Arte, il sogno di un collezionista e imprenditore illuminato dona alla bellezza un luogo d'incontro: ecco il Magi’900 di Pieve di Cento
L'intento di questo Museo è quello di valorizzare artisti e movimenti d'arte per la loro eccezionalità, ed è per questo che sono poi nate le nuovi sezioni denominate: Eccellenze artistiche. E' il Magi’900, nato a Pieve di Cento, in provincia di Bologna, da una passione e da una visione particolare dell’arte che il suo fondatore Giulio Bargellini ha sempre desiderato condividere con i visitatori. Ideato come luogo degli eventi, delle relazioni, della conservazione, della contemplazione e della comprensione dell’arte come fenomeno complesso ed avvincente, il museo si propone come un grande spazio aperto al confronto e al cambiamento.
(TurismoItaliaNews) L'imprenditore e collezionista Giulio Bargellini con un atto di amore per la cultura ha fondato un museo che offre agli amanti dell'arte un ampio panorama sull'Arte moderna italiana e dell'arte contemporanea anche internazionale. Un luogo di studio, di ritrovo e di consulenza. Da Silos per lo stoccaggio del grano (realizzato nel 1933) diviene museo; una brillante intuizione che ha dato così vita al Magi '900. La collezione, creata sulla base delle acquisizioni personali dello stesso Bargellini, da sempre attento al mondo dell'arte, annovera oggi un numero elevatissimo di opere di arte fra pittura, scultura, fotografia e installazioni. Si possono dunque ammirare i capolavori dei grandi nomi che hanno segnato la storia del XX secolo. Sono numerosi infatti gli artisti di spicco del panorama italiano quali Afro, Burri, Boccioni, Cagli, Campigli, Carrà, Capogrossi, Casorati, Corpora, Crippa, De Chirico, Depero, Dova, Guttuso, Manzù, A. Martini, Melotti, Minguzzi, Modigliani, Arnaldo e Giò Pomodoro, Recalcati, Savinio, Severini, Sironi, Vedova, per citarne solo alcuni di un elenco veramente molto esteso.
Per l'allestimento, è stato acquistato e recuperato il vecchio silo di Pieve di Cento, un edificio industriale del 1933 un tempo utilizzato per lo stoccaggio del grano; il silo rappresenta un luogo ideale per dar vita al progetto del museo: da un lato è l’occasione per tutelare e valorizzare un edificio in grave stato di degrado, ma di grande valenza simbolica per la comunità locale e per la storia agraria della provincia bolognese; dall’altro, è un grande contenitore vuoto che per dimensione, volume, struttura architettonica e accessibilità territoriale si presta a divenire spazio espositivo.
Oggi il museo è composto da tre edifici collegati tra loro: l’ala storica (il silo del grano recuperato) sede del primo museo aperto nel 2000, l’ampliamento del 2005 ed un nuovo ampliamento del 2015. L’allestimento permanente prevede diversi nuclei d’eccellenza e con l’ultimo ampliamento ha permesso di esporre una parte significativa della collezione. L’ala storica ospita la ricca sezione permanente dedicata alla Belle Époque, con un’ampia selezione delle principali riviste illustrate europee, tra le quali figura un rarissimo esemplare di “Le Rire” del 1895-96 che contiene alcune delle più ricercate litografie di Toulouse-Lautrec, e numerose opere di Ludwig Lutz Ehrenberger, oltre a oli, sculture, disegni di Giovanni Boldini, Paul César Helleu, Adolphe Willette, Marcello Dudovich, Vittorio Corcos, Aroldo Bonzagni, Remo Fabbri, Antonio Alberghini, Francesco Cangiullo, Alberto Martini, Félicien Rops, Eduard Fuchs, Charles Dana Gibson, Gustav Klimt, Ferdinand Reznicek. Sempre nell’ala storica si svolgono le mostre temporanee, gli eventi, le conferenze, le attività per le scuole e per la didattica, il bookshop e l’area Open Box, spazio espositivo, dedicato all’alternanza di esposizioni multidisciplinari.
Nelle moderne sale dell’edificio aperto nel 2005 troviamo le opere dei Maestri italiani del Novecento – tra cui Burri, Depero, De Chirico (con un’ampia collezione di scultura e grafica), Carrà, Fontana, Modigliani e numerose raccolte monografiche. Tra queste spiccano la collezione di opere minime 8X10 del regista Cesare Zavattini, le sezioni dedicate ai movimenti artistici L’astratto presente, Poesia Visiva, Metacosa e Madì, le collezioni su Nado Canuti, Carlo Levi, Josè Ortega, Concetto Pozzati, Mauro Reggiani, Fausto Melotti, Riccardo Ricas, Sergio Vacchi e Tono Zancanaro, la collezione Susmel sull’arte del Ventennio, la sezione sulla performance realizzata nel 2008 proprio al Magi'900 dall’artista giapponese Shozo Shimamoto, e quella dedicata all’Uomo della Pace.
Nell’area esterna del museo si è sviluppato il Giardino delle sculture, con opere monumentali di Simon Benetton, Nado Canuti, Pietro Cascella, Pino Castagna, Ettò, Lorenzo Guerrini, Umberto Mastroianni, Mirko, Graziano Pompili, Ivo Sassi, Franco Scepi, Valeriano Trubbiani, Felice Vatteroni e altri autori italiani contemporanei. Uno spazio aperto che preannuncia già dall’esterno la ricca presenza di opere d’arte visibili all’interno, mentre intorno al perimetro del museo sono state realizzate due grandi opere site specific in mosaico ceramico dal titolo “Costellazioni dell’arte” e “Le parole della scultura”, progettate dall’artista Marco Pellizzola per evidenziare la poliedricità dei temi e dei movimenti artistici raccolti nel Magi’900. Nella costruzione di questo considerevole corpus di opere, sono entrate in gioco diverse dinamiche: dal rapporto personale con gli autori alla fascinazione per un determinato momento storico, dall’opportunità di un acquisto importante alla volontà di sostenere progetti di ricerca innovativi. Ne deriva una collezione eclettica e vitale, capace di sorprendere per alcune peculiarità rare, di rivelare aspetti inediti, di incantare con piccoli capolavori, talvolta persino di provocare, una raccolta certamente non omogenea, e proprio per questo ampiamente rappresentativa dello spirito contemporaneo. Grandi capolavori già ben storicizzati, spesso richiesti per mostre di importanti istituzioni, si affiancano a piccole raccolte inusuali, mentre diverse personalità italiane ed internazionali sono messe a confronto nella successione delle sale.