Nel Bairro antico di Recife: il museo all’aperto e il circuito della poesia raccontano una città romantica sulla costa dell’Atlantico

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Giovanni Bosi, Recife / Brasile

Non si può negare: la poesia è strettamente legata a Recife. Sia per la sua architettura ricca di case a schiera e palazzi storici nel centro città, dai colori pastello; sia per le personalità che hanno vissuto qui come Clarice Lispector, Gilberto Freire o il maestro e compositore Lourenço da Fonseca Barbosa, conosciuto come Capiba. Questa romantica città affacciata sull’Atlantico, è oggi la capitale dello Stato del Pernambuco, in Brasile, e la sua storia racconta un passato tumultuoso e affascinante.

 

(TurismoItaliaNews) Quando arrivi a Recife ti colpiscono subito i suoi colori: quelli dei palazzetti, della sabbia delle sue meravigliose praias, del cielo che a tratti sembra minacciare il finimondo per poi tornare ad essere di un azzurro intenso, e perfino della sua gente. Da oltre cinque secoli qui si scrivono pagine importanti delle vicende brasiliane, sin dai tempi del colonialismo portoghese, anche se ovviamente la storia è cominciata ben prima dell’arrivo dei lusitani, tanto che oggi il cuore di Recife è un “museo a ceu aberto”, un museo a cielo aperto. Intanto va detto che lo Stato del Pernambuco, nella regione del nord-est, è tra le mete più agognate per essere un’ottima destinazione turistica, oltre che un polo commerciale, logistico e industriale dell’immenso Brasile. E già il nome di Recife ha molto da dire: deriva infatti dalla parola portoghese arrecife, ovvero scogliera, con riferimento alla barriera corallina che difende parte del litorale. Una collocazione che giustifica il perché della sua nascita proprio in questo punto: la vicinanza alla città di Olinda, prima capitale della capitaneria del Pernambuco; la sua condizione favorevole di porto sull'oceano; la coltivazione della canna da zucchero.

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Il Bairro de Recife, o Recife Antico, è stato così il primo porto di Olinda, la bella cittadina che sorge su una collina poco distante, sede dell’aristocrazia portoghese già nel 1537, il cui nome in portoghese si traduce in “O bella”. E inevitabilmente patrimonio mondiale dell’umanità per decisione dell’Unesco. Ma Recife non soffre certo di un’attrazione inferiore: camminare per le sue strade assolate e colorate assicura grandi sensazioni. Del resto, si diceva che è un museo all’aperto: le ricerche archeologiche condotte nel cuore della città hanno portato alla luce resti di edifici sovrapposti appartenenti a varie epoche storiche. Ricerche che hanno attestato la presenza e l'uso di tali edifici da parte di portoghesi-brasiliani o avventurieri provenienti da altri luoghi, essenzialmente dall’Europa.

Il Comune di Recife, vista la grande importanza del ritrovamento, ha deciso, d'intesa con altre istituzioni per la salvaguardia della cultura, di realizzare questo “museo a ceu aberto” grazie ai reperti archeologici tornati alla luce. Partner del progetto sono stati l'Università Federale di Pernambuco, il Centro di Studi Avanzati sulla Conservazione Integrata e le società Telemar e Compesa. Nell'interesse di spiegare al meglio origine ed utilizzo di quanto lasciato in mostra, si è proceduto alla ricerca di antiche rappresentazioni grafiche dei luoghi, come mappe, disegni, incisioni e dipinti, oltre che di documenti e studi sugli stessi materiali ritrovati. Del resto, qui il colonialismo e la sua peggior forma, lo schiavismo, hanno lasciato non solo tracce materiali.

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Ma anche la poesia ha un suo ruolo attraverso il “Circuito da poesia”, un itinerario turistico vero e proprio nel quale sculture praticamente a dimensioni naturali dei personaggi celebrati sono collocate nei punti rappresentativi di Recife. La statua del precursore del movimento modernista si trova in Rua Aurora, "la più recifense di tutte le strade", secondo Gilberto Freyre. E non c'è da meravigliarsi: basta dare un'occhiata in giro per trovare case e palazzi del XIX secolo. Un po' più avanti si trovano il Museo di Arte Moderna “Aloísio Magalhães” e gli edifici tradizionali dell'Assemblea Legislativa e del Ginnasio di Pernambuco.

Oltre il Bairro, ci sono altri luoghi da non perdere: ad esempio la Basilica e Convento de Nossa Senhora do Carmo, costruita nel 1687 in stile barocco; l’altare dorato conserva l'immagine a grandezza naturale della santa patrona, ma custodisce anche corone d'oro e pietre preziose. Poi il Forte das Cinco Pontas, originariamente in terra battuta e ricostruito nel 1630 dagli olandesi, ma più volte rimaneggiato sino ad assumere l’assetto attuale. Oppure il Mercado da Boa Vista in Rua da Santa Cruz: è stato costruito all'inizio del Novecento al centro di un complesso architettonico composto da case e dalle chiese di Santa Cruz e São Gonçalo; vi si vendono frutta, cereali, verdure, carne e pesce, accanto ad una imperdibile food court che consente di avere uno spaccato delle produzioni agricoli e delle tradizioni gastronomiche della zona. E’ aperto dal lunedì al sabato, dalle 6 alle 18; e la domenica e i festivi dalle 6 alle 13.

Recife: il Parque das Esculturas dell'artista Francisco Brennand

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Recife, l'ex carcere coloniale oggi Casa della Cultura

Tenuto conto è praticamente impossibile per i turisti visitare il Pernambuco e non portarsi a casa almeno un pezzo del ricco artigianato locale, il posto migliore per trovare qualcosa è la Casa da Cultura, il vecchio carcere coloniale dall’impianto seicentesco ora con negozi e laboratori artigianali. Restaurato nel 1975, è stato trasformato in un centro di cultura regionale e nelle vecchie celle sono installati il museo del frevo, le botteghe artigiane, la caffetteria e gli uffici di informazioni turistiche. È aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19; il sabato dalle 9 alle 18; e la domenica, dalle 9 alle 14. Per saperne di più www.casadaculturape.com.br.
Ma non si può parlare di Recife senza dire nulla sulle spiagge. Quella di Boa Viagem è la più famosa e frequentata, in quanto spiaggia urbana: i suoi 7 km di lunghezza riuniscono diverse opzioni per il tempo libero e il lungomare è di per sé un'attrazione.

I dintorni di Recife rendono irrinunciabile la visita di Olinda e di Porto de Galinhas, famosa per le sue spiagge bianche e per le pozze naturali.

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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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