo, il cui soffitto rischiava l’implosione. Tali interventi rappresentano la parte più evidente di un complesso (e oneroso) lavorio di assestamento e presa in cura del monumento, sia per la parte nobile che per le adiacenze. Limitati, ma importanti, gli interventi sul parco, con il recupero dello Chalet e il riordino della rete di afflusso e scolo delle acque dei canali, delle peschiere e del lago.

 

Gli interventi di recupero si sono estesi, oltre che sulla parte muraria e impiantistica, anche sul patrimonio artistico, con il restauro dell’importante gipsoteca, la catalogazione della ricchissima biblioteca, l’avvio del restauro dei quasi mille metri quadri di pareti e superfici affrescate. Complessivamente, la Regione del Veneto, ha investito 5 milioni di euro per l’acquisizione della Villa e circa altri 20, ad oggi, per la sua salvaguardia.

Ora, quasi superate le emergenze assolute, è tempo di pianificare interventi periodici che conservino un monumento straordinario e il suo parco, salvaguardando certo la storia e l’arte, ma favorendo anche la possibilità di mettere il bene a disposizione della collettività e di farlo diventare anche una risorsa per il territorio.

 

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