San Martino e il suo mantello, una storia di 1700 anni fa: l’Ungheria celebra il santo di Sabaria Sicca

Eugenio Serlupini, Budapest /Ungheria

La storia di San Martino è conosciutissima, tanto che alla storia del suo mantello donato per metà ad un mendicante seminudo, è persino legata la tradizione del periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verifica bel tempo con relativo tepore. Ovvero quella che è chiamata l’Estate di San Martino. Nel 2016 si celebra il 1700° anniversario della nascita di Martino da Tours, originario della Pannonia, nell’odierna Ungheria, che dunque lo festeggia con grandi celebrazioni. Anche con un francobollo dorato.

 

(TurismoItaliaNews) Gli ungheresi sono particolarmente legati a Martino da Tours, vescovo cristiano del IV secolo, nome latino Martinus, nato a Sabaria Sicca (Szombathely) nel 316 circa e morto a Candes-Saint-Martin l’8 novembre 397. Originario della Pannonia, nell’attuale Ungheria, è uno dei fondatori del monachesimo in Occidente ed è stato fra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa cattolica, venerato anche da quella ortodossa e da quella copta. Una figura davvero trasversale dunque, i cui festeggiamenti hanno il loro culmine l’11 novembre, giorno dei suoi funerali avvenuti nell’odierna Tours.

La cattedrale di Tours dedicata a San Martino. In apertura: San Martino divide il suo prezioso mantello con un povero, particolare della facciata del Duomo di Lucca dedicato al santo

Budapest ha voluto ricordarlo anche attraverso l’emissione di un francobollo da 118 fiorini impreziosito da una foglia d'oro e in circolazione dal 18 marzo 2016, che mostra un’immagine del santo e un testo dal codice medievale Pannonhalma Evangelistarium. La storia di Martino – nato in un avamposto dell'impero romano al confine con la Pannonia e cresciuto a Pavia - è di grande interesse, anche che la sua condotta di vita lo fa annoverare tra i grandi santi di Gallia con Dionigi, Privato, Liborio, Marziale, Saturnino, Ferreolo e Giuliano. Il padre era un tribuno militare della legione e non a caso il nome scelto per il bambino è in onore di Marte, dio della guerra. Il famoso episodio del mantello è accaduto mentre Martino era in servizio di ronda, episodio destinato a cambiargli la vita, per questo ancora oggi il più ricordato e il più usato dall’iconografia nel corso dei secoli. Tanto che pure nella facciata del Duomo di Lucca si rileva una scultura in tema.

 

La storia. Era l’inverno del 335, decisamente freddo secondo la tradizione: Martino incontrò un mendicante seminudo e vedendolo sofferente, decise di tagliare in due parti il suo mantello militare e di condividerlo con il mendicante. Subito dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite. La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare e sentì dire ai suoi angeli: “Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito”. Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione dei re Merovingi dei Franchi. Nel 339, all’età di 22 anni, è stato battezzato e poi è diventato un monaco. Nel 361 ha fondato il suo primo monastero a Ligugé, nel 371 è stato scelto quale vescovo di Tours e da allora in poi ha dedicato la sua vita a predicare il Vangelo in Gallia. Anche da vescovo ha continuato a vivere una semplice vita monastica: alcuni racconti testimoniano di miracoli e guarigioni legate alla sua attività.

La devozione. La personalità di San Martino collega il monachesimo con il servizio pastorale, la Pannonia con la Gallia, e il mondo medievale con i nostri giorni. “Era un santo di primo piano nel cristianesimo medievale – si sottolinea in Ungheria – e per questo è stato scelto San Martino come patrono della prima abbazia benedettina del Paese”.

 

Per saperne di più
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