Un tesoro di città d’arte: a Sabbioneta il nuovo sistema di illuminazione delle mura, uno spettacolo di luce

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Uno spettacolo di luce per un tesoro di città d’arte. Per Sabbioneta, in provincia di Mantova, un nuovo sistema di illuminazione delle mura. Il progetto, curato dall'architetto Federico Fedel e realizzato grazie alla tecnologia di Viabizzuno, ha seguito scrupolosamente criteri di sostenibilità, garantendo un ridotto consumo di energia e la possibilità di regolare gli orari di accensione.

 

(TurismoItaliaNews) La nuova era di luce e bellezza è stata presentata nel Teatro all'Antica dal sindaco Marco Pasquali insieme a Gianni Fava ed Ezio Zani, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Sabbioneta Heritage La presenza di Carlo Bottani, presidente della Provincia, e del Sindaco di Mantova Mattia Palazzi, ha dimostrato il forte sostegno delle istituzioni locali a questo progetto di rilancio di Sabbioneta.

La presentazione del progetto è stata arricchita dagli interventi di Gabriele Barucca, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, dell'architetto Federico Fedel e di Mario Nanni, designer e fondatore di Viabizzuno. Massimiliano Ghizzi, Presidente Gruppo Tea, e Davide Bonfietti, Amministratore Delegato Tea Reteluce, hanno sottolineato il ruolo fondamentale del Gruppo Tea nella gestione tecnica dell'impianto. L'avvenire di questa città – che aderisce al circuito dei Castelli del Ducato - è adesso più luminoso che mai.

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Un tesoro di città d’arte: a Sabbioneta il nuovo sistema di illuminazione delle mura, uno spettacolo di luce

Le mura sono l’elemento essenziale dell’assetto urbano; esse racchiudono la città e stabiliscono la relazione tra la città stessa e il suo intorno. Rappresentano in modo tangibile i processi di trasformazione che investono i “fatti” urbani. La cinta muraria di Sabbioneta venne realizzata dal 1556 al 1589; ha una forma esagonale irregolare, con sei bastioni a cuneo innestati agli angoli chiamati rispettivamente: di San Nicolò, Santa Maria, San Francesco, Sant’Elmo, San Giorgio, San Giovanni. Per la costruzione della cinta muraria Vespasiano demolì e smantellò il castello di Rivarolo Fuori (Rivarolo Mantovano). Il baluardo (bastione fortificato) San Francesco è senza dubbio l’elemento più articolato dell’intera cinta, collocato alle spalle di Palazzo Giardino, di rilevante funzione strategica.

I resti della rocca testimoniano un significativo elemento difensivo, demolito durante la dominazione austriaca, tra il 1786 e il 1793. Due torrioni del complesso e la relativa cortina muraria non furono atterrati, così che oggi permangono a ricordare la mole del castello; i due torrioni cilindrici mozzi sono facilmente raggiungibili attraverso un sentiero erboso. Oltre il torrione si rilevano tre archi occlusi, ossia ciò che resta del ponte sul fossato che circondava il castello. Oggi è transitabile il percorso pedonale ai piedi delle mura, per il tratto che collega le due porte della città.

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