PARMA | “Mare Nostrum”, la mostra che racconta il mare attraverso l'arte contemporanea e l'arte della pesca

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“Mare Nostrum” è la mostra allestita all’Ape Museo di Parma con installazioni inedite di arte contemporanea, brevi di storia del mare e della pesca, filmati inediti, per una riflessione sui temi ambientali che stanno compromettendo gli ecosistemi marini. La sfida è riuscire ad interpretare alcuni concetti fondamentali come la qualità dell’ambiente marino, una nuova consapevolezza sul tema dell’ambiente, della difesa del mare e delle sue problematiche attraverso installazioni e la potenza dei concetti artistici. L'evento è voluto da Delicius per festeggiare il suo 50° anniversario: una mostra coraggiosa, scomoda, utile, colta – e bellissima.

 

(TurismoItaliaNews) 12 stanze immersive e di approfondimento culturale, pensate in un crescendo emozionale; un percorso che intreccia arte contemporanea, storia e cultura, fotografia e immersioni video, per scuotere la coscienza del visitatore, rendendolo consapevole dei valori fondamentali che il mare offre al pianeta e all’uomo, e dei rischi che sempre più ne minacciano la sussistenza. L’esposizione, realizzata in collaborazione con Fondazione Monteparma e Ape Parma Museo, è allestita fino al 28 luglio 2024 nell’innovativo centro espositivo e culturale della Fondazione.

“Mare Nostrum”, a Parma la mostra che racconta il mare attraverso arte contemporanea e arte della pesca

Eden by Giacomo Cossio

Delicius e l’impegno pubblico della tutela dell’ambiente
Delicius è una società benefit che da anni promuove iniziative formative e divulgative, finanzia la ricerca sull’ambiente e sull’inquinamento del mare e in mostra presenta il primo Bollettino Scientifico pensato per sensibilizzare il contesto industriale. Nel proprio statuto, Delicius si è posta un obiettivo specifico in più: “Salvaguardare il mare, fonte di vita e ricchezza e grande polmone del pianeta, adoperandoci per una gestione responsabile delle risorse naturali, riducendo al minimo gli sprechi, contribuendo alla tutela della biodiversità, anche ricercando soluzioni a basso impatto o che possano favorire la naturale rigenerazione delle risorse, per la tutela del pianeta e il benessere delle prossime generazioni. Lo abbiamo scritto lì per assumerci un impegno pubblico davanti a tutti” spiegano Irene e Andrea Rizzoli, ad di Delicius.

Irene è inoltre co-curatrice della mostra, insieme all’architetto Dario Costi. “Mare Nostrum vuole raggiungere il grande pubblico ed interagire con tutti, dalle famiglie ai gourmets, dagli habitués delle mostre agli appassionati di musica e di cultura”. “Dal mare e dai suoi abitanti gli esseri umani dovrebbero imparare tante cose come, tra le altre, la capacità che i pesci hanno di muoversi all’unisono, di organizzarsi in banchi e di disporsi in maniera coordinata. Così le persone dovrebbero comprendere l’importanza di unirsi le une alle altre, il valore dello stare insieme e la necessità di coordinarsi nelle battaglie ormai urgenti per l’ambiente e la natura” sottolinea Dario Costi, architetto e co-curatore della mostra.

Stanza 2 Le Vie del Garum

“Il bello di questa esperienza è la logica della co-progettazione con gli artisti - l’aver ragionato, discusso e approfondito le installazioni insieme, mettendo in un cortocircuito davvero fertile le idee e i contributi di tutti. In alcune si parte dalla nostra idea e gli artisti hanno poi lavorato interagendo con questo stimolo iniziale: pensiamo alla stanza del sale in cui, come sulla luna, si incontra il paesaggio astratto e materico di una salina circondato dai versi di Neruda lasciati arrugginire e buttati a terra o alla stanza dell’acqua in cui i riflessi delle immagini poetiche dal fondo del mare verso il cielo illuminano sullo sfondo una grande scritta di metallo azzurra che vibra anche grazie alle parole di Montale – aggiungono all'unisono Dario Costi e Simona Melli - in altri casi l’idea dell’artista è la partenza, poi prende forma in un carattere architettonico e spaziale più chiaro e netto come per Eden, il giardino provvisorio verniciato di nero da Giacomo Cossio, trattenuto a stento in una scatola gialla costruita con i legni da cantiere che realizza una stanza contemporanea e provvisoria nella stanza antica del palazzo, o alla installazione finale di Paolo con il sistema delle lamiere piegate in verticale su cui si arrampicano le lettere che da terra si proiettano verso l’alto, assumendo le sembianze di esseri umani”.

Il percorso stanza per stanza

In apertura: Il Banco di Acciughe 3, Paolo Mezzadri

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