Scoperte archelogiche, vetrina europea per il Parco Archeologico dell’Appia Antica e San Casciano dei Bagni

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Eugenio Serlupini, Roma

Sono il Parco Archeologico dell’Appia Antica e San Casciano dei Bagni i testimonial europei per l’Italia in tema di scoperte archeologiche. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy li ha infatti scelti come soggetti per i due francobolli celebrativi di Europa 2025, quest’anno incentrati proprio sul tema. Per il primo si è optato per la statua-ritratto di un personaggio raffigurato come Ercole, opera in marmo di epoca romano-imperiale e di dimensioni appena maggiori del vero, ritrovata a Roma nel Parco; per il secondo c’è la statua di Apollo Arciere, statua in bronzo databile intorno al 100 a. C. che raffigura il dio in una posa particolare, in leggera torrsione, quasi in un passo di danza, nell’atto di scoccare la freccia, tipologia che risulta estremamente rara se non unica nella statuaria antica.

 

(TurismoItaliaNews) PostEurop è l’associazione che rappresenta gli interessi degli operatori postali pubblici europei. Missione del gruppo, promuovere il mercato europeo della comunicazione postale accessibile a tutti e sostenere un’economia compatibile con le nuove esigenze universali. Come ogni anno l’organizzazione ha lanciato un tema filatelico per francobolli che in tutti i Paesi aderenti abbia lo stesso soggetto condiviso: per il 2025 il soggetto sono le scoperte archeologiche. I relativi francobolli italiani sono entrati in circolazione il 9 maggio, con il valore della tariffa B zona 1 pari a 1,35 euro. I due dentelli hanno una tiratura di duecentomilaventicinque esemplari per ciascuno, stampati dall’Ipzs Spa in fogli da quarantacinque esemplari.

Scoperte archelogiche, vetrina europea per il Parco Archeologico dell’Appia Antica e San Casciano dei Bagni

Scoperte archelogiche, vetrina europea per il Parco Archeologico dell’Appia Antica e San Casciano dei Bagni

La statua-ritratto in formam Herculis è stata riportata alla luce alla fine del mese di gennaio 2023 nel corso di complessi lavori di riparazione di un impianto fognario che hanno previsto uno scavo in grande profondità nell’area del Parco Ardeatino, meglio noto a Roma come Parco Scott, a poche centinaia di metri dal tracciato dell’antica via Appia, tra I e II miglio - spiega Simone Quilici, direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica (che firma il bollettino illustrativo di Poste Italiane) - la scultura, in marmo pentelico e di dimensioni appena maggiori del vero, ritrae un personaggio raffigurato come Ercole, rappresentato nella sua nudità eroica e accompagnato dai caratteristici attributi, cioè la clava, la pelle di leone che copre la testa e le spalle, la faretra. La scoperta, del tutto inaspettata, è stata il frutto dell’ordinaria attività di sorveglianza archeologica esercitata dal Parco Archeologico dell’Appia Antica e le successive indagini hanno permesso di individuare, nell’area del ritrovamento, un contesto archeologico in uso tra II e IV secolo d.C. Il rinvenimento ha immediatamente suscitato l’interesse della comunità scientifica ma anche della cittadinanza e dei media con un’inaspettata diffusione in tutto il globo che possiamo a ragione definire virale e che si deve probabilmente all’iconografia stessa e all’ottimo stato di conservazione dell’opera o forse alle caratteristiche intrinseche del semidio, simbolo di forza e fragilità umana, che da sempre suscitano empatia e interesse”.

Grazie ad uno straordinario impegno collettivo, a soli cento giorni dalla scoperta, dopo il completamento dei primi studi e restauri, è stato possibile esporre al pubblico la statua in forma di Ercole mentre dopo un anno appena dal rinvenimento ha visto la luce l’edizione integrale del manufatto sul prestigioso Bollettino di Archeologia on line, rivista della Direzione Generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio curata dall’Istituto Centrale per l’Archeologia del Ministero della Cultura.

Scoperte archelogiche, vetrina europea per il Parco Archeologico dell’Appia Antica e San Casciano dei Bagni

Scoperte archelogiche, vetrina europea per il Parco Archeologico dell’Appia Antica e San Casciano dei Bagni

Per il sito archeologico del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni la presentazione del francobollo 2025 è stata affidata ad Agnese Carletti, sindaca di San Casciano dei Bagni e presidente della Provincia di Siena; Emanuele Mariotti dell’Università per Stranieri di Siena, direttore dello scavo; Ada Salvi, funzionaria di zona per la Sabap Siena, Grosseto e Arezzo; e Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena, direttore scientifico del progetto.

Sito archeologico che “si sta ormai affermando come uno dei centri focali dell’archeologia italiana e internazionale, grazie non solo ai suoi straordinari ritrovamenti ma anche al ricchissimo contesto in cui questi sono inseriti. Frutto di un lavoro che va avanti dal 2019, il progetto vede il coinvolgimento di numerose istituzioni in forte sinergia tra di loro: Comune di San Casciano dei Bagni, Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo, Università per Stranieri di Siena, oltre alla stretta collaborazione con il Mic e la Regione Toscana”.

San Casciano dei Bagni: Emanuele Mariotti e Jacopo Tabolli

Scoperte archelogiche, vetrina europea per il Parco Archeologico dell’Appia Antica e San Casciano dei Bagni

Da sempre ancorato alle proprie acque termominerali che scaturiscono copiose lungo la valle ai suoi piedi, il piccolo borgo di San Casciano dei Bagni vede il riemergere di un antico santuario prima etrusco e poi romano, votato alla cura e alla salvezza del corpo come dello spirito, alla devozione verso le divinità salvifiche, alla divinazione e al rapporto con il sacro in ogni sua forma. Dalla sua vasca sacra, colma di acqua calda e di argilla, emergono, come “ex voto” di bronzo, corpi di devoti malati e di divinità, come l’Apollo Arciere o la rappresentazione di “Flere Havens”, la “Fonte Calda”, o le oranti in atto di preghiera.

Capolavori di arte etrusca e romana, cui si aggiungono rappresentazioni in bronzo di bambini, che insieme a iscrizioni, altari, migliaia di monete perfettamente conservate raccontano il mondo antico come mai avvenuto prima, nei momenti più intimi della richiesta della cura attraverso acque “miracolose” e pratiche mediche inaspettatamente complesse, o negli atti rituali, quotidiani, che scandivano la religiosità devota delle persone che frequentavano il santuario.

 

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