Sullo Zoncolan con Silvio Ortis per amare la Kaiser Mountain, passando per il Crostis e il Rifugio Chiadinas
Giovanni Bosi, Sutrio / Friuli Venezia Giulia
Davanti un anfiteatro di vette maestose, ma lo spettacolo è già lì, sullo Zoncolan, il Kaiser, come lo chiamano da queste parti in Carnia. La grande montagna delle Alpi Carniche, alta 1.750 metri, se d’inverno dà spettacolo con la sua livrea innevata, in realtà nel resto dell’anno dà il meglio di sé grazie ai sentieri che l’attraversano. Una meraviglia da scoprire in bici o a piedi. Magari insieme a Silvio Ortis.
(TurismoItaliaNews) Silvio Ortis è un entusiasta. Lui abita a Ovaro, uno dei punti vocati per andare alla scoperta dello Zoncolan, e si può dire che sia uno dei massimi conoscitori del massiccio. Così, quando sei con lui quella montagna riesci ad amarla fino in fondo: te la spiega, te la racconta, ti spiega i personaggi che l’hanno conosciuta (come Giovanni Paolo II), ne conosce aneddoti e leggende. E lì c’è persino il ristorante della sua famiglia, la Baita da Rico. Lo Zoncolan si può raggiungere sia da Ovaro che da Sutrio attraverso delle strade che salgono fino in cima, e da Ravascletto tramite la funivia Ravascletto-Zoncolan che nella stagione invernale porta gli sciatori in vetta, oppure a piedi seguendo il sentiero Gjalinâr (utilizzato soprattutto in estate).
“Scalare” lo Zoncolan è un’esperienza irrinunciabile quando si è in Carnia (a proposito: se siete dei pigroni potete sempre arrivare comodamente in vetta in auto, tranne quando è innevato) e farlo con Silvio Ortis è un valore aggiunto. Magari partendo con una sorta di marcia di avvicinamento dal Monte Crostis, la vetta più elevata dell’estesa e ondulata dorsale che si sviluppa, verso oriente, fino al monte Zoufplan. E’ da questa parte che si riesce ad apprezzare le dimensioni del Kaiser: ce lo fa comprendere bene Silvio dispiegando la sua mappa dettagliata, indicandoci le valli e le possibilità di accesso verso la vetta.
Peraltro percorrere la stretta carrareccia sotto il Crostis - con tutt’intorno un panorama straordinario e strapiombi mozzafiato - è un’altra avventura da provare. Strada facendo, tappa d’obbligo a 1.934 metri di quota - tra le morbide pieghe delle verdi dorsali, a un passo dalla cima, circondato da fioriture profumate e marmotte fischiettanti – è il Rifugio Chiadinas gestito da Patrizia Cividini insieme alla figlia Martina (www.rifugiochiadinas.com), con un magnifico belvedere sulla pareti della catena Coglians-Chianevate. “Sul Crostis bisogna venirci almeno una volta nella vita. A piedi, in bici, in moto o in macchina... permette a tutti quanti di godere di un panorama davvero unico e meraviglioso. Qui, a seconda del giorno, si possono assaggiare pietanze semplici e genuine, tipiche della zona, dolci fatti in casa, sciroppi e grappe preparati da noi. E per chi volesse prolungare la sua permanenza e godere del silenzio e della bellezza che la montagna ha da offrire anche di notte, con i suoi cieli stellati e le sue splendide albe, la struttura dispone di 4 camere, per un totale di 20 posti letto”.
Effettivamente dal Monte Crostis è spettacolare la visuale sulle imponenti chiare pareti calcaree di del gruppo Coglians-Chianevate che contrastano decisamente con il colore scuro delle rocce o verde dei prati della dorsale del Floriz-Pic Chiadin. La cima può essere raggiunta anche più agevolmente utilizzando fino alla Casera Crostis (1870 metri) la rotabile asfaltata che sale da Tualis lungo il versante meridionale.
Riscendendo dal Crostis e passando per Sutrio, si accede comodamente alla vetta dello Zoncolan. Inutile dire che anche quassù la pelle d’oca è assicurata: dalla cima si gode un panorama che abbraccia quasi tutta la Carnia. A 360 gradi sono schierate le cime delle Dolomiti Pesarine, e a nord gran parte della catena carnica principale con il monte Peralba (2.692 metri), il Monte Volaia (2.470 m), Coglians (2.780 m), Creta delle Chianevate (2.769 m), Crostis (2.251 m), Dimon (2.043), Paularo (2.043), Sernio (2.190 m), oltre a diversi paesi del fondovalle. Questa montagna è un vero mostro sacro per i patiti delle due ruote: i ciclisti qui trovano pane per i loro denti dato che le caratteristiche della salita di Ovaro sono le ostiche pendenze e i pochi tornanti, per di più stretti e ripidi, intervallati da lunghi rettilinei con pendenze spesso superiori al 15%.
Ecco allora due possibili percorsi per godersi lo Zoncolan.
Zoncolan versante Sutrio
dislivello 1192 m | lunghezza 10 km
Questo tracciato è il fratello gemello di quello mitico Ovaro-Zoncolan, le pendenze e la distanza sono molto simili e si intende come il naturale compimento del Mito Zoncolan. La partenza è da Sutrio presso il bivio per lo Zoncolan; da qui si entra in paese e quindi, attraversandolo, si prosegue in direzione di Priola; si entra nella frazione e si prende la vecchia strada che conduce allo Zoncolan. Questo tracciato è il fratello gemello di quello del versante di Ovaro, ovvero il Mito per eccellenza, quindi la fatica della salita non è di poco conto. Si sale lungo la strada che si inerpica sul favoloso versante boschivo, sempre con una pendenza impegnativa, fino a spuntare nei prati dello Zoncolan, dove si riprende fiato prima di iniziare l'ultima parte della salita, dura ma lenita da panorami favolosi ed immersi in prati di rara bellezza. Lo strappo finale è impegnativo, ma una volta giunti in vetta si può toccare il cielo con un dito e rimanere estasiati dal panorama che lo Zoncolan a in grado di offrire.
Zoncolan - Meleit - Sutrio
dislivello 1176 m | lunghezza 15,5 km
Il tracciato tocca Malga Meleit e Malga Dauda: in questo tratto in quota si può ammirare tutta la Valle del But nella sua bellezza prima di tuffarsi nel bosco fino alle porte di Priola. La partenza avviene sulla cima Zoncolen presso il monumento del ciclista; da qui si imbocca le strada asfaltata, che poi diviene sterrata, che conduce alla Malga Tamai. Qui giunti, si continua lungo la sterrata che si snoda lungo le pendici del Monte Arvenis dove, una volta raggiunta l'elevazione massima, si apre la conca di Malga Agareit. Raggiunto il bivio, si prosegue lungo il tracciato principale e si giunge a Malga Meleit, da cui si può ammirare la vastità dell'altopiano di Lauco. All'altezza di Malga Meleit si prende a sinistra e si continua lungo il tracciato che prosegue lungo le pendici del Monte Dauda, da qui si ammira l'intera Val del But in tutta la sua grandezza. Giunti poi nei prati antistanti la Malga Dauda, si prosegue fino al bivio e si imbocca la sterreta a sinistra che attraversando il bosco che pare incantato, conduce a Noiariis. A Noiariis una volta giunti nella splendida piazzetta ci si immette sulla strada asfaltata che congiunge Noiariis a Sutrio.
Per saperne di più
comune.sutrio.ud.it
albergodiffuso.org
carniabike.it
cairavascletto.it
Pro Loco Sutrio
tel. 0433778921
www.prolocosutrio.com
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
facebook.com/proloco.sutrio
A Sutrio per riscoprire la “Magia del legno”: fra i monti della Carnia, in Friuli Venezia Giulia, scultori e artigiani all’opera
Cjarsons, oltre cinquanta ricette da provare a tavola: il raviolo della Carnia conquista ogni palato
Ospiti nel borgo come a casa propria: l’Albergo Diffuso a Sutrio fa ritrovare la dimensione dell’accoglienza
Friuli Venezia Giulia, dove la tradizione si fa arte: tra le Alpi Carniche c’è Sutrio, il paese della magia del legno
Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
(A.F.)