Bologna, musei riaperti con orari più lunghi e due nuove mostre temporanee al Davia Bargellini e al Morandi

Torna con tutte le sue proposte – e anche con due nuovi allestimenti - l’offerta espositiva dei musei civici di Bologna. Con la riclassificazione della Regione Emilia-Romagna in fascia gialla, l'Istituzione Bologna Musei ha ripristinato il servizio di apertura al pubblico nel rispetto delle misure di sicurezza. Tra le mostre temporanee, “Le plaisir de vivre. Arte e moda del Settecento veneziano dalla Fondazione Musei Civici di Venezia” e “Re-Collecting. Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue nature morte”.
(TurismoItaliaNews) L'apertura dei musei è assicurata dal lunedì al venerdì, con esclusione dei giorni di sabato, domenica e festivi. Al fine di assicurare una maggiore fruibilità di mostre temporanee e collezioni nei giorni feriali, il consiglio di amministrazione dell'Istituzione Bologna Musei ha approvato un nuovo piano orario di apertura per un totale complessivo di 208 ore alla settimana. Per favorire l'accesso diverse sedi come MAmbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d'Arte, Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini hanno infatti previsto una o più giornate di apertura pomeridiana prolungata fino alle ore 19, in modo da poter accogliere i visitatori al termine della giornata lavorativa.
Nel servizio di apertura al pubblico si esplica una delle condizioni fondamentali e intrinseche al concetto stesso di museo, come riconosciuto nella definizione approvata da Icom - Internation Council of Museums. Tuttavia l'inedita esperienza di chiusura, cui i musei sono stati costretti a più riprese nel corso dell'ultimo anno a causa della pandemia, non li ha resi luoghi fermi e inerti. Oltre a mantenere attivo il dialogo con il pubblico attraverso le numerose attività proposte nella sfera digitale, le istituzioni museali sono rimaste sempre attive e dinamiche, ripartendo innanzitutto da quella che è loro principale vocazione: prendersi cura delle collezioni.
Le nuove mostre
Le plaisir de vivre. Arte e moda del Settecento veneziano dalla Fondazione Musei Civici di Venezia
Museo Davia Bargellini | 2 febbraio - 12 settembre 2021
Sarebbe dovuto essere il momento culminante delle celebrazioni del centenario del Museo Da- via Bargellini (1920-2020) ma l’emergenza epidemiologica ne ha costretto il rinvio al 2021. L’esposizione, curata da Mark Gregory D’Apuzzo, Massimo Medica e Chiara Squarcina, prende spunto dall’originario progetto museografico del fondatore del museo, Francesco Malaguzzi Valeri: rievocare il “fastoso Settecento” nelle sale del Palazzo Davia Bargellini. Per questo la mostra colloca nella collezione permanente del museo, caratterizzata da raffinati lavori di artigiani veneziani del Settecento (tavoli da muro, cornici, mobili, servizi da tavola in vetro di Murano, oltre al celebre Teatrino delle marionette) una campionatura di modelli coevi di abbiglia- mento e accessori della moda femminile e maschile (abiti, cappelli, scarpe d’epoca) provenien- ti dai Musei Civici veneziani (Palazzo Mocenigo, Casa Goldoni). L’allestimento è completato da raffinati paramenti liturgici e da alcuni dipinti di Pietro e Alessandro Longhi con scene del quo- tidiano domestico aristocratico di quel secolo.
Re-Collecting. Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue nature morte
Museo Morandi | 4 febbraio - 5 aprile 2021
Prosegue al Museo Morandi Re-Collecting, ciclo ideato da Lorenzo Balbi, che approfondisce temi legati alle collezioni, indagandone aspetti particolari e valorizzandone opere solitamente non visibili o non più esposte da tempo. Al Museo Morandi, dopo la rassegna dedicata ai Fiori, è ora allestita Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte a cura di Giusi Vecchi, incentrata sul tema al quale Giorgio Morandi ha maggiormente legato la sua fama: la natura morta, declinata nei suoi aspetti tonali e compositivi. I 10 lavori in mostra appartengono tutti all’ultima stagione della ricerca artistica morandiana, che va dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta, caratterizzata da una cospicua produzione e da una ricchezza creativa, che fa registrare un numero altissimo di nature morte (quasi settecento). Questa fase matura vede affermarsi l’idea di serie e di variante. Gli oggetti protagonisti dei dipinti del periodo, pur essendo sempre gli stessi cui il maestro ricorre durante la sua vita (bottiglie, scatole, vasi...) risultano però investiti da un’atmosfera carica di una più limpida tensione psicologica, rappresentati talora nella loro suggestiva monumentalità oppure costretti in un'architettura in cui le forme si compenetrano e si rincalzano, serrandosi in blocchi compatti al centro della tela.