Tra mito, poesia e passione eterna: un anniversario per ricordare Inês de Castro, la donna che fu amata oltre la morte
Eugenio Serlupini, Lisbona / Portogallo
E’ una delle figure femminili più affascinanti e tragiche della storia del Portogallo: Inês de Castro, nobildonna galiziana e regina incoronata postuma, assassinata nel nome della ragion di Stato e amata fino alla fine dal futuro re Pietro I. In occasione del 700° anniversario della sua nascita, Lisbona celebra questa figura storica che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura portoghese ed europea, anche attraverso l’emissione di due francobolli e un foglietto filatelico l’11 agosto.
(TurismoItaliaNews) Una vita spezzata, un amore eterno. Nata intorno al 1325 da Pedro de Castro, nobile galiziano, e da Aldonça Lourenço de Valadares, Inês trascorse la sua infanzia nel castello di Albuquerque sotto la tutela di Teresa Sanches. Discendente illegittima di Sancho di Castiglia, era terza cugina del principe portoghese Pietro, figlio del re Alfonso IV. La loro relazione, inizialmente clandestina, sbocciò in una passione travolgente, osteggiata dalla corte e dallo stesso re. Nonostante le opposizioni, Inês e Pietro condivisero anni di amore profondo e vissero insieme in diverse residenze reali, tra cui Coimbra, accanto al Convento di Santa Clara, frequentando spesso i giardini presso la Fonte dos Amores. Dalla loro unione nacquero quattro figli. Tuttavia, la corte non perdonava questa relazione, considerata pericolosa per gli equilibri politici del regno, e nel gennaio del 1355, su ordine di Alfonso IV, Inês fu brutalmente assassinata nel Monastero di Santa Clara.
La vendetta del re innamorato
Due anni dopo, nel 1357, salito al trono, Pietro I mise in atto una spietata vendetta contro gli assassini dell’amata. Ma non si fermò lì: secondo la leggenda, ordinò che Inês fosse proclamata regina postuma, facendone trasportare il corpo nel Monastero di Alcobaça, dove oggi riposa in un magnifico sarcofago scolpito, affiancato a quello di Pietro. Un gesto estremo, carico di simbolismo, che suggellava un amore più forte della morte.
Inês, musa eterna della letteratura e delle arti
La figura di Inês de Castro ha attraversato i secoli come simbolo del romanticismo tragico. Già nelle cronache dei contemporanei, come Pedro Lopes de Ayalla o Manizola, viene ricordata per la sua straordinaria bellezza e per il suo spirito raffinato. Ma è con i poeti che la leggenda ha trovato la sua forma immortale: da Garcia de Rezende ad Anrique da Mota, fino al grande Camões, che la definì “linda Inês”, la “bella Inês”. Anche il teatro ha celebrato la sua memoria: António Ferreira, nel suo Castro, ne esaltò la nobiltà e il lignaggio reale, mettendo in bocca al principe parole che la consacrano degna del trono. Un’eredità letteraria che continua a ispirare opere liriche, romanzi, drammi teatrali e studi storici.
Quinta das Lágrimas: il pellegrinaggio dell’amore
Luogo simbolo della storia d’amore tra Inês e Pietro è la Quinta das Lágrimas a Coimbra, oggi meta di pellegrinaggio per chi vuole ripercorrere i passi di questa leggenda. Lì, tra sorgenti, alberi secolari e silenzi poetici, si respira ancora oggi la struggente memoria di una passione che ha sfidato il tempo.
Un anniversario che unisce storia, arte e identità nazionale
La celebrazione dei 700 anni dalla nascita di Inês de Castro non è solo un omaggio a una figura storica, ma anche un’occasione per il Portogallo di ribadire il valore della sua cultura, della sua letteratura e delle sue radici. La filatelia, con i due francobolli commemorativi, si fa portavoce di un messaggio che unisce arte, storia e memoria. Dietro il mito di Inês si cela una riflessione eterna sulla forza dell’amore, sulla brutalità del potere e sul bisogno umano di ricordare. Inês de Castro non fu solo vittima e regina: fu, ed è, un simbolo universale di bellezza, coraggio e sentimento.


