Clunia, un salto nel tempo: il maestoso teatro romano che fa rivivere la gloria antica con la Dea della Fortuna

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Eugenio Serlupini, Madrid

E’ diventata famosa come la Dea della Fortuna. E’ la statua monumentale che è tornata alla luce durante le campagne di scavo effettuate nell’antico Teatro del sito archeologico di Clunia Sulpicia, la città romana nell’Alta Castiglia, a più di 1.000 metri di quota tra Coruña del Conde e Peñalba di Castiglia, nel sud della Provincia di Burgos, in Spagna. Quella statua che era stata ritrovata in frammenti, dopo il restauro si è rivelata una magnifica scultura due metri. Statua che è diventata un po’ la testimonial del luogo…

 


(TurismoItaliaNews) Nel cuore della Spagna, tra paesaggi che raccontano storie millenarie, c’è uno dei teatri romani più spettacolari dell’antichità. Con una capienza originaria di 10.000 spettatori, questa meraviglia architettonica non solo affascina per la sua imponenza, ma incanta per l’eredità culturale che ancora oggi la anima. Siamo a Clunia Sulpicia, fondata nel I secolo a.C. dall’imperatore Tiberio, estesa su una superficie di 130 ettari di cui è stato possibile riportare in luce molte ville, monumenti, terme e il teatro. Il foro, lo spazio urbano più caratteristico delle città romane, nel caso di Clunia occupa la zona centrale città ed è situato sulla parte più alta del colle. economiche, religiose e legali. Ma è proprio il teatro scavato nella roccia a connotare il sito archeologico: costruito per dare voce alle opere teatrali del periodo classico, si erge come testimone silenzioso di un’epoca in cui l’arte scenica era il cuore pulsante della vita sociale. Le sue gradinate scolpite nella pietra, i frammenti architettonici disseminati tra gli scavi e la perfetta armonia con il paesaggio circostante, raccontano una storia di ingegno, bellezza e visione urbanistica senza pari.

Clunia, un salto nel tempo: il maestoso teatro romano che fa rivivere la gloria antica con la Dea della Fortuna

Oggi, grazie a un meticoloso lavoro di valorizzazione e recupero, questo spazio è tornato a vivere. Le nuove strutture realizzate per proteggere e rendere fruibili le rovine permettono ai visitatori di immergersi in un’esperienza autentica, dove l’antico incontra il presente. Ogni anno, il sito si trasforma in un palcoscenico sotto le stelle, ospitando rappresentazioni teatrali che evocano l’emozione dei tempi passati e celebrano il dialogo tra le epoche.


Clunia è stata fondata su una collina non distante da un insediamento denominato Cluniaco o Kolounioukou, nome riferito alla cultura degli Arévaco, una tribù preromana appartenente all’etnia delle popolazioni celtibere. Gli archeologi ritengono Clunia di interesse eccezionale nel contesto della intera Penisola Iberica, sia per la sua morfologia urbanistica che per la stratificazione storica dei reperti che vi si ritrovano, come ceramiche, mosaici, sculture, oggetti di vetro e gioielli. D’altronde, le sue rovine sono tra le più rappresentative di tutte le testimonianze dell’epoca romana nel nord della Spagna. A Clunia sono stati rinvenuti diversi edifici. Senza dubbio, quella che spicca su tutte è la Casa 1 o Casa Taracena, che ospita la collezione di mosaici meglio conservata della città. Peraltro una delle caratteristiche più importanti della città è la presenza di simboli cristiani, il che significa che verosimilmente Clunia fu una delle prime comunità cristiane della penisola.

Burgos

Burgos


Visitare questo teatro significa attraversare le soglie del tempo e lasciarsi catturare dalla forza evocativa delle sue pietre. È un invito a rallentare, ad ascoltare le voci del passato e a riscoprire la magia di una civiltà che ha saputo fondere arte, architettura e paesaggio in un’opera senza tempo.

Nel 2025 le Poste di Madrid dedicano a Clunia Sulpicia un francobollo stampato in minifoglio di 8 esemplari con il logo di Post Europ, che quest’anno incentra le emissioni a soggetto comune di tutti i Paese europei aderenti al tema delle scoperte archeologiche (immagine in apertura).

Per saperne di più

 

A due passi da Burgos le architetture raccontano il passato: la Colegiata de Santa Maria la Real e l’Arco de San Miguel de Sasamòn

 

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