Questo pesce ha 350 milioni di anni! Vive ad Ancona il fossile vivente che studiano i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche

Giovanni Bosi, Ancona
Lui si chiama Proty ed ha un musetto simpatico, con l’espressione da curioso. Guardandolo mentre lui fa altrettanto (pensando chissà cosa) sembra quasi di udire il suo respiro preistorico che ha dato origine a tutti noi. E sì, perché lui è un Protopterus annectens, ovverosia un incredibile pesce polmonato, esemplare di una specie appartenente ai Dipnoi, animali che si sono originati e diffusi nel Devoniano, circa 400 milioni di anni fa. Proty vive negli acquari della Facoltà di Scienze dell’Università Politecnica delle Marche. Siamo andati a trovarlo.
(TurismoItaliaNews) Tutto penseresti meno che di trovarti davanti ad un vero e proprio fossile vivente. In realtà non ci dovremmo stupire, perché la Natura ci ha abituato a sorprenderci con le sue stranezze e bellezze, che spesso e volentieri superano la fantasia. Proty è una creatura incredibile, a suo modo bello e che ispira persino tenerezza. Ti viene voglia di accarezzarlo ma per la sua sicurezza è meglio di no, non tanto perché potrebbe fare chissà cosa. E’ pacifico e pure timido. Quando però mi avvicino per guardarlo nella vasca dei laboratori scientifici dell’Università Politecnica delle Marche, dove c’è un meraviglioso corso di laurea magistrale in biologia marina, la curiosità “assale” il Protopterus annectens, che si spinge fin sul pelo dell’acqua per guardarmi bene. Per dirla tutta lui può anche uscire dall’acqua e respirare a pieni polmoni. Non è un pesce qualsiasi e neppure un pesce “normale”.
Sono in compagnia del professor Francesco Regoli, direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’ateneo marchigiano, e di Angelo Serri direttore di Tipicità. L’occasione per venire qui è stata infatti “Tipicità in Blu 2024”, l’appuntamento che del mare fa la sua eccellenza nell’ambito del Grand Tour delle Marche. “Lo abbiamo chiamato Proty, pensando al fatto che lui è un nostro lontano antenato acquatico – sorride spiegandomi il professor Regoli - circa 400 milioni di anni fa l’ambiente acquatico era gremito di predatori mentre l’ambiente terrestre era ricco di invertebrati utilizzabili come facili e gustose prede, ecco perché i dipnoi decisero di conquistare le terre emerse. Questi animali, per la transizione acqua-terra, dovettero adattarsi a tanti cambiamenti come sviluppare polmoni per assorbire ossigeno dall’aria e utilizzare le penne pettoriali e pelviche come arti per camminare sulla terra ferma”.
E l’anello di congiunzione con noi moderni umani è chiaro: “L’albero filogenetico costruito sulla base del confronto di migliaia di sequenze di Dna appartenenti a vertebrati acquatici e terrestri – aggiunge il direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente - dimostra attraverso la posizione del Protopterus annectens che questo animale si posiziona tra quelli terrestri, prova inconfutabile che tutti, compresi noi, deriviamo da questo antichissimo animale. Così Proty sale in superficie per respirare…”.
Gli acquari della Facoltà sono un viaggio nelle profondità dei nostri mari, dell’Adriatico come dell’Oceano. Molte creature studiate dai biologi vivono qui, dagli anemoni di mare ai ricci, dall’invasivo granchio blu ai pesci tropicali più variopinti e bizzarri. Fin dalla sua fondazione la facoltà di scienze dell’Università Politecnica delle Marche si è contraddistinta in Italia come primo centro di eccellenza di ricerca scientifica e di formazione didattica nell’ambito della biologia marina. A partire dall’anno accadenico 2003-2004 è stata attivata la laurea specialistica di durata biennale in biologia marina, attualmente attiva come laurea magistrale.
“La necessità di un corso di laurea magistrale in biologia marina – sottolinea il professor Francesco Regoli - sta nella sempre maggiore consapevolezza che il rapido degrado dell’ambiente sia dovuto alle attività dell’uomo, in grado di compromettere il capitale naturale e con esso anche il nostro benessere. Per invertire il trend attuale e andare verso una transizione ecologica sono necessarie strategie basate sulle migliori conoscenze scientifiche e tecnologie in grado di coniugare le necessità dell’uomo con la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse naturali. Le nuove generazioni avranno la responsabilità di avviare un nuovo percorso verso la sostenibilità ed il corso di biologia marina dell'Università Politecnica delle Marche è strutturato in modo da offrire competenze e conoscenze di eccellenza in questa prospettiva". I docenti del corso, tra i più affermati in campo nazionale e internazionale, sono coinvolti in numerosi progetti di ricerca strategici e svolgono ricerche anche di carattere globale, dal Mediterraneo ai tropici, dagli oceani Atlantico e Pacifico ai poli, contribuendo alla ricerca marina nel mondo.
Basti considerare che la sezione Acquari dell’Università Politecnica delle Marche è per tipologia e dimensioni unica a livello nazionale. Con un volume di acqua complessivo di oltre 25.000 litri, suddiviso in diverse tipologie di vasche in vetro e vetroresina, è suddivisa in tre aree principali destinate specie marine temperate (mediterranee), specie marine tropicali e specie marine polari e profonde. C’è anche un’area dedicata a fito e zooplancton (rotiferi, artemia salina, copepodi arpacticoidi e calanoidi) per ricostruire sperimentalmente i primi livelli della rete trofica marina, un sistema per zebrafish come modello biologico sperimentale nel campo della biologia e della medicina, ed un’area per il mantenimento di rettili. L’insieme garantisce condizioni controllate ottimali per vertebrati ed invertebrati marini, permettendo applicazioni e sperimentazioni complesse a diversi livelli, compresa la simulazione delle condizioni di cambiamento climatico globale. E’ dunque una struttura di eccellenza per la sperimentazione scientifica su organismi marini in condizioni controllate. E Proxy è un essere vivente fantastico!